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I mosaici sono il segreto architettonico meglio custodito di Milano

Piccoli capolavori che decorano ingressi e maestosi palazzi

I mosaici sono il segreto architettonico meglio custodito di Milano Piccoli capolavori che decorano ingressi e maestosi palazzi

Durante il suo girovagare tra i diversi quartieri di Milano, immerso in atmosfere continuamente differenti, a volte in contrasto, altre in perfetta armonia, Stefan Giftthaler è rimasto talmente affascinato da un dettaglio - che molto spesso passa inosservato - da dedicarci un progetto fotografico, iniziato a marzo 2020, pochi giorni prima del lockdown. 

I mosaici sono infatti un elemento archittettonico che viene largamente trascurato, non valorizzato a sufficienza, o ancora, non immediatamente associato all'estetica milanese. Senza le enormi decorazioni costituite da piccoli tasselli colorati, che a volte formano un piccolo quadro mentre altre giocano sulle armonie cromatiche, aggiungono carattere e personalità a costruzioni altrimenti austere.
Nella sua serie fotografica, che comprende una cinquantina di scatti, Gifttahler ha voluto ritrarre abitazioni private, palazzi commerciali e di uffici, ingressi scenografici e gallerie antiche in cui i mosaici la fanno da padrone su pavimentazioni spettacolari. 

Gli edifici fotografati da Gifttahler appartengono a diversi distretti di Milano, ma quasi tutti furono costruiti tra gli anni '60 e '70. Quello dei mosaici era un trend piuttosto in auge all'epoca, tanto da essere impiegato largamente anche dagli architetti più celebrati del tempo, come Bruno Munari o Piero Bottoni. Erano loro a rivolgersi ad artigiani specializzati per la realizzazione di queste decorazioni, artigiani che molto spesso rimanevano anonimi. "Questo tipo di decorazioni era realizzato completamente a mano ed era anche piuttosto costoso da creare" ha raccontato il fotografo a Wallpaper*. "Oggi è difficile immaginare un progetto tanto costoso nella costruzione di un palazzo, soprattutto di quelli più economici. Ma credo che al tempo esistesse l'idea che attraverso la bellezza e il design la società potesse diventare un posto migliore." Per certi versi, l'impiego e la destinazione finale di questi mosaici rivelano il carattere "democratico" dell'architettura milanese: queste decorazioni non erano infatti riservate agli edifici più costosi situati nelle aree più prestigiose, ma sono invece presenti anche nelle costruzioni più umili, anche nei quartieri più difficile, a testimonianza di come la bellezza e la ricerca artistica non debbano essere appannaggio solo della classi sociali più alte. 

Per quanto i mosaici rendano moltissimi ingressi e palazzi dei piccoli capolavori, aggiungendo carattere e personalità ad edifici nella loro complessità piuttosto anonimi, restano un dettaglio spesso dimenticato all'interno dell'immaginario architettonico milanese. Stefan Gifttahler ha voluto restituirgli l'importanza che meritano.