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Dentro i party dei soldati americani in Sicilia

L’incontro dei soldati USA e dei giovani di Catania negli scatti di Marco Coniglione

Dentro i party dei soldati americani in Sicilia L’incontro dei soldati USA e dei giovani di Catania negli scatti di Marco Coniglione
Fotografo
Marco Coniglione

Quando abbiamo chiesto al fotografo Marco Coniglione che cosa fosse di preciso un American Party in Sicilia lui ha ammesso: «È un po’ difficile da descrivere a chi non ne ha mai vissuto uno». E in effetti le parole non bastano per raccontare la loro atmosfera caotica, vitale, a tratti un po’ impetuosa – le immagini sono molto meglio. Proprio le immagini, o in questo caso le fotografie della serie Ammeri Ca, sono lo strumento migliore per trovarsi catapultati su quei dancefloor affollati, in cui «sembra quasi di essere in un video musicale». La serie di fotografie racconta del circuito di party che da molti anni vanno avanti nei pressi di Catania, dove si trova la Base Aerea di Sigonella, enclave siciliana dell’esercito americano a 15 chilometri da Catania. 

Aperta nel ’59, la base è uno dei principali hub dell’esercito americano nel Mediterraneo e ospita oltre 4000 persone fra soldati, civili e familiari dello staff. Al suo interno, si vive come negli USA ma sarebbe un errore pensare che la comunità di americani che vive nella base sia separata dal mondo: «Chi era un teenager negli anni ’80 e ’90 credeva che fossero tutti dei soldati speciali venuti qui non per vivere e ambientarsi con la cultura del luogo», racconta Coniglione. «Ma qualche anno più avanti, tutti capirono che quei soldati non sono altro che dei giovani adulti, lontani da casa, che lavorano e si allenano tanto, ma che hanno anche la necessità di staccare la spina e di diffondere la propria cultura, scambiando idee e abitudini con le persone del posto». La base apriva le porte al pubblico per le ricorrenze annuali, come ad esempio Halloween, ma capitava anche che gli americani al suo interno si spargessero nei dintorni: «Non era difficile trovare veri e propri mini quartieri di Americani anche nella periferia e bastava conoscere la gente giusta per imbucarsi in un festino qui e lì».

Un incontro di culture, quella dei soldati USA e quella del profondo Sud Italia, che si sviluppa attraverso una piccola costellazione di discoteche sulla spiaggia, chioschi dei panini e locali sparsi tra una città e l’altra: «Molti andavano al Banacher intorno ai primi 2000, quando io ero ancora piccolo. Il sabato, avevano una pista solo per gli americani. La tappa fissa dopo la discoteca erano i camion dei panini vicino la stazione di Catania. Si mangiava e poi si andava per night club a fare after – loro al night club si portavano dietro anche le pizze e le alette di pollo. Oggi i party sono di meno, ne fanno al Tremors o li organizza un ragazzo di nome Gana. C'erano posti come Il McIntosh a Catania, poi un anno andava di moda la Cucaracha, l'anno dopo le Capannine, poi il lido Jolly o il Barbara Disco Lab. Cambiavano i locali ma la gente era bene o male la stessa. Perlomeno gli italiani». 

Nel corso di vent’anni, il rapporto fra gente del luogo e americani è andato ben al di là delle semplici feste, aprendosi a scambi culturali più profondi ma anche colorandosi di una certa malinconia: «Il lato brutto era affezionarsi a qualcuno che sarebbe partito entro i tre anni. A volte nascevano amori, spesso solo amicizie», ricorda Coniglione. Quello che pare emergere dalle parole del fotografo, però, è il senso di un incontro reciproco – quello degli americani che incontrano la colorita cultura del sud, con le sue battute in dialetto, il suo cibo locale e la sua rilassatezza; ma anche quello dei siciliani che nell’incontro con quel piccolo pezzo di America che è Sigonella trovano «una società libera dai pregiudizi , perlomeno più della mentalità antica ancora tanto radicata in Sicilia».