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Udinese presenta le sneaker che portano la sostenibilità in serie A

Insieme a YATAY, il brand italiano con cui il club condivide la stessa visione di circolarità

Udinese presenta le sneaker che portano la sostenibilità in serie A Insieme a YATAY, il brand italiano con cui il club condivide la stessa visione di circolarità

Secondo il Cambridge Dictionary, 'upcycling' (riutilizzo di materiali) è stata la parola dell'anno nel 2019. Questo indica come i temi della sostenibilità ambientale siano diventati veramente centrali  nell'agenda della società di oggi, e se ne è accorto anche il calcio italiano. Infatti, l'Udinese è uno dei club più attenti in Italia ai temi della sostenibilità ambientale, testimoniato dalla partnership dei friulani, fra gli altri, con il brand italiano Yatay, azienda nata nel 2018 da Umberto De Marco e produttrice di luxury bio-sneakers, 100% sostenibili e realizzate con tecnologie avanzate. 

Per tutta la stagione Yatay sarà partner dell'Udinese, con la fornitura di sneakers completamente green - il modello Irori -, realizzate per il club con un design personalizzato e con i colori bianconeri. Ogni giocatore avrà sul tallone della scarpa sinistra il proprio numero di maglia e sulla destra il proprio nome. Vedremo le Yatay dei giocatori dell'Udinese in tutte le occasioni ufficiali del club, dall'arrivo della squadra allo stadio alle trasferte. Un legame fra azienda e club che costruito seguendo i valori di green policy e circolarità, come dimostra anche il package delle scarpe con materiali bio based.

Per capire l'attenzione e la politica di sostenibilità del club bianconero, nss sports ha intervistato Magda Pozzo, Strategic Marketing Coordinator dell'Udinese. 

1 - Da dicembre è partita la vostra collaborazione con Yatay, produttrice di scarpe ecosostenibili. Nell’ambito dei vostri progetti legati alla sostenibilità è un passo importante: per il vostro club è il primo step verso una svolta ecosostenibile anche nel contesto fuori dal campo?

Non è il primo step, ma un altro importante passo nell’ambito di una green policy globale che già da mesi abbiamo avviato. Siamo partiti con l’attenzione all’efficientamento energetico per la Dacia Arena e i nostri uffici perseguendo un progetto di stadio Co2 free. Dunque, nel solco di questa vision, il binomio con Yatay lo definirei quasi naturale, e mostrerà attenzione massima alle tematiche ambientali in ogni settore del club.

2- Yatay è un brand che si è creato un suo nome ed è diventato importante anche all’estero proprio per la sua attitudine sostenibile. Pensate di seguire anche voi, insistendo più di altre società sulla sostenibilità, il processo creato da Yatay e diventare un modello all’estero in questo ambito?

Sicuramente abbiamo la fortissima volontà di sposare questa causa sempre più ed essere da stimolo ed esempio. Il calcio deve essere un veicolo di messaggi sociali positivi e propositivi sfruttando il privilegio di una visibilità senza eguali a livello mondiale. Noi come Udinese non trascuriamo questo ruolo cruciale e sentiamo la responsabilità di porci come modello anche nell’ambito dell’ecosostenibilità. Seguiremo questa policy sempre di più alimentando nuovi progetti ed iniziative. Yatay ha tracciato una strada nel suo settore e si è consacrato come brand cool, all’avanguardia, e portatore di valori che noi sposiamo in pieno.

Infatti, abbiamo voluto fortemente che i nostri calciatori indossassero, in occasione dell’arrivo allo stadio per le partite, queste magnifiche sneakers alla moda e rivoluzionarie. Sono scarpe personalizzate con nome e numero per ognuno di loro e la scatola può essere riconvertita in pedana per giocare a Backgammon. Inoltre, ci tengo a ricordare che Yatay si impegna anche a piantare un albero per ogni scarpa venduta. Diciamo che l'Udinese rappresenta questo: una squadra cool e talentuosa, ma con grandi valori.

3- L’industria della moda sta compiendo una transizione verso la sostenibilità: il calcio che ruolo ha in questo panorama di cambiamento?

Il calcio può essere un propulsore formidabile. I calciatori sono icone di stile e comportamenti e, pertanto, possono, insieme ai club, essere portatori di un messaggio nuovo. Credo fermamente in questo e sono orgogliosa che come club abbiamo colto l’importanza di questa connection.

4- Riguardo la sostenibilità, Yatay non è l’unica iniziativa al riguardo. Perché l'Udinese ha deciso di intraprendere un’iniziativa come la terza maglia di quest’anno?

Esatto, come le dicevo la nostra è una green policy a tutto tondo. Ed abbiamo intercettato e stimolato questa comune attenzione all’ambiente anche con altri nostri partner di rilievo. Il progetto di efficientamento energetico di cui parlavo è sviluppato in collaborazione con il nostro partner Bluenergy. E poi, con Macron, abbiamo condiviso questa vocazione comune che ci ha portato ad essere il primo club brandizzato Macron ad avere i nostri kit da gara realizzati in materiali ricavati dal plastic recycling. E per restare in ambito fashion, anche gli abiti della prima squadra sono realizzati dal nostro formal wear supplier Sartoria Romano in tessuti del tutto naturali.

5- Che tipo di dialogo avete costruito con Macron per i vostri progetti di sostenibilità?

C’è un interscambio comunque costante di idee, ma, alla base di tutto, c'è in particolar una condivisione di vedute. Macron è storicamente sensibile alle tematiche ambientali e ha varato la campagna 'Macron for the Planet' e, più volte con l’ad Pavanello ci siamo confrontati su questo. Abbiamo molto insistito affinché le nostre uniformi da gioco avessero una forte connessione con il green”.

6- L’Udinese è sempre stato un club con una forte vocazione internazionale: dall’arrivo di Zico negli anni ‘80 fino alle passate presenze nelle competizioni europee e i giocatori chiamati nelle varie nazionali. Che rapporto avete con i tifosi friulani all’estero??

Viscerale. Ed è così vicendevolmente: noi ci sentiamo ambasciatori privilegiati del Friuli e della friulanità nel mondo e loro sono orgogliosi di supportare l’Udinese ovunque e comunque percependola come un orgoglio. Ed è per questo che abbiamo voluto omaggiarli dedicando a tutti i Fogolârs, le associazioni dei friulani presenti in oltre 140 città del mondo, il nostro away kit di questa stagione. Un messaggio d’amore per la nostra terra e la nostra gente e, infatti, i colori blu e giallo richiamano la bandiera del Friuli riportando anche i nomi delle città in cui sono emigrati, in ogni angolo della terra, i friulani.

La nostra vocazione internazionale, evidenziata dalle tante nazionalità rappresentate nella nostra squadra, si sposa sempre con il radicamento al nostro territorio.

7- La maglia è un veicolo di comunicazione importante e nella vostra seconda ci sono dei riferimenti chiari verso i vostri tifosi. Vi sentite pronti a mettere in primo piano i tifosi anche sulla prima divisa?

Mettiamo sempre in primo piano i nostri tifosi. Chiaramente la prima divisa è molto più iconica dovendo rispettare un certo tipo di canoni. Ma, comunque, insieme a Macron, abbiamo voluto concepire una prima maglia che ne richiamasse una per sempre nel cuore dei nostri tifosi: quella del 1985 quando a indossarla c’era Zico.

8- Il calcio, soprattutto in Italia, è una dinamica culturale fondamentale e l’Udinese la sta sfruttando anche per creare un legame non solo con la comunità locale ma anche con i fan in tutto il mondo. Quanto incide la maglia in questa tela che connette i tifosi sparsi nel mondo e il club? 

La maglia, nell’immaginario collettivo di ogni appassionato di calcio, è il simbolo del senso di appartenenza, quindi è ovvio che sia un trait d’union fondamentale. Basti pensare all’attesa spasmodica che precede l’unveiling dei nuovi kit all’inizio di ogni stagione. Sono convinta, quindi, che incida tanto, ed è un valore che teniamo sempre presente cercando, insieme a Macron, sfumature e modelli accattivanti, di qualità, portatori di un messaggio e sempre veicolo di un’idea che stimoli e dia impulso al senso di appartenenza dei nostri tifosi.