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Di spettacolare è rimasto il beach soccer

E se il calcio nella sua forma più spettacolare fosse quello giocato sulla sabbia?

Di spettacolare è rimasto il beach soccer E se il calcio nella sua forma più spettacolare fosse quello giocato sulla sabbia?

POV: sei in spiaggia e hai appena finito la settimana enigmistica, è il momento di andare a giocare a calcio sul bagnasciuga, provando a battere con gli altri complici il record di tocchi al volo che dura dall'estate scorsa, rischiando di colpire bagnanti qua e là con rovesciate in acqua. 

In estate la migliore versione di quelle azioni sul bagnasciuga è il beach soccer, uno sport che in comune con il calcio ha la palla e poco altro, che anzi sembra una versione spettacolarizzata del gioco, in cui la rovesciata è più comune del passaggio. Il beach soccer sembra colmare il desiderio continuo dei tifosi di vedere azioni spettacolari, creando un universo parallelo rispetto ai normali calciatori. Alla continua ricerca di gesti sensazionali hanno cominciato a volare, a calciare da distanze improbabili e a risolvere campionati con rovesciate circensi, come accaduto nell'ultima Serie AON, il massimo campionato italiano. 

Nella finale Scudetto tra Viareggio e Catania, il portiere dei toscani ha segnato due gol e degli undici gol totali (9 a 2 per i toscani) l'ultimo è stato segnato con una rovesciata da metà campo. Uno spettacolo che nel beach soccer è routine, come se ogni partita fosse un qualsiasi All-Star Game con azioni a tutto campo, schiacciate spettacolari, tiri da tre e alley-oop. 


Acrobati a testa in giù

Il beach soccer sembra un calcio in cui sono state cambiate completamente le dosi della ricetta. È lontano dall'iper fisicità che ormai accomuna tutte le squadre anche nelle categorie minori e ok, sappiamo che correre sulla spiaggia è faticoso, d'estate ancora di più e soprattutto se poi non ci si può buttare in mare. A calcio sulla sabbia però non giocano quelle macchine perfette con quadricipiti ipertrofici e polpacci deformati, i calciatori sembrano persone normodotate fisicamente che hanno sviluppato la capacità di muoversi con una naturalezza sconvolgente su una superficie ostile ai movimenti umani. A beach soccer gioca il tuo amico bravo a calcio ma che in un altro universo è anche un acrobata, con partite che sembrano match tra performer il cui obiettivo in campo è mettere in scena un trucco che il pubblico non si aspetterebbe mai di vedere.

Nel beach soccer a cambiare è anche la dimensione dello spazio nel quale viaggia la palla. Alla palla a terra e ai tocchi corti sono opposte azioni in cui la sfera va tenuta alta e i tocchi sono fatti al volo, per contrastare l'imprevedibilità delle dune, ma anche perché altrimenti come si riuscirebbero a fare le rovesciate? Prima il calcio tradizionale era molto influenzato dal campo e dalle zolle di terreno, ora ad un certo livello il terreno non è più una discriminante così rilevante, come se la perfezione venga messa al servizio del gesto e la palla lanciata in un buco nero in cui non c'è attrito. Con le dune invece nel beach soccer ci si gioca, servono per calciare e per sollevare sabbia che disturba gli avversari, per difendere palla e per la stabilità.

 

Estetica e geografia di un film reale

A causa della stagione diversa in cui si gioca, ovviamente cambia anche l'estetica delle squadre e delle divise, che solo in alcuni casi ricordano quelle del calcio a 11 ma con più sponsor, senza calzettoni e più semplici nel look complessivo. Anche il gioco pur nella spettacolarità sembra più semplice, il percorso per arrivare al gol è più verticale, senza manovre ma con grandi gesti individuali che assottigliano la distanza tra il calcio tradizionale e quella visione acrobatica e assurda rappresentata nel film del 2001 "Shaolin Soccer". 

Nel Beach soccer anche la geografia delle squadre è diversa rispetto a quella della Serie A, incide ovviamente il mare e i luoghi in cui ci si trova a giocare e avere stadi sulla spiaggia, in cui si è sviluppata una tradizione culturale di partitelle giocate tra gli ombrelloni. Nella Serie AON nell'ultima stagione (la diciannovesima) le squadre erano 17, divise in due gironi dei quali facevano parte anche squadre di piccole città ma in grandi centri di un turismo molto italiano. Anche le sedi delle cinque fasi del campionato sembrano gli scenari perfetti per raccontare la storia neorealista di una vacanza di famiglia in Italia, tra gelati confezionati, file di ombrelloni e l'ultimo tormentone estivo dalle casse dello stabilimento: San Benedetto del Tronto, Lignano Sabbiadoro, Catania, Cirò Marina e Viareggio

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Se per voi il calcio estivo era solo Aldo Baglio che sbucava dalla sabbia per vincere una gamba di legno, in realtà il beach soccer sembra essere un nucleo in cui la spettacolarità primitiva del calcio è rimasta intatta. Forse il beach soccer è una capsula conservata sulla terra che scopriremo quando il calcio europeo si sarà squagliato dietro alle logiche del mercato e ai trasferimenti folli in Arabia, lasciando la performance, l'atletismo acrobatico e la gioia di giocare guardando la linea dell'orizzonte in cui mare e cielo si confondono.