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Andare a letto tardi non va più di moda

Davvero dopo le 21.00 non accade più niente di interessante?

Andare a letto tardi non va più di moda Davvero dopo le 21.00 non accade più niente di interessante?

Detti popolari, il cinema, la musica, la televisione e altri mezzi culturali hanno raccontato come la notte sia il momento della giornata durante il quale trovare la giusta ispirazione, o semplicemente un lasso di tempo in cui cose fuori dall’ordinario possono avvenire con maggiore facilità. Se da un lato si dice che la notte porta consiglio, altrettanti modi di dire come «Il mattino ha l’oro in bocca» suggeriscono il contrario. Stabilire quale tra le due fasce orarie sia la migliore per far funzionare il proprio cervello è una questione relativa, in quanto dipende da tanti fattori: aspetti culturali, orari lavorativi, velocità d’esecuzione delle task giornaliere, ma anche problemi di salute ed eventuali pandemie. Riguardo all’argomento, è meritevole di menzione un articolo del Wall Street Journal che testimonia come le persone definite "twentysomething", comprese tra i 20 e i 29 anni, tendano ad addormentarsi prima rispetto al passato. Stando a quanto riportato dallo stesso quotidiano, in uno studio del 2022 è emerso che negli Stati Uniti coloro che appartengono a questa fascia d’età dormono in media 9 ore e 28 minuti, un incremento dell’8% rispetto alle 8 ore e 47 minuti del 2010. I dati raccolti all'inizio del 2024 fortificano maggiormente la tendenza dei più giovani ad andare a letto presto. I giovani compresi tra i 18 e i 34 anni vanno a letto, in media, alle 10:08, come dimostrano le due milioni di persone la cui igiene del sonno è stata presa in analisi dal WSJ. 

L’impatto del Covid-19 sul sonno

@jojoasmr fall asleep in 5 minutes! #asmr #asmrsounds #asmrtiktoks #asmrvideo #jojoasmr #asmrsleep #asmrsleeprelax #longasmr original sound - jojo

La pandemia scoppiata nel 2020 ha cambiato - momentaneamente o in modo irreversibile - l’abitudine del sonno di molti, giovani e non. Mentre nel caso di chi al tempo non aveva un’occupazione lavorativa stabile, e quindi non fu travolto dall’avvento dello smart working, le giornate anestetizzavano l’emotività e spegnevano qualsiasi tipo di sforzo per trovare un hobby, più di qualche "coraggioso" ha visto nel perdurare della pandemia un’occasione propizia per cimentarsi in nuove attività. È questo il motivo per cui molti "health-bro" hanno sviluppato la passione per il fitness durante il lockdown: dagli esercizi eseguiti su un tappetino da palestra nella propria cameretta è nato un pretesto per scoprire tanti altri nuovi aspetti che contribuiscono a rendere la routine più salutare, come ad esempio seguire un ciclo di sonno regolare.

Il ruolo della FOMO e dei trend di TikTok

@gracie_norton night isn’t complete without a nice little beverage & something sweet!!

Come dimostrano alcuni trend su TikTok, sembra che la Generazione Z sia realmente interessata a dormire di più rispetto al passato. Un esempio è la viralità raggiunta sul social dai suoni ASMR, i quali favorirebbero il relax e il sonno, ma anche dallo sleepy girl mocktail. Quest'ultimo è stato lanciato dalla wellness influencer Gracie Norton ed è un cocktail analcolico a base di succo di amarene, magnesio e soda, una combinazione di ingredienti che promette di passare una notte di sonno indisturbato la cui popolarità coincide con il Dry January, il periodo senza alcol introdotto per recuperare dopo le festività natalizie. Quindi, è tempo di dare il benvenuto ai mocktail (ossia drink senza alcol), soprattutto se aiutano con i problemi legati al sonno. In un mondo in cui molti possono riservare particolare attenzione allo show-off, capiamo perfettamente chi non riesce ad addormentarsi presto a causa della FOMO, la forma di ansia sociale caratterizzata dal costante bisogno di rimanere connessi alle attività svolte dalle altre persone. 

Specialmente in determinati settori come della moda, dello sport e della musica, non è affatto vero che dopo le 21.00 non accade nulla di interessante; anzi, potrebbe essere esattamente il contrario. Tim Dowling, giornalista del The Guardian, spinto dal consiglio di una diciannovenne, ha provato ad andare a letto alle 21.00 per una settimana. Dormendo circa 11 ore a notte, si è sentito esausto, annoiato e insoddisfatto, finendo per sconsigliare questo ritmo ai lettori del quotidiano. Dunque, come ben sappiamo non tutte le mode vengono per restare, ma soprattutto non tutte possono concretizzarsi in egual maniera per ciascuna persona. D’altronde, non dedicare del tempo ai propri interessi a fine giornata, specialmente dopo una dura giornata lavorativa, suona davvero come uno spreco di tempo, un’occasione non sfruttata per evadere dalle dinamiche lavorative. E se i giovani si addormentassero prima, davanti a uno schermo, perché esausti dagli assurdi (e spesso sottovalutati) ritmi lavorativi di oggi?