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Il concerto anti-Brexit di Slowthai a Club To Club

L'esordio italiano del brexit bandit sul palco dell'OGR a Torino

Il concerto anti-Brexit di Slowthai a Club To Club L'esordio italiano del brexit bandit sul palco dell'OGR a Torino
Fotografo
nss magazine

Non capita a tutti i concerti rap di vedere sventolare la bandiera blu con le stelle gialle dell’Europa.
Ieri sera al OGR di Torino invece ce n’erano più di una a sventolare sotto il palco dal quale Slowthai ha aperto la diciannovesima edizione di Club To Club. L’esordio italiano del Brexit Bandit è una dichiarazione politica – o meglio un grande “Fuck You” - al Regno Unito che ha scelto di andarsene dall’Europa per isolarsi nella rassicurante quotidianità britannica che Slowthai racconta nelle sue rime in tutte le sue contraddizioni con una sinistra lucidità. Una rarità, quasi una stranezza, vedere un rapper e un festival musicale come Club To Club esporsi in maniera così decisa su un tema politico divisivo come Brexit, eppure Slowthai lo ha fatto in maniera convincente a modo suo: in un’atmosfera tra il grime e il punk, sudato e a petto nudo, con il sorriso sornione e strafottente stampato in faccia.

I said there’s nothing great about the place we live in
Nothing great about Britain
Sip a cup of tea whilst we’re spittin’
There’s nothing great about Britain.
Nothing Great About Britain

Tyron Frampton – in arte Slowthai, ventiquattro anni - ci è cresciuto nella quotidianità della provincia inglese, nelle case popolari di Northampton, una delle città in cui ha vinto il Leave. Tyron è stato cresciuto dalla mamma, che lui vorrebbe sul trono al posto della regina, e a cui dedicato il tatuaggio a cui tiene di più: un Sorry Mum sopra lo sterno, perché "è la frase che ho detto più volte in vita mia".
La sua vita tra i palazzoni di Northampton tra birre, Nike TN, droga e qualche delinquenza, emerge nei suoi testi che sono una delle più oneste e lucide narrazioni della Gran Bretagna – ma forse è più giusto dire dell’Europa – contemporanea. Il suo disco d’esordio Nothing Great About Britain – in cui c’è un cameo anche di sua maestà del Grime Skepta - usa riferimenti iper-locali per parlare di temi universali nel 2019 come il razzismo, l’immobilismo sociale e le pressioni che spingono un paese a cedere alle pulsioni più basse. La sua poetica è un fotografia dell’era della post verità trumpiana, mentre il suo stile è una miscellania coerente di moda Brit: c’è una base chav (le tracksuit, le TN, Burberry), una sfumatura Grime che richiama lo stile Casual (le felpe di CP Company e Stone Island) il tutto condito in una mood punk, perché chi manda a fare in culo la Regina non può non aver ascoltato i Sex Pistols. La sua base di fan è altrettanto diversificata: dai ragazzi di periferia della working class britanica, allo stilista Samuel Ross di A-Cold-Wall *, al graphic designer David Rudnick fino a Liam Gallagher.

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Sul palco dell'OGR Torino Slowthai ha portato il suo carisma alternando momenti da concerto punk (ha diviso il pubblico in due facendo urlare ad una fazione “You Cunt!” e all’altra “Fuck You!”) a momenti più raccolti, come quando prima della chiusura si ha fatto sedere per terra tutto il pubblico dell’OGR e ha cantato Northampton’s Child a gambe incrociate in mezzo alla folla. Un concerto dedicato a Brexit, o meglio un concerto dedicato a chi Brexit – come noi - non la vuole.