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Reebok sta tornando nel mondo del calcio

Le maglie da gioco di Botafogo e Panama sono solo l'inizio?

Reebok sta tornando nel mondo del calcio Le maglie da gioco di Botafogo e Panama sono solo l'inizio?

Ogni anno quel periodo nel quale si affollano le uscite delle maglie è anche un momento in cui scoprire nuovi brand, o in altri casi, veder riaffiorare loghi e stemmi che pensavamo di aver dimenticato, almeno su una maglia da calcio. Quest'ultimo è il caso del Vector, il logo che da almeno trent'anni contraddistingue i prodotti Reebok, una delle aziende più antiche nel mondo sportswear se rintracciamo le sue origini addirittura alla J.W. Foster and Sons fondata a fine diciannovesimo secolo. Da qualche anno però, a causa soprattutto dell'acquisizione del competitor adidas nel 2005, Reebok era progressivamente sparita dai campi da calcio e da tutti gli sport di squadra, dove invece aveva saputo costruirsi nel tempo un'estetica ed una reputazione, grazie a maglie di culto e sponsorizzazioni di atleti di grande rilevanza. Ed ora che l'azienda, non più di proprietà di adidas ma di Authentic Brands Group, ha realizzato le maglie da gioco di Botafogo e della Nazionale di Panama oltre ad altre iniziative che riprendono l'archivio di Reebok nel mondo dello sport, c'è da chiedersi se davvero il brand è pronto ad un ritorno in grande stile. 

Reebok ha avuto un ruolo di rilievo per oltre due decenni nel mondo del calcio, dalla sponsorizzazione dei naming rights dello stadio dei Bolton Wanderers, per cui ha realizzato la maglia da calcio per vent'anni, ad ovviamente maglie per clubs come Liverpool, Manchester City, Colonia, Atletico Madrid e Federazioni come quella argentinacilena e colombiana. Senza ovviamente dimenticare anche le rare apparizioni italiane, sulla maglia della Fiorentina dal 1995 al 1997 e il Cagliari dal 1996 al 1998. Ora quel patrimonio che sembrava perso per sempre potrebbe tornare protagonista. Nelle ultime due stagioni infatti Reebok è tornato sulla scena del crimine, ovvero il calcio sudamericano, dove ha realizzato alcune delle sue collaborazioni più iconiche, provando così a rilanciare la sua immagine. La maglia home del Botafogo rilasciata qualche giorno fa per la prossima stagione sottolinea i dettagli chiave dell'estetica Reebok, i tagli anni '90, il colletto bicolore in raglan, le strisce verticali zigzagate. Similmente anche le maglie realizzate per la Nazionale di Panama seguono un pattern classico, anche ovviamente a causa delle limitazioni per una federazione così piccola, ma con un occhio rivolto allo streetwear come nel caso delle jersey NBA e NFL degli anni 00. 

Un esempio di quanto tale estetica sia ancora popolare oggi, grazie al ritorno del vintage e al fenomeno del blokecore, e che ha reso il calcio la maggior ispirazione per il mondo della moda. Un messaggio che Reebok ha dimostrato di aver recepito come dimostra la collaborazione con BOTTER, dove il piatto forte sono un paio di scarpe che giocano con le forme e i volumi degli scarpini pescati da qualche archivio del New England. Lo conferma anche Evan Belforti, Footwear Designer for Reebok Special Projects and Collaborations, che per il lancio della collaborazione con la Maison caraibica dichiarò come “cominciamo sempre immergendoci nell'archivio Reebok, alla ricerca di articoli che risuonano con le storie dei nostri collaboratori. In questo caso particolare, il team di BOTTER ha espresso grande entusiasmo per le nostre silhouette da calcio d'archivio, oltre che per alcune delle nostre scarpe da outdoor e da arrampicata del passato." In questa direzione va anche la collaborazione con JJJJound, lo studio di design con base a Montreal che rimane uno dei tastemaker più apprezzati di Instagram, in prossima uscita.

Siamo appena all'inizio di questo periodo in cui le release delle maglie si accavallano con tale velocità da farci perdere il conto e la forma dei brand e dei loghi impiegati, ma Reebok è già sotto i riflettori per il comeback della stagione. D'altronde quello del ritorno è uno dei topos più amati nello sport, perché non applicarlo anche ai brand sportivi che hanno saputo raccontare una parte indelebile nella relazione tra atleti e tifosi?