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Perché la UEFA continua a bannare maglie dalla Champions League?

Ajax, Inter e Barcellona sono state le vittime più illustri, c'entra un regolamento che non sta al passo dell'estetica

Perché la UEFA continua a bannare maglie dalla Champions League? Ajax, Inter e Barcellona sono state le vittime più illustri, c'entra un regolamento che non sta al passo dell'estetica

L'Ajax costretta a rimuovere i tre uccellini sulla divisa dedicata a Bob Marley, è stata la prima “vittima” degli stringenti regolamenti UEFA per le divise. Nell’ultima giornata è toccato a l'Inter che ha rimosso il biscione dalla maglia away e al Barcellona che ieri ha giocato con la maglia della scorsa stagione non potendo indossare la maglia away in ossequio' all’articolo 8.4 che vieta loghi riflettenti o iridescenti. Non è il primo anno in cui vengono sanzionati i club o costretti a cambiare divise, ma non ci erano ancora mai state tre vittime così illustri nel giro di appena due giornate di Champions League. Si tratta di un problema di uno scontro non intenzionale tra un regolamente rigido e un po’ impolverato e una nuova visione di disegnare le maglie: non è un caso che le tre divise modificate siano tra le più innovative di quest’anno, dove il design racconta storie come nel caso dell’Ajax o prende ispirazione dai kit virtuali come nel caso di Barcellona e Inter.

Il regolamento per le divise della UEFA è composto da una serie di norme che regolano colori, font e motivi sui kit con cui i club scendono in campo durante le competizioni. Come recitato in uno dei primi puntilo scopo di questi regolamenti è quello assicurare la parità di trattamento dei club, delle associazioni affiliate alla UEFA, dei produttori e degli sponsor in uno spirito di fair play e sostenere la rapida e inequivocabile identificazione dei giocatori da parte degli arbitri, degli spettatori e dei telespettatori. Molte delle norme infatti sono pensate per tutelare chi guarda le partite rendendolo accessibili anche a chi ha parziali disabilità visive. Andando nello specifico la maglia l’Ajax ha modificato due volte l'home kit e una volta la terza maglia, dedicata a Bob Marley.

Nel primo caso, l'iconica maglia bianca con banda rossa degli olandesi è stato modificata sia nei nomi (non presenti durante le partite di Eredivisie) sia nelle tre stelle poste sul retro del colletto (che sono diventate le tre "X" dell'Ajax). Sulla terza maglia - uno dei successi più grandi in termini di volumi di vendita degli ultimi anni - la UEFA ha chiesto di rispettare il paragrafo 19.1 del regolamento europeo che vieta espressioni diverse rispetto al logo del club e degli sponsor. L’inter ha comunque tenuto il biscione sulla maglietta, ma in colore tono su tono, praticamente invisibile. L’articolo 8.09 parla chiaramente dei motivi che ammessi nelle competizioni UEFA "La scelta del modello è illimitata, con le seguenti eccezioni: Il motivo deve essere non pittorico, ad esempio non deve contenere immagini, illustrazioni o altri simboli. Sulla maglia dell'Inter, era presente solo la scritta “$INTER Fan Token” senza la dicitura “By Socios.com” come in campionato. Per il Barcellona invece il problema riguardava il logo iridescente, vietato espressamente dall’articolo 8.4.

Un altro caso estremo arriva dalla Galatasaray, dove il club è stato costretto a modificare in parte il design della prima maglia da gioco. Lanciato inizialmente con una diagonale come elemento principale del pattern, il kit ha subito una modifica nelle ultime settimane perché, stando a quanto riportato nell'UEFA Equipment Regulations, la maglia rientra nelle categorie "hooped, banded, striped or checked". Nei casi illustrati sulle normative UEFA, pare rientri anche graficamente la maglia del Gala che, quindi, sarebbe legittimata ad avere colori delle maniche diverse. Il cavillo sta nel fatto che la diagonale si estende fino alla parte inferiore del braccio e non fino alle spalle. Solo nel caso in cui fosse stata lunga, le maniche potevano essere di due colorazioni diverse. La squadra turca, invece, è ora obbligata a giocare con due maniche di colore arancione.

Oltre alle norme sul design delle singole maglie, il regolamento al paragrafo 27.1 regola anche le possibili sponsorizzazioni, ad ogni squadra come anche nei campionati nazionali non è permesso avere come sponsor aziende di tabacco o di alcool. La decisione è legittima e anche elogiabile tuttavia cozza con il fatto  che uno dei main sponsor della competizione è una delle produttrici più celebri al mondo di birra, qualcosa non torna.

A fronte di un regolamento che parla chiaro, sorge spontanea  la domanda: nell’ottica sempre di favorire lo spettacolo ma tenendo conto delle complesse ed importanti logiche televisive, perché non rivedere queste regole, permetteteci di aggiungere, ormai completamente obsolete?.