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La poetica del viaggio e della cultura di Romeo Gigli

Uno dei designer più innovativi del ventesimo secolo

La poetica del viaggio e della cultura di Romeo Gigli Uno dei designer più innovativi del ventesimo secolo
Il profumo, 1989
Spring Summer 1990
Spring Summer 1990
Spring Summer 1990
Spring Summer 1990
Spring Summer 1990
Spring Summer 1990
Fall Winter 1989
Callaghan 1988

Nell’Olimpo dei designer italiani storici, quelli cioè che hanno definito il corso del ready-to-wear o della haute couture in modo significativo e che hanno cementato un percorso poi seguito da tutte le generazioni successive, ci sono sicuramente nomi come Valentino, Gianfranco Ferré, Krizia, Giorgio Armani, Franco Moschino, stilando un elenco non esaustivo. Vi è anche un creativo che nonostante si sia più volte distinto con splendide collezioni, spesso imitate e replicate, non ha però ricevuto quel giusto riconoscimento che avrebbe meritato. Si tratta di Romeo Gigli. Il suo percorso inizia con gli studi in architettura che non porta mai a termine; in giovanissima età comincia a viaggiare per circa una decina d’anni, soprattutto nei paesi dell’Estremo e del Medio Oriente, assorbendo quanto più possibile da questi mondi così lontani che lo influenzeranno profondamente, specialmente a livello stilistico. Tornato in Italia con un ricchissimo bagaglio culturale e una collezione di “reperti tessili” di eccezione inizia a lavorare per Callaghan, brand di Zamasport per il quale aveva lavorato anche Gianni Versace

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Spring Summer 1990
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Spring Summer 1990
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Spring Summer 1990
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Spring Summer 1990
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Spring Summer 1990
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Spring Summer 1990

Le sue creazioni per il marchio mostrano immediatamente la sua propensione per le decorazioni ricche e intricate, così come la tendenza a celebrare il passato, il tutto completato da silhouette morbide. Questi elementi, sebbene non ancora applicati al suo brand omonimo che dovrà ancora fondare, saranno la sua cifra stilistica per tutta la sua carriera, affinandosi sempre di più e raggiungendo alcuni momenti culminanti passati alla storia della moda. Lo stile di Gigli si mostra più maturo e meno opulento quando inizia a presentare le collezioni che portano il suo nome, senza mai privarsi però di quei viaggi che hanno caratterizzato la sua formazione giovanile e che lo porteranno a includere, quasi inevitabilmente, moltissime fonti di ispirazione diverse, soprattutto di natura etnico-tradizionale e geografica. Differenti impulsi culturali provenienti dai più disparati angoli del mondo che vengono mescolati costantemente per creare tagli nuovi e silhouette innovative.

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Callaghan 1988
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Fall Winter 1989
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Questo senza mai generare eccessivi contrasti, ma con una costante delicatezza e una sempre presente armonia, anche laddove gli ossimori tematici potevano sembrare più stridenti. Questa estetica così particolare, fatta di esperienze, viaggi, stratificazioni e culture, gli ha permesso negli anni di presentare delle collezioni che ne hanno rappresentato la perfetta esemplificazione. Partendo da Cristalli, Primavera Estate 1990, con i celebri ed enormi orecchini a tema con il titolo scelto per la stagione, uno degli show di Gigli più noti in assoluto, passando per La Persiana Autunno Inverno 1994-95, o Principesse Contemporanee Autunno Inverno 1996-97, il designer ha dimostrato la sua maestria nel tradurre gli stimoli che è riuscito a raccogliere nel mondo in creazioni coerenti e senza tempo, eleganti e portabili, innovative e tradizionali. Alcune di queste sono state esposte, infatti, al Momu di Anversa, al Fashion and Textile Museum di Londra, al Fashion Institute of Technology e al Metropolitan Museum di New York, oltre a essere acclamate dal pubblico con un grande successo.

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Il profumo, 1989
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Il brand nato nel 1983 è stato lasciato da Gigli nel 2004, pur continuando a esistere senza il suo fondatore. Questo è solo un altro esempio di come questo tipo di creativi “d’altri tempi”, sebbene abbia provato a tutti di essere brillante con il proprio lavoro e la propria inventiva, non sia compatibile con le dinamiche di mercato della moda contemporanea che difficilmente accolgono un tipo di visione così intellettuale, artistica, e anche carica di storie, privilegiando il successo commerciale a tutti i costi, le vendite da capogiro e la diffusione su scala globale. Tutte necessità molto lontane dal lavoro e dalla poetica di Gigli.