Brando De Carlo Coleman
Polimoda
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21 anni
Firenze
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
Tutto è cambiato di punto in bianco. La nostra università aveva appena riaperto, dopo essere rimasta chiusa per una settimana seguendo le direttive di altre regioni come il Veneto e la Lombardia, nonostante non fosse stata obbligata a farlo. Stavo vivendo normalmente la mia vita che mi portava a camminare sempre attraverso gran parte del centro di Firenze per arrivare alla mia università. Dal nulla, un giorno, venni contattato da mia madre che mi chiese di tornare a Vicenza, città dove sono cresciuto e dove la mia famiglia risiede, al che presi un treno poche ore dopo con un borsone contenente le cose più essenziali (caricatori varii, Mac, un paio di vestiti e qualche libro) erroneamente pensando che le restrizioni si sarebbero protratte per massimo 2 settimane. Nonostante tutto, fortunatamente, questa nuova quotidianità, non mi ha sconvolto totalmente dato che sono un ragazzo che vive abbastanza nel suo mondo. Tolte le svariate lezioni online che sono tenuto a seguire, il resto del tempo lo impegno nel leggere e guardare libri, magazine, film e serie tv che mi sono ripromesso più volte di vedere con calma cosicché potessi apprezzarli al meglio. Ho speso anche parte di questo tempo libero per andare attraverso i messaggi non visti e non risposti che si perdono nelle normali giornate frenetiche, sfruttando quindi questo momento anche per riallacciare i rapporti con vecchi amici.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Per continuare ad essere creativi bisogna continuare a rimanere positivi, bisogna pensare che prima o poi si ritornerà come prima. I miei spunti sono i vari libri che leggo, quando la realtà è così cupa, bisogna trovare spunti nella fantasia o guardando al passato quindi immergendosi in altre realtà alla ricerca di nuovi significati. Oltre ai libri, seguire anche i giusti profili su Instagram può aiutare, specialmente in questo periodo, anche i podcast o piattaforme educative online. Non pensare troppo, uscire a farsi una camminata con il cane con le dovute precauzioni.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Di non riuscire a tornare più alla nostra normalità, non riuscire più ad adattarsi. Noi italiani siamo un popolo molto caloroso ed emotivo, questo virus ci colpisce quindi anche più di altre nazioni, perché ci spinge a stare lontani gli uni dagli altri. Mi chiedo, se quando usciti da questa infelice spirale, saremo più tedeschi di prima, più freddi.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Sfortunatamente non tanto. Spero di poter tornare il prima possibile a Firenze, a tornare alla mia quotidianità con i miei amici e compagni. Spero di poter continuare a cercare e trovare il mio stage lavorativo per l’estate, ma per quelle che sono le premesse odierne, non è che ci si possa sperare troppo. In ogni caso una speranza rimane sempre e quella è la cosa più importante.