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Moncler, hiroshi fujiwara e converse: una collaborazione che riscopre due cult street

Moncler, hiroshi fujiwara e converse: una collaborazione che riscopre due cult street

Moncler, hiroshi fujiwara e converse:
una collaborazione che riscopre due cult street

Chuck 70

Chuck 70

Jack Purcell

 

“Il segreto del successo di una collaborazione è rispettare le differenze tra i vari brand coinvolti, partendo da qui si possono trovare nuovi mondi da esplorare.”

Per il suo ultimo incontro con Moncler, Hiroshi Fujiwara ha fatto proprio questo, dando forma ad una collaborazione stratificata che parte da un’icona della cultura street globale, dandole nuova linfa vitale attraverso il gusto di Moncler e il suo. Una collaborazione dentro la collaborazione, tre mondi all’apparenza distanti che si uniscono per interpretare uno staple della moda.

 
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Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80 New York e Tokyo e le loro rispettive street culture apparivano distanti e opposte: Hiroshi Fujiwara si fece così traduttore e interprete tra due isole creative in realtà molto simili. Era il 1987 quando il giovane creativo stabilì una connessione diretta tra NYC e Tokyo dalle pagine di Last Orgy, una rubrica da lui ideata e curata su un magazine di street culture indipendente, in cui Fujiwara scriveva di musica, hip-hop, fotografia, skate culture, sneaker, e brand americani da conoscere, tutto ciò che era ed è street culture. I simboli di quella cultura estetica erano due modelli di Converse, le Chuck 70 e le Jack Purcell, due silhouette che avevano travalicato i confini dei campi da basket trasformandosi in item iconici della moda globale, diventando il primo ibrido vincente tra sport e moda. Questo incontro è ulteriormente sublimato nella collezione che unisce Converse, Fujiwara e Moncler, che con il progetto Moncler Genius ha dato una nuova definizione di collaborazione, creando fruttuose e inaspettate connessioni tra designer e creativi, facendosi a sua volta traduttore e interprete di un nuovo modo di intendere la moda.

 
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La moda giapponese che Hiroshi contribuì ad espandere aveva una vera ossessione per tutto ciò che apparteneva all’estetica americana, coltivando una passione impareggiabile per Converse. Anche grazie a Fujiwara, Tokyo inizia ad accogliere con sempre più frequenza le ispirazioni e le suggestioni che arrivavano dall’estero, facendole confluire in realtà nuove, creando brand, realtà ed esperienze che avrebbero contribuito a fare di Fujiwara un maestro, un faro a cui guardare per tutte le generazioni successive.

Tutti gli elementi, le influenze, le suggestioni che hanno caratterizzato e guidato il lavoro di Fujiwara raggiungono ora la loro massima espressione in una collaborazione in cui sono tre i mondi a convergere. All’interno della collezione 7 MONCLER FRGMT HIROSHI FUJIWARA + CONVERSE Fujiwara rilegge attraverso i codici estetici di Moncler due modelli iconici di Converse, a simboleggiare ancora una volta quella commistione tra latitudini diverse. Pur mantenendo il design autentico e intramontabile del modello Chuck 70, la silhouette si arricchisce di un branding grafico oversize sulla suola, e viene declinata in due colori, nero e indaco. Il modello Jack Purcell si colora invece della sfumatura preferita di Fujiwara, il nero, applicato ad una sneaker minimale in cui spiccano impunture a contrasto e il logo di FRGMT.

 
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L’ultima collaborazione di Fujiwara, Converse e Moncler rappresenta allo stesso tempo la celebrazione e il massimo scardinamento di un sistema in cui non esistono più sottoculture, ma in cui tutto è diventato contemporaneamente globale e locale. Ed è un full circle moment che la collezione esca in un momento storico in cui gli occhi di tutti saranno puntati verso le Olimpiadi, che accenderanno nuovamente i riflettori su Tokyo e la sua estetica. Fujiwara ci ricorda quanto la città sia una culla impareggiabile di sottoculture dal fascino eterno, sempre pronte ad accogliere nuovi interpreti.

L’industria della moda ha sempre amato trovare definizioni altisonanti ed evocative per le sue figure più illustri, cercando un corrispettivo linguistico adeguato per raccontarne le imprese. Il titolo di ‘godfather’, di padrino, potrebbe sembrare riduttivo, ma è invece la definizione perfetta per riassumere in una sola parola il lavoro e l’influenza di Hiroshi Fujiwara, una figura che ha tenuto a battesimo - per continuare con le metafore religiose - un’intera sottocultura, che nel tempo è diventata mainstream e globale, e che trova oggi un nuovo linguaggio all’interno del progetto Moncler Genius.

Credits:

creative direction nss factory
editorial coordination Filippo D'Asaro
artwork Caterina Novaro
words Cecilia Caruso
production nss factory