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Back where we started from: Patti Smith

Back where we started from: Patti Smith

Quando ho scoperto il fascino della moda unisex, quando ho capito che alle volte pochi elementi, non per forza femminili al cento per cento, avevano un effetto magnetico su donne innatamente eleganti, lì ho scoperto l’allure che aveva attorno a sé Patti Smith. Indiscussa cantante e poetessa della scena punk rock dagli anni settanta, credo sia corretto definirla anche come l’apripista del fascino maschile e dannato nel guardaroba femminile. Sue compagne di viaggio nei suoi testi, sono la rabbia, la malinconia e la voglia di cambiamento…componenti che si riflettono anche nel suo look, presente e passato. Già perché, poco è cambiato nel suo modo di vestire da oggi a quando aveva venti anni, ma la cosa che personalmente mi fa sorridere con ammirazione è l’eleganza indiscussa e il concetto di ridicolaggine, del tutto assente nella sacerdotessa "maudit" del rock.

Questo a dimostrazione del fatto, che chi ha la fortuna di avere uno stile proprio, naturale, e che riflette la propria personalità, è capace di portarselo con sé nel tempo, lasciandolo invariato nel generale, adeguandolo nel particolare della crescita e della maturità.
Canotte bianche informi, black skinny jeans, blazer alternati a chiodi rigorosamente in black leather, anfibi o texani, ecco Patti Smith, ecco l’eleganza dannata di uno sporco acqua e sapone. Anche negli accessori, conferma questa tendenza: multifinger rings, o “semplici” fedi sovrapposte, così come lunghe collane con croci e nastri, portate insieme ad espliciti badges applicati sui rever delle sue giacche, per non parlare dei suoi intramontabili ed invidiati cappelli a falde larghe.

Le sue T-Shirts hanno fatto storia e sono state recentemente riprodotte dalla Worn By. Da “Eat the rich”, slogan preso in prestito dai Motorhead e osannato dagli anticapitalisti e seguaci dei Ramones e della Smith, alla geniale “Fuck the Clock”, citazione di “Babel”, raccolta di poesie della stessa, che ha più volte mostrato sul palco e si vocifera anche in una New Yorker New Years’eve.
Patti Smith, come ogni bohemien che si rispetti, ha avuto una vita costellata di eccessi, luci ed ombre che ha sempre mostrato anche nel suo rivoluzionario, quanto ammaliante, aspetto.
Here you are the Godmother of Punk!