Vedi tutti

Thom Browne per Moncler... Pronti, Partenza, Via!

Thom Browne per Moncler... Pronti, Partenza, Via!

Prendete il marchio franco-italiano Moncler e aggiungeteci il talento a stelle e strisce di Thom Browne. Quel Thom Browne responsabile, tra le altre, dell’introduzione degli shorts nel guardaroba del finora impeccabile e bacchettone businessman cittadino - esatto, proprio i famigerati pantaloncini, quelli normalmente relegati a capo estivo, accettabili (per questioni di “etichetta” modaiola) unicamente al mare o in campagna. Sempre lui, poi, ha deciso che la lunghezza del pantalone che compone il visto&rivisto abito maschile doveva essere aggiornata: ed ecco che ora è tutto un pullulare di caviglie scoperte ed eleganti ometti sgambettanti nei loro completi finalmente meno rigidi e formali.

“Gamme Bleu” è il nome che  sigilla il patto di alleanza tra le due parti, e vede per questa primavera/estate un tripudio-tributo al mondo dello sport, storico e “genetico” background del mondo Moncler, strizzando per l’occasione l’occhio al mondo del ciclismo. Giro d’Italia e Tour de France sono presenti sia nei dettagli (guanti sditati, leggings, cappellini) che nei materiali utilizzati per la collezione (nylon e altri tessuti tecnici). 

I piumini simbolo della maison cedono il posto, per ovvie esigenze di stagione, a giacchette leggere e impermeabili, anche se qualche gilet trapuntato fa timidamente capolino qua e là tra i vari outfit proposti.

Il tocco di Browne, deciso e riconoscibile, si fa sentire in maniera inequivocabile ma discreta, senza mettere in alcun modo in ombra quelle che sono le peculiarità dei capi Moncler, peculiarità che da sempre connotano la casa di moda agli occhi dei propri aficionados. Browne vive quindi nei dettagli, quei suoi tipici colpi di testa che contribuiscono a ridefinire la silhouette maschile tramite escamotage come caviglie e avambracci stretti da lacci in nylon, oppure l’uso di stampe pop decisamente non convenzionali.

Tocchi sartoriali e maglieria non mancano, come a dire che mondo dello sport e della haute couture non solo non sono antitetici e incompatibili, ma anzi, dimostrano per l’ennesima volta quanto l’unione faccia la forza.