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Come il fleece è diventato mainstream

Il merito è (quasi) tutto di Patagonia

Come il fleece è diventato mainstream Il merito è (quasi) tutto di Patagonia

Il freddo sta bussando alle nostre porte e come ogni anno ci troviamo a decidere cosa indossare in questo periodo di temperature difficili. Uno capo immancabile nel nostro guardaroba, nonché alleato prezioso per il clima pungente tornato in voga proprio negli ultimi anni, è il fleece: dalla sua classica versione a giacca, passando alla sua versione a pullover, come lo storico Synchilla di Patagonia (spesso indossato da Shia Labeouf o Kendall Jenner), fino ad arrivare a versioni più particolari come quelle firmate Nike ACG. Ma quando nasce il fleece e come si è affermato come capo genderless e cross generazionale? Per rispondere alla domanda bisogna fare un passo indietro nel tempo, sino agli anni '70. In passato, il fleece rappresentava tutto ciò che gli uomini non volevano indossare: un semplice maglione in pile, prediletto da pescatori e anziani, poiché legato specificatamente alle attività outdoor. Successivamente, verso la metà degli anni '80, grazie anche alla riscoperta dell'armadio dei propri nonni, anche i fleece, realizzati con cotoni o lane grezze e spesse ma comode e calde, diventano di moda. Ma il merito del fleece moderno è di Patagonia. Yvon Chouinard, fondatore del brand, racconta nelle pagine del suo libro Some stories che prese ispirazione dai maglioni in lana dei pescatori (i cosiddetti fisherman knit) per creare un capo che sarebbe rimasto cristallizzato nella memoria collettiva nei decenni a venire. Era tra i suoi indumenti preferiti: caldo, comodo e con una bella texture. Unica pecca? Un item difficile da lavare e da far asciugare. 

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Fu così che ebbe inizio la ricerca di un degno sostituto: l'obiettivo era realizzare un capo dotato di un materiale in grado di mantenere ugualmente calore ma meno spesso. Nei primi sample realizzati da Patagonia, infatti, venne utilizzato un pile di qualità molto bassa: l'ispirazione proveniva da un materiale trovato casualmente tra le mura di un outlet di tessuti in Canada. Da lì, le ricerche per il tessuto perfetto continuarono e la scelta ricadde su un materiale fortuitamente trovato in un magazzino di Los Angeles, utilizzato per realizzare copri tavolette, umile ma con una texture interessante. Per dar vita al capo, Patagonia nei mesi successivi iniziò a collaborare con la Malden Mills, azienda tessile che molti, oggi, conosceranno con l'appellativo di Polartec. Nacque così il Patagonia Fleece, che in poco tempo si tramutò in un must-have per la protezione outdoor, perfetto per il layering con giacca e shell anti pioggia. Tuttavia, il capo veniva realizzato con fibre sintetiche provenienti da combustibili fossili, una scelta di produzione che andava totalmente contro l’heritage del brand. Fu così che iniziò una nuova ricerca, questa volta per un materiale che fosse sì funzionale ma soprattutto ecologico. Nel 1993 Patagonia divenne il primo brand a utilizzare plastica riciclata per realizzare fibre sintetiche, spesso presenti nei tessuti nonostante la limitata tecnologia dell’epoca. I primi fleece completamente riciclati erano difatti verdi, risultato del recupero di bottiglie di plastica di quel colore per la creazione del tessuto.

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Andando più avanti nel tempo, Patagonia iniziò a introdurre la lana riciclata, proveniente da vecchi capi in disuso. Negli anni '90, poi, il fleece inizia a permeare nella cultura mainstream grazie ad aziende (non per forza legate al mondo dell’outdoor, come Ralph Lauren) che ne realizzarono una propria versione senza tuttavia raggiungere gli standard qualitativi e funzionali di Patagonia. Verso la fine di questo decennio il fleece diventò ufficialmente mainstream, approdando nel mondo dell'office wear: il modello, con tanto di ricamo personalizzato sul petto, diventò l'uniforme dei dipendenti di molte aziende - ricordiamo Apple come esempio storico. Negli stessi anni Patagonia bloccò la fornitura di fleece per compagnie che non prestavano attenzione alle dinamiche ambientali, causa portante per l'azienda fondata da Chouinard. Il resto vien da sé: la storia ci dice come l'innovazione di Patagonia sia stata non solo geniale, quanto avveniristica. Lo scorso anno il fleece è stato il cavallo di battaglia per Stüssy con il famoso 8 Ball Sherpa, tra gli item più desiderati tra i cool kid. Merito del trend del layering, ovvero l'abilità di saper stratificare vari capi in un solo outfit, il fleece è diventato un elemento chiave negli outfit di tutti i giorni, celebrity comprese.