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Quanti club hanno un account dedicato alle squadre femminili?

Nella Serie A femminile quasi il 60%, un dato che attesta quanti passi in più devono ancora esser fatti

Quanti club hanno un account dedicato alle squadre femminili? Nella Serie A femminile quasi il 60%, un dato che attesta quanti passi in più devono ancora esser fatti

Per quanti progressi abbia fatto in Italia il calcio femminile è ancora indietro rispetto alle altre nazioni che già in tempi non sospetti avevano puntato su questo movimento molto in ascesa. Pochi mesi fa infatti avevamo intervistato Agnese Bonfantini, ala più che promettente della Juventus, che proprio sulla crescita del calcio femminile in Italia ammette che bisogna fare di più, anche se la crescita c'è stata e anche in poco tempo. E in questo processo di crescita non si possono trascurare i social e tutti i canali di comunicazioni che hanno cambiato la quotidianità e rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, facendoci diventare non solo fruitori di una notizia ma anche vere e proprio fonti d'informazione. E ovviamente questa rivoluzione ha investito il mondo del calcio che ha dovuto adattarsi, coordinando e declinando la sua immagine sui social.

Oggi il feed di un club rappresenta molto di più di un semplice profilo, è l'immagine che il club vuole dare di sé stessa agli occhi dei tifosi e dei semplici appassionati, è un modo per veicolare al meglio tutti i progetti e le iniziative intraprese, che siano a sfondo sociale o sportivo. Un profilo oggi corrisponde ad asset che la squadra può utilizzare per fini commerciali, diventando molto di più un semplice contenitore di video ed immagini. Un club quindi ad oggi non può esimersi dall'essere presente sui social e visto che oggi tutte le squadre maschili hanno un profilo dedicato, ci siamo chiesti quante squadre abbiano deciso di dividere la loro comunicazione, creando un canale dedicato solamente al team femminile. 

Per prima cosa bisogna fare una distinzione tra campionati, per chi non lo sapesse, la Serie A femminile segue una formattazione diversa rispetto a quella maschile. Nella femminile ci sono solo 10 squadre che si affrontano a turno nella prima fase formata da un girone di andata e un girone di ritorno. Dopo la prima fase, le prime cinque squadre classificate si affrontano in una sorta di mini e serratissimo campionato valido per la vittoria dello scudetto, le ultime cinque invece ne affrontano uno diverso che ovviamente vale la salvezza. A retrocedere in Serie B quindi, oltre l'ultima classificata, sarà una formazione tra la penultima e la seconda classificata del campionato cadetto.

Una conformazione atipica che spesso è stata sponsorizzata nel consiglio di Lega da De Lauretiis, per cambiare definitivamente la Serie A e renderla, secondo la sua opinione, molto più avvincente. Nella Serie A femminile non ci sono le stesse squadre che vediamo in quella maschile, come il Pomigliano, società italiana che dal punto di vista maschile non ha mai raggiunto grandi risultati. Ci sono anche club che portano il nome di squadre che conosciamo già ma che non condividono la stessa proprietà e tutto ciò che ne consegue. Como e Napoli, che militano rispettivamente in Serie A e B, ne sono perfetti esempi. Le due società hanno una denominazione sociale molto simile a quella maschile ma non sono in alcun modo collegate con esse. Un caso che riguardava fino a poco tempo fa anche la Fiorentina, che invece recentemente ha acquistato il titolo sportivo di un'altra società e adesso ha dato vita ad un progetto molto ben variegato e ben organizzato.

Nella Serie A femminile sono 6 club su 10 hanno un profilo dedicato. L'ultimo in ordine di tempo è quello del Milan femminile, che è stato creato proprio a fine febbraio con l'intento di far conoscere sempre di più una formazione che vuole spezzare il dominio della Juventus. Quelli più longevi sono invece quelli di Fiorentina, Juventus e Roma che già da tempo hanno seguito l'esempio degli altri club esteri, aprendo dei profili ad hoc. La più grande sorpresa è vedere una società come l'Inter, sempre un passo avanti quando si tratta di comunicazione, non avere un profilo ad hoc dedicato, mantenendo tutto nel profilo principale, mescolando così post dedicati alla squadra maschile, femminile e anche alle giovanili.

Una scelta inusuale per una squadra che per anni e che ancora oggi fa parlare del suo modo di comunicare, sempre attuale e mai banale. Visto inoltre anche la caratura della squadra e degli accordi chiusi, tra tutti quello con MasterCard, main sponsor di maglia, fa strano non vedere qualcosa di appositamente disegnato per le calciatrici nerazzurre. E dopo l'Inter in questa strana classifica di squadre che hanno deciso di mantenere un solo canale per tutti i loro team troviamo poi Sampdoria, Sassuolo e Parma. Mentre queste ultime due cercano di integrare la loro comunicazione con quella del team maschile, pubblicando contenuti della squadra femminile, lo stesso non si può dire della Samp, dove i contenuti dedicati al Women Team vengono condivisi più raramente. 

E in Serie B la situazione non è assolutamente differente, in un campionato di squadre che non sono uguali a quelle maschili - basti pensare che le uniche "in comune" sono Lazio, Genoa, Brescia, Hellas Verona, Cittadella, Napoli e Ternana - solo poche di queste hanno un profilo. La più virtuosa è sicuramente il Genoa, società che fin da subito, forse grazie anche all'arrivo di 777 Partners, ha investito sul team femminile adottando una comunicazione molto simile a quella del profilo main. 

Dal punto di vista istituzionale invece bisognerebbe fare dei grandi passi in avanti, in quanto non esiste un profilo dedicato per ogni lega, come nel caso di quelle maschili. Basti pensare che la Serie A maschile ha ben due profili dedicati, il primo per il pubblico europeo (Lega Serie A), mentre "That Serie A" che si concentra maggiormente per il target americano, dove il calcio italiano è ovviamente seguito e in forte ascesa, mentre la Lega B maschile ha invece un solo profilo. Ritornando al calcio femminile l'unico profilo istituzionale dedicato è quello che sta al nome di "FIGC Femminile" e segue le due leghe principali, condividendo gol, giocate e classifiche di quanto avviene ogni fine settimana sui rettangoli di gioco italiani.

Al netto quindi dei profili fino ad ora creati, nella Serie A femminile solo il 60% delle squadre ne hanno uno dedicato mentre le altre hanno colto fin da subito l'opportunità mettendosi al passo delle società spagnole, francesi ed inglesi, che ad oggi primeggiano nel movimento femminile, anche per l'importanza che in questi anni hanno saputo ottenere attraverso il loro lavoro sui social. Sicuramente, come detto in principio, il calcio femminile italiano deve ancora migliorare dal punto di vista sportivo in primis ma questo processo passa indubbiamente anche dalla sua comunicazione, ancora poco sfruttata ed utilizzata. Considerando però i traguardi e gli obiettivi raggiunti negli ultimi anni ci si aspetta che il movimento femminile in generale, in una nazione come l'Italia, sia destinato a crescere sempre di più, passando anche attraverso una comunicazione non più integrata ma che si focalizzi sulle calciatrici e sul club di riferimento come asset di prestigio.