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Victoire Gouloubi

Victoire Gouloubi Chef, Milano

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Victoire wears Brunello Cuccinelli
Victoire wears Issey Miyake

Victoire Gouloubi

Chef, Milano

«Non ero vista solo come una "donna nera capitata a caso in quell’ambiente" ma ero considerata, rispettata, stimata e chiamata la chef!»

Qual è stata la parte più difficile del tuo percorso professionale finora?

Coniugare la famiglia e la carriera è stato ed è tuttora difficile. Portare avanti una carriera da chef richiede tutto il tempo necessario a disposizione - tempo non solo per cucinare ma anche per fare interviste, formazione, manifestazioni, viaggiare per fare ricerca e via dicendo. Ciò significa sacrificare anche quell'unico mondo dove posso rifugiarmi a volte da tutto.

Raccontaci del momento più felice del tuo percorso professionale.

Nel lontano 2009 ero una dei due sous-chef executive dello Sheraton Four Point, quando un giorno mi resi conto che per miei colleghi e la mia brigata di cucina non ero vista solo come una "donna nera capitata a caso in quell’ambiente" ma ero considerata, rispettata, stimata e chiamata una chef!

Cosa diresti alla te stessa di 13 anni?

Torna nei campi di mais e di arachidi, scopri e impara tutto quello che puoi della terra e dei grandi segreti delle tradizioni culinarie africane, specialmente quelle del tuo paese - goditi e ascolta i tuoi genitori perché il tuo futuro professionale non ti concederà molto tempo per stare spesso con loro.

Quali cambiamenti speri di vedere nel tuo settore in Italia nei prossimi 5-10 anni?

Molti. Prima di tutto vorrei vedere sempre più chef talentuosi e futuristi di origine africana ma soprattutto vorrei che si parli delle "diverse gastronomie culinarie africane" come trend e non della "cucina africana" come un tutto indistinto. L'Africa è prima di tutto un continente e non un paese.