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Westrbook, Hoodie Melo, Paul George e Steven Adams. Come sarà mai possibile non amare questi Oklahoma City Thunder?

Run OKC Westrbook, Hoodie Melo, Paul George e Steven Adams. Come sarà mai possibile non amare questi Oklahoma City Thunder?

Immaginate il pre-partita di una gara 6 di Conference Finals. O addirittura di Finals, se qualche irripetibile congiunzione astrale ti ha consentito di liberarti di Spurs, Rockets e Warriors. Telecamere nella pancia della Chesapeake Energy Arena. Arriva Paul George, vestito con la solita cura estrema, tutt'altro che timido di fronte alle telecamere. Per la tragedia sportiva che è vedere Kevin Durant passare ai rivali - che erano comunque già più forti di te - Paul George è quasi la miglior cosa che ti possa capitare.

 

La sfilata delle stelle di OKC prosegue con Steven Adams, ormai assoluto idolo locale, figlio adottivo dell'Oklahoma. Uno degli ultimi centri puri rimasti che stanno in campo nei quarti periodi ad altissimi livelli. I puristi del gioco dovrebbero goderselo, finché un giorno Quentin Tarantino si renderà conto della sua esistenza e lo scritturerà per tutti i suoi prossimi film, levandolo dal parquet.

Il regista dello studio pre-partita potrebbe essere già contento così, ma dopo Adams sta arrivando Russell Westbrook. Una palla di fuoco vestita di colori sgargianti, mai visto con lo stesso outfit due volte da quando è professionista. Reduce da una stagione in tripla doppia di media e scontato MVP, il fresco cestista più pagato di tutti i tempi: 5 anni per 205 milioni di dollari. Se fossimo in America diremmo “Believe the hype”, in Italia dovremmo dire “tanto fumo e tantissimo arrosto”.

Aggiungete a questa ricetta Carmelo Anthony nella versione “Hoodie Melo”, manco fosse il personaggio segreto da sbloccare in NBA 2K18, per rendere la tua squadra imbattibile. A detta di molti giocatori, ancora oggi a 33 anni il più immarcabile attaccante in situazioni di isolamento. Ecco gli ingredienti del circo che saranno gli Oklahoma City Thunder 2017-18. Auguri, Coach Donovan. Auguri, perché oltre allo spettacolo straordinario pre-partita, dove rivaleggiano solo con i Cavs finché i Cavs avranno J.R. Smith, bisogna poi fare i conti con il regolamento della pallacanestro, che prevede 10 giocatori e una palla da mettere nel cesto. Una palla. “Una” è diverso e minore di “tre”.

Steven Adams non è e non vuole essere una stella, non vuole la palla in attacco a meno di trovarsi liberissimo dopo un 1-contro-5 di Westbrook. Lui fa quello che c'è bisogno di fare, qualsiasi cosa sia, lanciato sin dai primi anni di carriera in uno straordinario miglioramento continuato, passando da essere un rugbista prestato al basket a un giocatore irrinunciabile, nonostante evidentissimi limiti offensivi.

Paul George dice: “È il nostro dovere non farla diventare una gara interna a chi è la stella più brillante”. Tutto bello. Poi, c'è il giornalista che chiede a Hoodie Melo “Sei disponibile a partire dalla panchina?”. Risposta “Who, me?” (già diventata meme) con risata un po' nervosa un po' finta. Poi ci sono le statistiche. Tante statistiche. Ne cito solo una. Prendete la percentuale, di ognuno dei tre, dei possessi giocati in isolamento nella scorsa stagione, nelle tre diverse squadre in cui militavano. Sommatele, e se siete tifosi di OKC, pregate: il risultato è 100.

I numeri non sono tutto, ma qualcosa dicono. Anche gli ego di tre giocatori di un'intera squadra non sono tutto, ma pure loro qualcosa dicono. Non perdete tempo a dirmi che anche gli Warriors dovevano inserire Durant nella loro macchina da record e ce l'hanno fatta al meglio. Quelli, almeno sulla carta, rimangono irraggiungibili: perché hanno una cultura, un sistema che OKC non ha neanche iniziato a costruire, che ti permette di inserire Durant nella squadra di Curry, Thompson, Green e Iguodala e di non scontentare nessuno, anzi, di rendere tutti più gioiosi. Un esempio più simile possono essere gli Heat di LeBron, Wade e Bosh, ma anche per quelli non è stato tutto semplice alla prima.

Se siete neutrali come me, sarete già coi popcorn in mano in attesa della prima di Regular Season contro i Rockets, altra squadra con qualche potenziale problema di chimica. Se siete tifosi di OKC, preparatevi a una stagione di passione. Comunque vada.