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Come si vestono gli hypeboy oggi e cosa c'entra Pinterest

Come Pinterest è diventata la moodboard preferita dei cool kids

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Quando si parla di trend online si citano sempre TikTok ed Instagram, due mostri del marketing che non riescono più a passare inosservati, nella moda come nella beauty industry. Ma mentre queste due app vengono riconosciute dai grandi del sistema come punti di riferimento costanti per raggiungere adolescenti e twenty-something, esiste uno spazio (conosciutissimo, sia ben chiaro) amato alla follia da questa fascia demografica che lo usa per trovare idee per i propri outfit, e che per adesso sta riuscendo a rimanere autentico e intaccato da multinazionali e affini. Pinterest, nato nel 2010 da un'idea di Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, è un social media indipendente che oggi conta 463 milioni utenti attivi e una crescita costante di oltre il 7% di anno in anno. Sebbene la maggior parte degli iscritti sia americana, come dimostrano i dati riportati da Kepios sul primo trimestre del 2023, in Italia il numero di teenager che scarica l’app è in forte crescita. Secondo l’Indagine nazionale Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, negli ultimi tre anni il social media di Silbermann ha subito un balzo di interesse dal 24,9% al 52,4% tra gli adolescenti italiani, in particolare tra le ragazze (75%). Ma cosa rende questo social così speciale? 

Algoritmocrazia e inclusivity 

Se c’è una cosa che abbiamo imparato negli ultimi anni è che i nuovi social media non si basano più su chi segui, ma su chi dovresti seguire. In questo senso, Pinterest è un paradiso algoritmico. Fin dalla sua creazione, i suoi calcoli si basano su regole semplici: formando una home page dedicata, indipendente dai profili che si seguono ma basata sulla tipologia di contenuti con cui si è più soliti interagire, Pinterest agisce da moodboard più che da social. Uno studio creativo digitale, è perfetto per le mamme che hanno bisogno di ricette adatte per le feste di compleanno così come per i giovani che vogliono scoprire quale abbinamento copiare per il loro prossimo appuntamento. Ogni homepage risulta unica, e per questo ognuno riesce facilmente a trovare la propria nicchia e a sentirsi partecipe dei contenuti che salva sul proprio profilo nelle bacheche appositamente create. Le pubblicità sono poche, e soprattutto poco invadenti, infilandosi qua e là nel feed a cascata della home page, ed ogni immagine suggerita riesce sempre - e sottolineiamo, sempre - ad essere rilevante per l’utente che se la ritrova sullo schermo. Che tu sia un appassionato di interior design, d’arte, di make-up o di yoga, l’app riesce non solo ad individuare i tuoi interessi, ma anche il tuo stile. E lo fa riuscendo anche ad essere inclusiva. Un esempio è il filtro di ricerca che riconosce il pattern di capelli, una feature aggiunta nel 2021 che permette agli utenti BIPOC di trovare ispirazione per le proprie acconciature in modo più rapido. Questa caratteristica è una dimostrazione non solo dell’alto livello qualitativo dell’algoritmocrazia di Pinterest, ma anche di come gli altri social media moderni potrebbero concretizzare il loro supporto per una migliore rappresentazione delle minoranze online. 

Il look Pinterest

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Lasciando stare per un attimo interior design e ricettari, a loro modo pur sempre utili, parliamo del vero motivo per cui Pinterest sta seminando la concorrenza: i look. Mentre solo pochi anni fa i consigli di stile dell’app si riducevano a foto di influencer in completi total firmati, logati e costosissimi, oggi il “Pinterest outfit” per eccellenza è accessibile, e per questo infallibile. Sposando glamour con vintage, stivali da cowboy con vestitini fru-fru, adidas Samba e jeans oversize tenuti insieme dai lacci da scarpe, l’app ha formato una sorta di armata under-20 il cui guardaroba è in un certo senso unico ma facilmente riproducibile. Forse uno stile nato per le strade di New York, dove il completo americano hoodie-e-sneaker si è ad un certo punto della storia scontrato con quello europeo dei fortunati che potevano andare in vacanza nel mediterraneo, oggi lo street style dei giovani più edgy si rifà ad una formula specifica che Pinterest riesce a presentare con una precisione chirurgica. I jeans devono essere grigi o neri, larghissimi, meglio se distressed; le sneaker devono avere un sentito un po’ anni Settanta o Novanta, tipo le già citate Samba, le Asics Onitsuka Tiger o le Clarks Wallabees, le magliette devono essere cropped al punto giusto, scoprendo qualche centimetro della parte bassa dell'addome, le giacche sono la Detroit di Carhartt o la Varsity di Stussy. E gli accessori, per tutti, sono cappellini da baseball, borsoni hobo in pelle lavorata o tessuto tecnico, ed occhiali da sole cyber-core, che non c’entrano niente con l’outfit ma che completano il look non di meno. Pinterest è così diventato il luogo in cui tutti gli adolescenti si ritrovano a prendere ispirazione, e di conseguenza il posto che ha spinto molti ragazzi a vestirsi alla stessa maniera. E se da un lato questa omologazione stilistica risulta essere piuttosto ironica, dato che l’app nasce come mezzo per esprimere la parte più unica ed autentica di ogni utente, dall’altro è quasi commovente come, per la prima volta nella storia dei social media - in verità prima di Pinterest ci era riuscito Tumblr, anche se in modo diverso - una generazione intera sia riuscita a sfruttare l’indipendenza di Pinterest per riuscire a trovare una voce senza il costante intercedere delle adv: su quella home page bianca e bordeaux ci sono solo loro e le loro Birkenstock Boston, nient'altro.