Alice Roncella
IED Milano
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Media Design, I anno
19 anni
Felino (Parma)
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Dopo essermi abituata alla mia indipendenza, a vivere da sola, in una città diversa e tornare per i weekend, vedere la mia famiglia tutti i giorni è stato strano, mi è sembrato un passo indietro. Almeno così pensavo all’inizio, ora facciamo attività insieme e ci conosciamo per la prima volta veramente. Noi poi siamo fortunati viviamo in campagna con un grande giardino, perciò non sentiamo questo grande senso di claustrofobia.
Passato un mese la mia routine si è consolidata: sveglia 7:30 (alcune lezioni le abbiamo alle 8 quindi è meglio rimanere abituati ad alzarsi presto), lezioni, pranzo veloce in quelli che sono i nostri 15/20 minuti di pausa, finita la lezione della mattina 10.000 passi in compagnia della nonna andando avanti e indietro per i soliti 400 metri di vialetto. Questo se non abbiamo lezione al pomeriggio; in quel caso, cartellina tattica e si segue la lezione dal telefono camminando in solitario. Fatti 15 minuti di esercizi tutto il tempo rimasto a disposizione e la notte sono riservati a cercare di completare le consegne per i vari corsi.
A progetti consegnati, quindi, si cucina, crea, costruisce, dipinge, legge, ci si allena, giocando a ping pong, pallavolo, frisbee, calcetto, volano, si imparano cose nuove ad esempio andare sullo skateboard, si gioca, si guardano film e serie e si studia (non fa mai male).
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
È vero: gli spunti dall’esterno, l’interazione con la città e con le persone erano nutrimenti principali di creatività. Essendo privati di questi in quarantena, ci si aiuta esplorando ii contenuti sul web, i banner pubblicitari si trasformano in cartelloni, i commenti e i post in conversazioni e le idee circolano come prima. La diminuzione di stimoli esterni può essere sfruttata per osservare tutto in modo più dettagliato.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Che mia nonna si ammali. All’inizio è stato difficile convincerla a non uscire, che le avremmo fatto la spesa noi perché voleva continuare a poter essere indipendente ed è stato difficile non poterla andare a trovare (anche se abita al piano di sotto) per mantenere le distanze, provenendo io da Milano ero un pericolo. Ora sia io che lei non abbiamo contatti dall’esterno da mesi quindi possiamo stare insieme, ma la paura continua ad esserci.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Onestamente, no. Sto pensando che adesso è così, questo è il nostro presente e dobbiamo adattarci per quanto tempo è necessario senza affrettare a riprenderci per poi rischiare di ricominciare da capo. Certamente ho pensato a cosa cambierà, ma in questo momento preferisco rimanere sul “si vedrà”.