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Forse abbiamo sottovalutato il drip di Carlo Ancelotti

Il "Godfather" di Reggiolo ha sempre saputo vestirsi per l'occasione

Forse abbiamo sottovalutato il drip di Carlo Ancelotti Il Godfather di Reggiolo ha sempre saputo vestirsi per l'occasione

Questa sera il Real Madrid scenderà in campo per affrontare il Bayern Monaco: Carlo Ancelotti ritrova il club bavarese allenato nella stagione 2016/2017 con l'obiettivo di aggiungere l'ennesimo trofeo ad un palmarés che definire ricco sarebbe riduttivo. Se i trofei guadagnati nel corso di una gloriosa carriera da allenatore gli hanno permesso di consolidare il suo status con gran merito, si potrebbe dire lo stesso riguardo il suo modo di vestire. Quasi come se fosse una scelta ben pianificata, ogni capo indossato sulle panchine di Parma, Juventus, Milan, Bayern Monaco e Real Madrid - senza tralasciare quelle del Chelsea, Paris Saint-Germain, Everton e Napoli - ha calzato perfettamente con il phisique du rôle dell'allenatore emiliano. La sua carriera in panchina, dopo una lunga militanza in campo, inizia negli anni Novanta. Carlo Ancelotti si impone nel massimo campionato di Serie A sulla panchina del Parma nella stagione 1996/1997, raggiungendo un clamoroso secondo posto e guadagnando anche un ingresso in Champions League. L'impresa sportiva di Ancelotti fu tanto grandiosa quanto inaspettata, trattandosi, al tempo di un vero e proprio novellino nel "calcio che conta".

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Ancelotti dimostrò di saper calarsi estremamente bene nella parte, sfoggiando il suo primo vero look degno di nota, optando per uno stile da matricola al primo giorno di università della Ivy League: snapback, spezzato e cravatta a strisce regimental, abbinata magistralmente ai colori del cappellino - erano ovviamente i colori sociali del Parma. Si tratta di un outfit tanto semplice quanto d'effetto, che potrebbe aver fornito l'ispirazone a molti allenatori che hanno fatto del cappello un accessorio immancabile nei loro outfit: Jürgen Klopp, Aliou Cissé e l'ultimo della lista, Thiago Motta. Nonostante durante la successiva esperienza sulla panchina della Juventus adotterà spesso un look informale indossando una tracksuit blu contraddistinta dall'iconica banda di Kappa, i look più formali inizieranno a dirci di più sul tipo di persona è Carlo Ancelotti: seriosa, austera e di poche parole. Lo spezzato indossato ai tempi del Parma è ora ben riposto nel guardaroba, a favore di completi monocromatici abbinati a scarpe marroni. Lo stile versatile dell'allenatore di Reggiolo è quasi metaforico della varietà della rosa Bianconeri, che univa l'eleganza e la spregiudicatezza di Zinedine Zidane e Del Piero all'efficacia del Pitbull, Edgar Davids. 

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L'età di Carlo avanza: ha più di 40 anni quando le porte di Milanello lo accolgono; il calcio entra nel pieno degli anni Duemila. Inizia una nuova era calcistica e i club di lì a poco firmeranno i primi contratti di partnership sul formal-wear. Di conseguenza, la libertà con cui gli allenatori si possono sbizzarrire si riduce anno dopo anno e gli outfit diventano sempre più formali e omologati. Saranno ben pochi gli sprazzi di Carlo Ancelotti in versione cozywear. Da quando arriva al Milan - per poi abbandonarsi al fascino dei top club europei - il suo stile cambia definitivamente, optando per uniformi più comode unicamente durante le sessioni d'allenamento settimanali con la squadra. Ma d'altronde, serve un completo elegante per affrontare le magiche serate di Champions League, a cui si affezionerà talmente tanto da aggiungere un layer che diventerà presto un capo simbolo di Carlo Ancelotti: il cardigan blu. «Se pensi a Vito Corleone ne Il Padrino, pensi a un uomo debole e tranquillo o pensi a un uomo calmo e potente al comando della sua situazione?» si legge su The Beautiful Game of an Ordinary Genius, la autobiografia di Carlo Ancelotti. Tralasciando che la fascinazione di Carlo Ancelotti per Il Padrino possa essere estremamente fondata - basti pensare al family business con suo figlio Davide - da queste parole si intende come Ancelotti abbia sempre avuto la massima accortezza nel veicolare la propria immagine. 

Per fare ciò si è servito anche di uno switch stilistico netto, che, nel panorama calcistico, lo ha aiutato a guadagnarsi il soprannome "Don". Insomma, i vestiti indossati da Carlo Ancelotti sono sempre stati uno strumento magico per misurare la sua aura; un vero e proprio statement in continua mutazione che ha raggiunto l'apice durante la parata dei festeggiamenti del Real Madrid per la vittoria dell'edizione 2021/2022 de LaLiga. Un famoso scatto ritrae Vinicius Jr., Militão, Rodrygo e Alaba in compagnia di Ancelotti, con indosso un paio di occhiali OFF-WHITE, un sigaro in bocca e il trademark sopracciglio alzato a favore di camera: è difficile che il Don possa raggiungere - o addirittura superare - quanto fatto in quell'occasione, ma il Real ha in mano il campionato ed è a un passo dalla finale di Champions League. Non ci resta che sperare che Carlo Ancelotti possa superarsi ancora una volta, offrendoci un nuovo look da aggiungere nei libri di storia.