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La Saudi Pro League è sostenibile?

Come la corona saudita intende continuare a far crescere il campionato

La Saudi Pro League è sostenibile? Come la corona saudita intende continuare a far crescere il campionato

L'egemonia europea sul calcio ha dovuto a lungo respingere concorrenti e sfidanti da tutto il mondo. Imprenditori e politici hanno tentato più volte di esercitare il loro potere per cambiare lo status quo del calcio di club, ma ad oggi nessuno ci è ancora riuscito. 

La Saudi Pro League (SPL), tuttavia, sembra avere qualcosa di diverso. Squadre come Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ittihad e Al-Ahli stanno attirando alcuni dei più grandi nomi del panorama europeo, molti dei quali, incredibilmente, hanno meno di 30 anni. Il denaro può fare grandi cose ma in mezzo a un calciomercato spettacolare, contratti sontuosi e cifre da capogiro, è naturale chiedersi: questa strategia è sostenibile?

È difficile guardare l’incredibilie ricchezza che ha caratterizzato i recenti trasferimenti della SPL e non paragonarla a quello che la Chinese Super League (nota anche come CSL) ha cercato di fare a metà degli anni 2010. Nonostante l’enorme quantità di denaro e gli stipendi astronomici, sappiamo tutti che la CSL alla fine ha fallito - piuttosto malamente - nel tentativo di sfidare il dominio del calcio europeo, quindi è quasi istintivo prevedere un futuro simile per la SPL. È qui che ci si può facilmente sbagliare, perché il contesto socio-economico della Cina è molto diverso da quello che vediamo oggi in Arabia Saudita.

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Come funziona il calcio in Arabia Saudita

L'Arabia Saudita sta subendo una trasformazione completa che potrebbe portare il paese a diventare un centro globale per l'industria dello sport. Nel tentativo di ridurre la dipendenza dal petrolio (che attualmente rappresenta il 40% del PIL dell'Arabia Saudita), il principe Mohammed bin Salman (spesso abbreviato in MBS) ha annunciato Vision 2030, un'iniziativa volta a diversificare l'economia saudita in settori quali la sanità, l'istruzione, le infrastrutture, le attività ricreative e il turismo. Quest'ultimo è il più interessante per noi, perché lo sport era, è e sarà sempre un importante motore per il settore turistico.

Spendere è quindi incoraggiato in nome dello sviluppo nazionale, e ciò avviene in gran parte grazie al PIF (Fondo pubblico di investimento dell'Arabia Saudita) e ai suoi 600 miliardi di euro di asset. È interessante notare che se si guarda a chi esattamente sta acquistando i maggiori talenti europei, sono gli stessi 4 club: Al-Nassr, Al-Hilal, Al-Ittihad e Al-Ahli, tutti di proprietà del PIF. A primo impatto, questo potrebbe creare un profond sbilancio col resto del campionato, l'opposto di quello che vorrebbe un campionato sostenibile. Ma è veramente così diverso dall'ineguaglianza che vediamo in Serie A o LaLiga? Non proprio.

Dato che il PIF controlla e si concentra su 4 sole squadre, lo sviluppo del calcio saudita ha una struttura centralizzata e compatta che garantisce un maggiore controllo e meno caos per una strategia che può implodere molto facilmente. Nell'esempio cinese, la maggior parte dei proprietari delle squadre della CSL erano diversi immobiliaristi privati, che spendevano come volevano. Quando la situazione è sfuggita di mano, sono stati imposti regolamenti eccessivamente limitanti per attenuare l'afflusso dei costosi stranieri, e il livello del campionato ha quindi subito un duro colpo. Sembra che la chiave del successo sia il controllo e, sebbene la quantità di denaro speso finora faccia pensare il contrario, il PIF ha lasciato andare solo una piccola parte della sua ricchezza per creare un po' di attenzione mediatica intorno alla SPL. La sostenibilità è al centro dell'intero progetto e di Vision 2030: è impossibile che i club sauditi continuino a spendere così tanto come stanno facendo ora.

Vale la pena anche fare un punto sul Mondiale del 2022 in Qatar. Essendo i due paesi più influenti della Penisola Araba, l'Arabia Saudita e il Qatar hanno un'accesa rivalità politico-economica, che si è solo intensificata dopo il Mondiale. Il potere nel calcio è sempre più sinonimo di potere commerciale, e il tempismo dei più importanti acquisti della SPL fanno supporre ad una risposta forte e preparata per il successo del torneo qatariota dello scorso anno.

Il ruolo di Cristiano Ronaldo

Per il momento, MBS vuole costruire credibilità e una solida reputazione per il campionato spendendo in grandi nomi, ma questo non può andare avanti per sempre, per ovvie ragioni. Oltre ad aumentare il seguito, gli spettatori e i ricavi, nomi come Cristiano Ronaldo, Karim BenzemaSergej Milinković-Savić possono attirare giocatori di livello superiore, a prescindere dallo stipendio, e questo è ciò che costruirà veramente il campionato. Un po' come la MLS sfruttò il trasferimento di David Beckham nel 2007 per aumentare la notorietà del marchio e migliorare l'immagine del campionato, la SPL potrebbe utilizzare questa finestra di trasferimenti come base per la crescita nei prossimi anni. La cosa importante è avere il controllo sui trasferimenti, e la struttura parzialmente centralizzata che la proprietà dei "4 grandi club" da parte di PIF comporta può aiutare in questo. La SPL non sarà una struttura unificata come la MLS, ma è anche lontana dal mercato più 'permissivo' della CSL, e questo potrebbe condurla verso una strada molto più simile a quella intrapresa dal campionato americano: la strada del successo.

Chiaramente, c'è anche una forte differenza di ambizione. Se guardiamo la SPL, la parte chiave della strategia di crescita è partita e esplosa con l'acquisto di Cristiano Ronaldo, il calciatore più famoso, seguito e commerciabile di tutti i tempi. Il fatto che lui abbia offerto prestazioni convincenti sul campo è solo un bonus aggiunto, perché il suo nome solo ha un pull commerciale impareggiabile. La nuova partnership di Nike con Al-Nassr ne è un perfetto esempio. La CSL, d'altro canto, è entrata in scena comprando Paulinho dal Tottenham, e non si è mai nemmeno avvicinata a giocatori come CR7, o anche Benzema, Milinković-Savić, e Kalidou Koulibaly.

Un altro fattore influente nel fallimento della CSL è stato il forte rallentamento del mercato immobiliare cinese verificatosi alla fine degli anni 2010. Come detto in precedenza, la stragrande maggioranza dei club era di proprietà di immobiliaristi privati, creando un'eccessiva dipendenza da un unico settore e rendendo il campionato troppo vulnerabile ai cambiamenti del mercato. Il calcio saudita non ha questo problema. Tornando a Vision 2030, l'essenza stessa del progetto è la diversificazione dell'economia nazionale e, dato che la SPL è così strettamente legata al Regno Saudita stesso attraverso il PIF, è improbabile che si verifichi un disastro simile a quello della CSL.

Stiamo assistendo a una vera e propria migrazione dal Vecchio Continente verso le terre esotiche dell'Arabia Saudita: una sorta di ‘esodo saudita’. Visto che esperimenti simili sono falliti in passato, si può essere portati a credere che la SPL prima o poi andrà in rovina, gettando il calcio saudita nel dimenticatoio per sempre. Tuttavia, quando si verificano eventi di questo tipo, è necessario capire le ragioni che ne stanno alla base o le implicazioni economiche e politiche, e in questo caso tutto fa pensare a una crescita sostenibile e forte per la Saudi Pro League.