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Perché siamo ossessionati dalla routine degli altri?

Sei quello che mangi e quello che vedi

Perché siamo ossessionati dalla routine degli altri? Sei quello che mangi e quello che vedi

«Comincia a romanticizzare la tua vita» recita uno degli audio più utilizzati su TikTok. Sulle note delle canzoni più famose di Billie Eilish, di Kanye o dei Cocteau Twins, gli utenti della piattaforma accompagnano montaggi edulcorati della propria giornata rendendo ogni passaggio della propria routine un momento in cui l’estetica prende il sopravvento su tutto il resto. Una maniera per apprezzare la propria vita, per rendere ogni momento magico, la romanticizzazione della routine è diventata un pretesto per dimostrare di avere tutte le qualità di un protagonista, tra cui il bisogno di stare al centro dell’attenzione. Un format che nasce all’epoca in cui gli unici contenuti video sui social media potevano essere consumati su YouTube, le video routine continuano ad accumulare views e fan in tutto il mondo, diventando nel corso degli anni un metodo infallibile per trovare la fama online. Ma da dove nasce la nostra ossessione per le vite degli altri? 

@daniellenguyen_ Romanticize your life no matter how mundane it may be #thatgirl #selfcare #selflove #thatgirllifestyle #2023motivation #thatgirlaesthetic #girlyaesthetic make life as pleasant as possible - emma chamberlain quotes

Su TikTok, i Get Ready With Me hanno preso pieghe ironiche o educative. Centinaia di migliaia di utenti registrano la loro skincare o make-up routine raccontando momenti spassosi che hanno dovuto affrontare, mentre altri regalano consigli preziosi di filosofia, di bellezza e di spiritualità. Allo stesso modo, i video What I Eat in a Day, che illustrano tutto ciò che una persona mangia in un giorno, sono diventati un caposaldo del format, una maniera infallibile per interessare il pubblico della propria vita ed avviare di buon ritmo la propria carriera da influencer. Del resto, a chi non interessa quante noci brasiliane consumi per colazione? Sebbene siano un contenuto apparentemente superficiale, un passatempo da seguire per conciliare il sonno, la loro popolarità ha sollevato critiche e osservazioni che ne evidenziano un'ambiguità di fondo. Da un lato, dimentichiamo che la morning routine postata sui social da una influencer non rispecchia la realtà, o quantomeno non riflette una realtà plausibile per le persone che non appartengono a quel settore, dall’altro, la romanticizzazione della propria vita può effettivamente portare a coltivare il sentimento della gratitudine, facendoci apprezzare tutti gli aspetti positivi della nostra giornata. 

@jingherly Questa estate è successo veramente di tutto #getreadywithme #glowup #ex SAD GIRLZ LUV MONEY - Remix - Amaarae & Kali Uchis

Lontani sono i tempi in cui i video di Emily Mariko, la content creator che raccoglieva milioni di views dimostrando in completo silenzio le sue ricette preferite, erano i più seguiti al mondo, ma agli utenti di TikTok e di YouTube i video sulle routine piacciono ancora. Sebbene sia difficile quantificare il numero di post che appartengono a questo format, dato che vengono prodotti in continuazione e con audio e hashtag diversi, sulla piattaforma cinese #getreadywithme conta 26,4 miliardi di views, #morningroutine 27,6 miliardi e #nightroutine 9,6 miliardi. Il fascino spregiudicato che mantengono nel tempo questi video, così particolarmente ordinari e così apparentemente inutili, giace esattamente nella loro normalità. Riuscire a riservare attenzioni a se stessi, in un’epoca in cui l’occupazione e la produttività sono glorificati come una religione, trovare del tempo in cui prendersi cura di sé diventa un lusso destinato a pochi. Chi non se lo può permettere, impiega quei minuti liberi della propria giornata a guardare gli altri. 

@joshhallan

counting down the days until it’s summer again!!

original sound - josh allan

Una nicchia dei video routine ricorda vagamente i giochi che da piccole facevamo con le Barbie. Come nelle prime scene del film di Greta Gerwig incentrato sulla vita della bambola Mattel, da bambini mettevamo in scena una sorta di “giornata perfetta” con il nostro giocattolo. Svegliarsi la mattina su un letto già fatto, volare da casa propria alle abitazioni delle proprie amiche in un battibaleno, avere tutto ciò di cui si ha bisogno: tacchi, macchine, animali domestici e ville che, nella vita reale, apparterrebbero solo al 0,1% della popolazione. E gli unici problemi che incontravano le nostre Barbie - o almeno, gli unici che costruivamo sul momento per dare un senso di arco narrativo al nostro gioco - venivano risolti nel giro di una conversazione con Ken. Allo stesso modo, guardare assopiti una ragazza convenzionalmente perfetta volare da una lezione di Pilates alle 7 del mattino ad un brunch a Soho House indossando vestiti firmati dalla testa ai piedi ci consegna, seppure momentaneamente, il senso di ordine e di rigore che cerchiamo in noi stessi. Contemporaneamente, i video delle giovani creator che invece mostrano la propria vita in maniera più autentica, raccontando apertamente anche i lati più “scomodi” della propria routine, come l’assunzione giornaliera di psicofarmaci, un ritmo del sonno sregolato o la maniera in cui stanno affrontando la rottura di una relazione, ci fanno sentire meglio con noi stessi perché ci ricordano l’imperfezione dell’uomo. In entrambi i casi, i video routine agiscono da “ciuccio” per rilassare i nervi. Perfetto o meno, avere il tempo di cucinare un porridge da quindici step completo di bacche di Goji e quella strana polverina verde di cui non si sanno ancora i benefici è un privilegio, così come lo è per noi che ti guardiamo assemblarlo.