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Cos'è successo alla celebrazione di Kobe e Gianna Bryant

In 20 mila allo Staples Center per l'ultimo saluto alla leggenda dei Lakers

Cos'è successo alla celebrazione di Kobe e Gianna Bryant In 20 mila allo Staples Center per l'ultimo saluto alla leggenda dei Lakers

Lo Staples Center di Los Angeles, la casa di Kobe Bryant per 20 anni, ieri è stato lo scenario di uno degli eventi più toccanti che la NBA e lo sport ricordi. Nella serata "Celebration of Life for Kobe and Gianna Bryant" il tempo sembra essersi fermato, il mondo sembra essersi fermato. Contro ogni luogo comune sullo stile "esagerato" degli americani, l'arena dei Los Angeles Lakers è il palcoscenico di una reale celebrazione della vita, con una scaletta fitta di ospiti che hanno voluto ricordare il Mamba e la Mambacita, come il nome della fondazione appena nata.

Un evento lungo, ma allo stesso tempo denso di emozioni intense, intervallate da performance musicali che solo Hollywood può creare. Gli ospiti, i tanti giocatori presenti, i 20.000 fan che hanno occupato lo Staples Center, lo stesso Jimmy Kimmel: nessuno è riuscito a trattenere le lacrime.

Il discorso di 21 minuti di Vanessa Bryant è stato straziante e toccante, intimo e personale, rivolgendosi a suo marito come se non se ne fosse mai andato. È un discorso che trasuda umanità, trasmette proprio quel senso di vita che era nell'idea della madre di Gianna, Capri, Natalia e Bianca.

Il racconto della "miglior amica, della moglie, della prima ragazza" di Kobe Bryant sta facendo il giro del mondo, commovendo tutti. La prima ad intervenire sul palco, proprio per aprire un percorso di testimonianze che celebrano l'uomo e il padre, prima ancora del giocatore.

Mi ha mandato un ultimo messaggio, prima di morire: voleva che ci prendessimo un po' di tempo io e lui soltanto, senza le bimbe, per stare assieme. Non ce l’abbiamo fatta.
Kobe, pensaci tu a Gigi. Io farò lo stesso per le nostre altre figlie. Ci rivedremo in paradiso, tutti assieme.

Niente altro da aggiungere. Il resto è paesaggio, un paesaggio che presto di colora delle note di Alicia Keys (che suona al piano Moonlight Sonata di Beethoven), dell'Ave Maria di Cristina Aguilera e soprattutto della soave voce di Beyonce. La performance della moglie di Jay-Z rappresenta forse il miglior momento musicale della serata, con una particolarità che non tutti hanno notato. L'artista texana ha intonato una versione delicata di XO e successivamente Halo. Durante la canzone del 2013, ha anche modificato il testo. Il verso originale "I'm crashing into you" è diventato "I'm laughing into you", un dettaglio che ha fatto la differenza. 

Prima del cambio di testo, la cantante si è anche presa un momento personale, allontanandosi dalla performance e spiegando il motivo per il quale era lì.

Sono qui perché voglio bene a Kobe e questa era una delle sue canzoni preferite. Voglio ricominciare di nuovo, ma vorrei farlo tutti insieme, vorrei che cantaste così forte da fargli sentire il vostro amore.

Oltre la musica, oltre gli emozionanti discorsi di Diana Taurasi, Sabrina Ionescu Geno Auriemma (a testimonianza dell'attenzione di Kobe per il basket femminile), è toccato a tre persone molto vicine a Kobe Bryant, tre persone molto diverse tra loro. Il discorso di Rob Pelinka, agente di Kobe e ora GM dei Lakers, ma soprattutto uno degli amici più stretti del Mamba, ha seguito il filo conduttore della commemorazione: Kobe come padre è stato ancor meglio di Kobe come giocatore di pallacanestro. Ha ricordato la sua umanità, il suo ultimo gesto di disponibilità e generosità.

Il secondo discorso è stato quello di un suo amico-nemico, uno di quelli che Kobe ha amato e odiato allo stesso tempo, uno degli ex compagni di squadra che più è rimasto scioccato dalla notizia della morte di Bryant. Parliamo ovviamente di Shaquille O'Neal, Laker con cui Kobe ha condiviso uno storico Three-peat (2000, 2001, 2002). Tra le battute sulla sua tecnica di liberi al ricordo di un fratello che ha sempre rispettato, nonostante i contrasti.


Dulcis in fundo, Vanessa ha voluto sul palco Michael Jeffrey Jordan, l'uomo a cui Kobe si è ispirato per diventare una leggenda. Il discorso di MJ è stato il momento più importante dopo quello di Vanessa, un momento in cui il migliore di tutti i tempi si è aperto e si è mostrato umano, come fatto solo in occasione della sua introduzione nella Hall of Fame. Kobe per lui era un fratello, una persona con cui parlava di. tutto, soprattutto dopo il ritiro del #24. Le lacrime della leggenda dei Bulls - che si autoproclama meme facendo ridere davvero tutti - contagiano l'intero Staples Center.

La lista di chi ha voluto partecipare a questo evento è davvero lunghissima: ci sono ovviamente papà Joe e mamma Pam con le sorelle Sharia e Shaya; il Commissioner Adam Silver accanto alle leggende dei Lakers Magic Johnson, Elgin Baylor e Kareem Abdul-Jabar; ex compagni come Brian Shaw, Steve Nash, Derek Fisher, Byron Scott, Metta World Peace e Lamar Odom; icone come Gregg Popovich, Bills Russell, Jerry West, Jason Kidd, Scottie Pippen, Tim Duncan, Manu Ginobili e Phil Jackson; talenti attuali come Devin Booker, Kawhi Leonard, Stephen Curry, Draymond Green, Harrison Barnes, Dwyane Wade, James Harden, Russell Westbrook, Anthony Davis; cariche istituzionali come Doc Rivers, Jeanie Buss e Bob Myers; personaggi del mondo dello spettacolo come Jay-Z, Snoop Dogg, Jennifer Lopez, Kanye West; personalità dello sport come Michael Phelps e Alex Rodriguez.

Ci sono ovviamente i giocatori attuali dei Lakers, con una particolarità: LeBron James. All'inizio della giornata, James ha postato sui suoi social una foto con i numeri di Gianna e Kobe, aggiungendo il simbolo dell'infinito. Durante la cerimonia, però, non è mai stato inquadrato dalle attente telecamere angelene. Non può essere un caso, ma semplicemente una scelta. In molti si sono chiesti se fosse realmente allo Staples Center o se fosse assente. La presenza è stata confermata dal Los Angeles Times e da un altro piccolo dettaglio. Diana Taurasi, icona della WNBA, ha citato LeBron nel suo discorso e subito dopo si è voltata verso la parte sinistra del palco, come se lo stesse cercando con gli occhi.