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Tutte le volte che "Shining" ha ispirato la moda

Celebriamo l'estetica del film nell'anniversario della sua uscita

Tutte le volte che Shining ha ispirato la moda Celebriamo l'estetica del film nell'anniversario della sua uscita

«La segretaria di Kubrick sentiva il rumore di ogni libro che sbatteva contro il muro mentre il regista lo gettava in una pila di scarti dopo aver letto le prime pagine. Un giorno si accorse che era passato un po' di tempo dall'ultima volta che aveva sentito il tonfo del lavoro di un altro scrittore. Entrò per controllare il suo capo e trovò Kubrick profondamente impegnato a leggere una copia del manoscritto di The Shining», (Stanley Kubrick, A Biography, 1999). È iniziata così la produzione di uno dei film horror più famosi al mondo, proiettato sul grande schermo per la prima volta esattamente 44 anni fa, il 23 maggio 1980. Sebbene il film fu inizialmente deriso dalla critica, ricevendo due nomination ai Razzies dell’anno seguente per il peggior regista e la peggior attrice (premio annullato nel 2022 a causa degli abusi che Shelley Duvall subì sul set), oggi Shining rappresenta un cult senza tempo, da cui designer, film maker, produttori e creativi di ogni tipo, direttamente o inconsciamente, prima o poi si ritrovano a prendere ispirazione. Sappiamo che la moda ama il cinema, ancor di più le pellicole d’impatto, ma ci sono pochi film che sono riusciti a finire in passerella o in un editoriale con la stessa frequenza del capolavoro di Kubrick. 

Ecco quali sono i brand che hanno citato l’estetica di Shining

Alexander McQueen - The Overlook 

È difficile scrivere di collezioni di moda ispirate da temi dark senza nominare, Alexander McQueen, pioniere dell'estetica horror nella couture. Lo stilista prese ispirazione dal film di Kubrick nel 1999, quando mise in scena una pista da pattinaggio coperta di neve artificiale per uno show che prendeva il nome dall'Hotel di The Shining, Overlook. Persino l'invito, che suggeriva agli ospiti di coprirsi per bene, citava la frase-ritornello della sceneggiatura, "All work and no play makes Jack a dull boy”. La collezione includeva top in maglieria pesante, costruzioni in alluminio e parka che attingevano dalla cultura tradizionale Inuit, intanto che le palpebre delle modelle erano state coperte da ombretti neri come la pece o bianchi, e i loro capelli intrecciati in acconciature complesse e tinti di grigio. Uno show che ha ricevuto una standing ovation, includeva ben sessantasei look, ed è considerato tutt'ora una delle collezioni più suggestive nella storia della moda. 

Prada FW97 campaign by Glen Luchford 

Le campagne di Prada negli anni '90 si distinguevano dalle altre perché raccontavano storie su sfondi veri e propri, all'aperto e ben distanti dal bianco asettico di uno studio. È questo il caso della FW97 scattata dal fotografo Glen Luchford. «Le considero cinematografiche, ma non stavo creando una narrazione. Avevo solo dei film in testa e delle scene che mi erano sempre rimaste impresse e volevo trovare un modo per ricrearle in un contesto di moda: non era niente di più complesso o intellettuale, anzi era piuttosto semplicistico», commenta il creativo in merito alle immagini del libro fotografico Prada 96-98, realizzato in collaborazione con il brand. Nelle foto che ritraggono Amber Valletta e Joaquin Phoenix, i riferimenti al film di Kubrick sono velati, ma impregnano ogni scena, dai paesaggi innevati alla modella che sbircia dall'occhiello di una porta. 

Gucci - Exquisite FW22 campaign

Nella campagna Exquisite di Gucci, l'ex direttore creativo della maison Alessandro Michele ha riunito in un unico video tutti i suoi horror e thriller preferiti, Shining incluso. Del film di Kubrick ha preso i personaggi più giovani, dalle Gemelle al piccolo Danny con il suo triciclo. La collezione include la collaborazione di Gucci x adidas, che ha stravolto lo stile eccentrico di Michele con un piglio sportivo, intanto che altri look guardavano al passato con pelliccie, perle e pizzi. 

Undercover - SS18 

Sulle note della colonna sonora del film, allo show SS18 di Undercover i modelli sono usciti in coppia in look che evocavano l'estetica americana anni '50. Cardigan, orecchini di perle e dettagli rockabilly sono stati mescolati insieme a particolari più cupi, come l'aggiunta di teschi su cestini da picnic, gatti neri di brillantini e mele rosse. La ciliegina sulla torta dello show è stato il finale, quando due modelle sono apparse in passerella in abiti azzurri babydoll ispirati a quelli indossati dalle Gemelle Grady, ma solo uno era ricoperto da perline rosso sangue.  

Coach - FW14

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Per il debutto della linea Ready-To-Wear di Coach, il primo direttore creativo del brand Stuart Ververs prese spunto diretto dall'abbigliamento dei personaggi del film di Kubrick. In particolare, replicò il maglione Apollo indossato dal piccolo Danny nel film, sostituendo il celeste innocente che faceva da sfondo alla navetta spaziale raffigurata con un colore più scuro. Altri look evocavano l'estetica anni '70 degli outfit di Shelley Duvall, anche se in maniera meno letterale e più modernizzata.