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Che anno è stato per Nike?

La stagione 2023/24 ha rappresentato un ritorno alle origini per Nike, ma con alcune importanti novità

Che anno è stato per Nike? La stagione 2023/24 ha rappresentato un ritorno alle origini per Nike, ma con alcune importanti novità

La scorsa stagione è stata per Nike quella del ritorno ai template, una strada che l'azienda sembrava aver voluto abbandonare e che invece è ancora protagonista anche nelle maglie di quest'anno. Sia per le squadre Elite che per le Premium e Standard sono stati quindi utilizzati modelli in continuità estetica con l'anno precedente, non una sorpresa visto come i brand cercano di rendere determinati trend duraturi nel tempo in modo tale da imporli sul mercato e ripagarsi dell'investimento fatto. Così le principali squadre che portano in campo lo Swoosh sul petto non hanno visto le loro maglie cambiare drasticamente, con specialmente i kit home che sono rimasti pressocché invariati a causa di un design ormai talmente storicizzato da non sopportare grossi scossoni.

Ad esempio la prima maglia dell'Atletico Madrid ha abbandonato quelle strisce ondulate che avevano reso la maglia della scorsa stagione una delle meno vendute della storia Colchoneros, allo stesso modo anche il Barcelona ha semplificato la sua tornando alle origini della maglia blaugrana. Dopo che la stagione scorsa quindi Nike ha inserito il template Vaporknit 2022, questa è la stagione della restaurazione, con lo sguardo rivolto all'indietro verso le estetiche anni '90 e '00 utilizzate soprattutto nel design degli away e third kit.

L'estetica videogame anni '90

Una delle chiavi scelte da Nike è stata la celebrazione dell'estetica retrò legata ai primi videogiochi ed ai primi personal computer, con tanto di pixelature e bande sgranate. Un esempio di questo trend è chiaramente la prima maglia dell'Inter, con le strisce nerazzurre che ricordano una televisione mal sintonizzata, o la maglia away del Liverpool, ispirata al kit da trasferta della stagione 1995-1996 e reinterpretata da pattern tonale ad effetto pixelato. Anche la maglia away del Chelsea pesca dall'archivio dei primi anni 2000 con un effetto reticolato da screensaver.

Ma oltre il design delle maglie è anche lo storytelling e lo styling degli shooting a posizionare Nike saldamente in quel decennio d'oro a cavallo dei due millenni quando divenne a tutti gli effetti il brand più cool nel mondo del calcio. Recuperare quella vibe fatta di colori evidenziatore, grafiche invadenti ed estetica streetwear è nei piani di Nike, lanciando anche collezioni lifestyle decisamente urban e con un taglio in aperto contrasto con lo stile più pulito dei suoi diretti competitors.

Nike Grind 

Nike da stagioni sta perseguendo l'obiettivo di rendere le maglie da calcio sostenibili, abbassando l'impatto che l'intera filiera può avere sull'ambiente. Un progetto estremamente ambizioso che sta avendo degli effetti ovviamente anche sul design e sull'estetica delle stesse maglie, cambiando i tessuti utilizzati e altri elementi distintivi, come stemmi societari e lo stesso iconico logo dello Swoosh. Quest'ultimi infatti sono realizzati in Nike Grind, il nuovo materiale composto in gran parte da scarti di produzione post-industriale, scarpe usate e difettose e materiali di fine lavorazione.

Un processo circolare che evita lo spreco all'interno delle fabbriche Nike e che può essere utilizzato per i più svariati prodotti, dalle insonorizzazioni domestiche ai playground, fino appunto alle maglie da gioco. L'effetto sgranato tipico dei materiali di riciclo è evidente nella terza maglia del Barcelona, turchese con accenti blu e granata, ma anche nei loghi realizzati per il third kit di Inter e Tottenham. Una scelta che nei prossimi anni potrà diventare sempre più comune, visto il necessario interesse dei brand e dei club verso la sostenibilità.

Nuovi pubblici, nuove maglie

Non è certo una notizia che Nike si stia disimpegnando dalla sponsorizzazione di club e calciatori in Europa per cercare di conquistare anche nuovi pubblici meno avvezzi al gioco del calcio, più che per disponibilità che passione. Così Nike ha fortemente investito sulla Saudi League, vista anche la presenza del suo asset principale Cristiano Ronaldo, realizzando le maglie di due delle squadre più importanti, l'Al-Nassr di CR7 e l'Al Ittihad di Karim Benzema. Al netto dei tanti problemi di fornitura riscontrati negli ultimi mesi che hanno reso introvabili le nuove maglie dell'Al-Nassr, aver conquistato da subito un mercato così ampio e così ricco ha posizionato Nike in vantaggio rispetto ai suoi diretti competitors in vista della continua evoluzione del calcio arabo.

In modo simile Nike ha sfruttato il Mondiale di calcio femminile per amplificare il lavoro fatto negli ultimi anni, realizzando maglie speciali per le nazionali impegnate e lanciando una serie di video attraverso i propri canali social. Come negli anni 2000, quando il brand rivoluzionò il mercato della comunicazione sportiva grazie a spot iconici come Winner Stays On e The Cage, Nike ha scelto di rendere sei delle calciatrici più forti del pianeta le protagoniste della sua campagna pubblicitaria, inserendosi anche qui su un mercato potenzialmente molto forte puntando sulle chiavi estetiche che padroneggia meglio: la nostalgia Y2K e lo streetstyle