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Per regolamentare l’AI servono giovani, non anziani

La “commissione degli algoritmi” ha un chiaro problema di età

Per regolamentare l’AI servono giovani, non anziani La “commissione degli algoritmi” ha un chiaro problema di età

Giuliano Amato è nato nel 1938, prima della Seconda Guerra Mondiale e dell’esistenza della parola “software”. Nel corso della sua vita ha ricoperto le cariche di segretario, vicepresidente e due volte Presidente del Consiglio dei ministri, presidente dell'AGCM, ministro per le riforme istituzionali, due volte ministro del tesoro e ministro dell'interno. È inoltre Giudice della Corte Costituzionale, di cui è stato anche presidente, docente di diritto costituzionale comparato all’Università “La Sapienza” ed è un giurista costituzionalista di livello altissimo. Giuliano Amato è stato anche nominato presidente (non direttore) di una commissione governativa che dovrebbe indagare sull’intelligenza artificiale in campo editoriale. Ora, non serve essere profondi analisti politici per capire che un 85enne, al netto delle sue conoscenze giuridiche, non potrebbe possibilmente avere un vero punto di vista sulla tecnologia: avete mai provato a spiegare come funziona una qualunque app a vostro nonno? Ora immaginate provare a fargli capire qualcosa di algoritmi e intelligenze artificiali. Il founder di Uniscrow e docente aggiunto della LUISS, Davide Carboni, ha scritto che la nomina di Amato è «un chiaro segno che il governo italiano vede solo i rischi e non le opportunità e l'unica partita da giocare è rallentare l'innovazione per difendere lo status quo». Noi potremmo aggiungere che l’episodio è l'ennesimo sintomo di un sistema di palazzo bizantino, arretrato, polveroso e soprattutto preoccupato del mantenimento dei propri privilegi e interessi come pochi altri tra i paesi industrializzati dell'occidente contemporaneo.

In primo luogo facciamo un po’ di chiarezza. La nomina di Amato, che presiderà la commissione non la dirigerà, serve in parte a rassicurare tutta una serie di categorie professionali che guardano con preoccupazione alla maniera in cui le AI potranno impattare il proprio lavoro. Il ruolo di presidente dato ad Amato è quello di un maestro delle cerimonie, l'unico potere che avrà nel caso verrà fuori una proposta di legge è decidere ordine del giorno della commissione che, essendo d’indagine, non è ancora collegata ad alcuna legge e che al massimo scriverà una relazione delle audizioni e dirà come al solito che serve un garante. Le audizioni stesse, e ci torneremo più tardi, saranno guidate da un pool di esperti provenienti dal mondo dell'accademia e dunque le sorti dell’adozione delle AI non dipendono probabilmente né dalla commissione né da Amato i quali si concentreranno sull’aspetto editoriale dell’uso delle intelligenze artificiali. Allo stato attuale delle cose, è più importante la Commissione Attività produttive della Camera presieduta da Alberto Gusmieroli la cui attività è molto più legata all’impatto che future leggi avranno sulle AI. Infatti il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha inserito un collegato (ovvero una legge il cui iter è più rapido) nella nuova Legge di Bilancio i cui contenuti saranno presi dalle attività di questa commissione. Ergo, il ruolo di Amato nell’intera faccenda è probabilmente solo nominale: non sarà lui a prendere alcuna decisione. La sua nomina, comunque, anche in luce del suo lungo passato politico lo stesso vice-premier Salvini ha detto a Il Sole 24 Ore: «Condivido le perplessità del presidente Meloni. Mettere un costituzionalista ad occuparsi di intelligenza artificiale lo trovo curioso». 

@breakingitaly Si parla spesso dei problemi che hanno i giovani in Italia: dalla disoccupazione alla pensione futura. Secondo molti il Paese non infatti è ospitale per le fasce più giovani, contribuendo all’invecchiamento della popolazione. Voi quale difficoltà state riscontrando? Trovate che l’Italia sia un Paese che stimola e investe nei giovani? #breakingitaly #news #notizie #giovani #problemi #italia #disoccupazione #neet #pensione #benessere #politica #Paese suono originale - Breaking Italy

Il problema però si sposta ma non si modifica. In questo caso come in molti altri, la classe politica tende ad approcciarsi a una novità già ampiamente accettata dal mondo con la stessa impacciata diffidenza con cui i genitori dei nati negli anni ‘90 guardavano a Dragon Ball, GTA San Andreas e alle carte di Yu-Gi-Oh. Lo stesso ministro Urso ha detto che i provvedimenti riguarderanno «intelligenza artificiale, meccanica quantistica, blockchain e nuove tecnologie di frontiera» confondendo probabilmente la teoria fisica della “meccanica quantistica” con le reti neurali e la computazione quantistica, ma anche definendo come “nuove tecnologie di frontiera” le AI e la blockchain quando ci sono aziende di livello internazionale che lavorano con entrambe da molto tempo, in certi casi da anni. A prescindere dalle sottigliezze, la questione è simbolica e riguarda la comunicazione e il messaggio che si manda al paese. Dei dieci membri della commissione (che include anche un frate francescano, Paolo Benanti, professore di Etica, bioetica ed etica delle tecnologie alla Gregoriana di Roma) non si trova un singolo esperto che abbia meno di quarant’anni. E senza nulla togliere alle competenze di un gruppo di esperti pluridecorati (per altro, tutti accademici ed esperti senza traccia di un imprenditore che abbia esperienza diretta del mercato) già nell’ambito di una prima indagine preliminare, si ha l’impressione che l’idea di avere in commissione un punto di vista più fresco e originale non sia stata nemmeno contemplata da chi ha selezionato la lista dei membri coronandola col nome di un giurista che, a 85 anni, dopo due governi e un’onorata carriera, potrebbe anche andare in pensione al pari dei suoi coetanei di tutta Italia – almeno lui può, a differenza di chi scrive e forse di chi legge. Ma forse è proprio vero che la vita inizia a quarant’anni.