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La protesta #cambieRAI contro il razzismo nella televisione italiana

La dimostrazione si è tenuta in contemporanea a Milano, Roma e Torino

La protesta #cambieRAI contro il razzismo nella televisione italiana La dimostrazione si è tenuta in contemporanea a Milano, Roma e Torino
Fotografo
Lucas Possiede

Ieri, davanti alle sedi RAI di Milano, Roma e Torino, si sono tenute diverse proteste in seguito alla serie di episodi di linguaggio razzista verificatisi nelle ultime settimane tanto sui canali dell’emittente che su quelli di Mediaset, tutti accomunati dall’uso di un linguaggio sfacciatamente razzista in diretta tv. Uno di questi è stato l’infelice battuta di Patrizia de Blanck al Grande Fratello VIP, un altro quello di Valeria Fabrizi quand’era ospite al programma A Ruota Libera e un altro nel presunto show satirico Striscia La Notizia

Nella speranza di un cambiamento di rotta all'interno della televisione italiana è stato creato l'hashtag #CambieRAI e una lettera aperta è stato inviata a tutti i media italiani che hanno letto quanto segue:

La Rai, in qualità di società che gestisce in esclusiva il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, ha una precisa responsabilità nei confronti di tutti i contribuenti. Tanto più che il suo codice etico prevede: “Un elevato livello qualitativo della programmazione informativa caratterizzata da una visione europea e internazionale, dal pluralismo, dalla completezza, dall’imparzialità, dall’obiettività, dal rispetto della dignità umana, dalla deontologia professionale, dalla garanzia del contraddittorio adeguato, effettivo e leale al fine di garantire l’informazione, l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale. 

Siamo cittadini di questo Paese, siamo contribuenti del servizio pubblico, e crediamo che la rappresentazione della società che va in onda sul piccolo schermo, ogni giorno ed ogni sera, entrando nelle case di milioni di persone, sia totalmente artefatta. Fuori dallo schermo questo paese è caratterizzato da una ricca diversità etnica, culturale, di genere e di orientamento sessuale che non viene rappresentato dai media. Chiediamo quindi un cambio di rotta alla RAI e a tutti i media italiani, cartacei e digitali, televisivi e radiofonici, affinché si passi da una narrazione tossica ed anacronistica, lesiva della dignità delle persone razzializzate, ad una narrazione inclusiva, che rispecchi la realtà dell’Italia del 2021.

Non vogliamo essere vittime silenziose né silenziate, strumentalizzate o sbandierate come trofeo di una fantomatica “inclusiva” : siamo soggetti che hanno dritto e titolarità di parola sulle discriminazioni che passano sulla nostra pelle. In un’Italia che non ha ancora fatto i conti con il proprio passato coloniale, è ora che si apra un confronto franco sul razzismo a partire dalle nostre voci di soggetti razzializzati.