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È il momento giusto per investire nei Lego

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Negli ultimi anni, la pratica di acquistare per poi rivendere set di Lego è diventato un business molto redditizio. Nel 2021 i Lego rendevano in proporzione più dell'oro o delle opere d’arte, e ancora oggi può essere molto conveniente investire in set fuori produzione, a tal punto che tra la nicchia di appassionati è diventata una pratica comune. Il Wall Street Journal ha stimato che le persone che investono in Lego siano ormai decine di migliaia, una cifra che nel tempo ha aiutato la nascita di canali su YouTube dedicati a dare consigli a chi vuole muoversi in questa direzione, come The Brick Quest, così come portali online, ad esempio Brick Fanatic e BrickEconomy. Ci sono poi diversi siti verticali sulla compravendita di Lego, come BrickLink e Brickset, che mettono in contatto i collezionisti con gli appassionati – che di solito rientrano tra i cosiddetti AFOL, cioè “adulti fan dei LEGO” (Adults Fan Of Lego). Queste persone a volte sono disposte a pagare anche diverse migliaia di euro per i set che non sono più in commercio. È ad esempio il caso dell’edizione limitata “Lego Café Corner”, il cui valore nei mercati secondari si aggira intorno ai 2000 euro. Il giocattolo che riproduceva un edificio in stile europeo con una caffetteria, quando uscì nel 2007, costava poco più di 100 euro, ma dato che l’azienda smise di produrlo un paio di anni dopo fece impennare il suo valore.

 

Perché può aver senso investire in Lego

Rispetto ad altri prodotti come gli orologi di lusso i Lego non richiedono grossi investimenti iniziali: i singoli set, anche quelli in edizione limitata, quando vengono distribuiti presentano prezzi tendenzialmente accessibili. Di solito, prima di annunciare il ritiro di un set i rivenditori ufficiali applicano sconti con l’obiettivo di liberarsi di tutte le scorte. Prima o poi, tutti i set di Lego vengono ritirati dal mercato, solitamente la società lo fa dopo circa due anni dall’uscita. È proprio questo che permette al loro prezzo di crescere (in genere di almeno il 150% nell’arco di qualche anno) e che rende questi investimenti tutto sommato affidabili. Il mercato, poi, per quanto di nicchia, è molto dinamico dato che vengono introdotti e ritirati nuovi set con frequenza. Seguendo i vari portali online, è possibile tenere traccia dei set che prevedibilmente usciranno dal mercato ufficiale, cosa che comunque richiede un minimo di conoscenza dei trend all’interno del settore. Alcune edizioni dedicate a saghe molto popolari, come Harry Potter e Star Wars, condizionano parecchio il mercato, tanto che la Lego ha imparato a cavalcare l’onda, dedicando numerosi set ai temi. Una parte del successo dell’azienda – nata in Danimarca nel 1932 –  deriva proprio dagli investimenti fatti nelle edizioni da collezione. Oggi l’azienda è la numero uno al mondo nel settore dei giocattoli e continua a crescere: nel 2021 le vendite sono incrementate di oltre il 20% rispetto all’anno precedente, arrivando a un fatturato di più di 7 miliardi di euro. 

 

Non solo i Lego vanno forte

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Complice la pandemia, i giochi collezionabili sono diventati un bene-rifugio, un fenomeno che non riguarda solo i Lego. Investire in prodotti meno usuali, il cui acquisto è spesso legato a ragioni inizialmente ludiche, in generale può garantire buoni ritorni economici. Oltre ai Lego, vanno forte le Barbie o i modellini di auto e treni. Lo stesso vale per le carte da gioco, come quelle di Magic: The Gathering, Pokemon o Yu-Gi-Oh. Anche il mercato del reselling di certi capi di abbigliamento e sneaker può essere considerato come una nicchia a sé: in questo ambito, ad esempio, si punta molto sul cosiddetto “scarcity marketing”. È una pratica seguita da molte aziende attive nel campo dello streetwear, e di fatto rappresenta una strategia di vendita basata sul generare interesse nei consumatori attraverso prodotti che nascono già di per sé come delle rarità.