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Icons: Lou Dillon

Icons: Lou Dillon

Quando si dice noblesse oblige si dice Lou Doillon.  Seducente, anarchica, scapigliata, Lou incarna perfettamente il modello della bellezza anticonformista e radical chic. Francese per excellence, da parte di madre ha (solo) una delle più grandi icone femminili degli ultimi anni :jane birkin, la Musa dei sixties. Da parte di padre il regista nouvelle vague Jaques Doillon. Proprio con la mammina debutta nel 1987 nel film Kung-Fu Master,  e con il papino  in un ruolo da protagonista in Trop (peu) d’amor del 1998. Ma non appiccicatele subito un’etichetta da raccomandata, perché Lou ha conquistato ben presto lo scettro di modella androgina e inconsueta, terribilmente chic and sofisticated,  partecipando a importanti campagne di moda come testimonial assoluta (vedi GivenchY, Missoni, H&M, Eres, Gap etc..). Givenchy è stata sicuramente la tappa più importante, avendo il marchio deciso di dedicarle la campagna di lancio della fragranza Eau Torride . Ma Lou è anche decisamente una celebre cover girl avendo collezionato decine di copertine su diverse riviste di moda ma anche arte, fotografia, cinema.

Proprio in pellicola è stata presente in molte produzioni francesi in cui ovviamente le veniva puntualmente affibbiato il ruolo da lolita perfida, adolescente indolente, giovane donna dell’ alta borghesia, problematica e sociopatica quanto bastava. E tutto sommato l’effetto non era malaccio. A parte i clichè la giovane Lou non smette di essere un’icona della bellezza imperfetta con i suoi lineamenti marcati e il suo viso cavallino, ricordando sempre un po’ i tempi andati delle patti smith, yoko ono e vashanti bunyan. La vediamo proprio nell’ultima issue di Maggio della rivista Jalouse  come incarnazione di giovane donna indipendente che non ha rinunciato a niente, mamma presente e dinamica proprio come la vecchia grande,splendida Jane insegna.