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Il museo più inquietante di Bologna

Ovvero il Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo

Il museo più inquietante di Bologna Ovvero il Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo

Per il settimanale appuntamento con Sunday Escape, nss vi porta in luogo molto particolare ed interessante, ma certamente non adatto alle persone facilmente impressionabili.
Siamo a Bologna, all’interno del Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo, spazio inaugurato nel 2002 dove sono esposti modelli raffiguranti parti del corpo umano create a scopo didattico. Qui, al secondo piano di via Irnerio 48, sono confluite le collezioni del Museo Anatomico Normale, del Museo di Anatomia e Istologia Patologica, del Museo Teratologico Cesare Taruffi, un importante nucleo di materiale che illustra il percorso intrapreso dagli studiosi di scienze mediche nel XVIII e XIX. Le tante teche disposte in file ordinate sono una sorta di riflessione sulla malattia e sul modo in cui essa incide sulla forma e l’aspetto del corpo umano, un viaggio allo stesso tempo inquietante ed interessante tra teschi; scheletri di bambini con gravi malformazioni congenite; ritagli di pelle con tatuaggi dell’'800; raffigurazioni dei danni di gravi malattie come vaiolo, peste o sifilide; campioni di organi malati; sezioni cerebrali; studi sulle varie componenti del volto; tavole anatomiche antiche.

 

Una wunderkammer dove il ruolo principe è delle pregiate cere anatomiche, opere di artisti del settore come Clemente Susini (autore anche delle cere della Specola di Firenze), Giuseppe Astorri e Cesare Bettini. L'Università di Bologna è stata, infatti, la prima istituzione a creare una serie di modelli anatomici di cera per i propri studenti di medicina, un tecnica, quella di utilizzare la ceroplastica per questo scopo, nata ufficialmente nel 1742 quando Papa Benedetto XIV commissionò all’accademico Ercole Lelli il progetto di una Camera Anatomica che contenesse statue e modelli del corpo umano.

In quel periodo lo studio sui cadaveri era osteggiato in molti paesi europei e quindi, le cere erano un ottimo sostituto per portare avanti gli studi. Come funzionava? Il calco veniva eseguito prima in gesso sull’organo o sulla parte del corpo selezionata e poi ricoperto e modellato in cera, dipinto e arricchito il più possibile di dettagli. Una vera e propria forma d’arte che il Museo Luigi Cattaneo porta alla luce.

Una curiosità: il nome del museo è un omaggio a Luigi Cattaneo, docente di Anatomia dell’Ateneo, cui si deve la riscoperta e il ripristino negli anni Settanta, delle originarie collezioni di Anatomia umana, fortemente danneggiate dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale.