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L'ultimo sorteggio di Champions League

Tra i tanti cambiamenti del nuovo formato uno riguarda l'aspetto forse il più romantico, il sorteggio con le palline

L'ultimo sorteggio di Champions League Tra i tanti cambiamenti del nuovo formato uno riguarda l'aspetto forse il più romantico, il sorteggio con le palline

Quello di oggi a Nyon sono stati gli ultimi sorteggi nei quali abbiamo visto i recipienti di vetro, le palline bianche, le mani che girano per pescare la pallina giusta, l'apertura della sfera con il fiato sospeso. Tutto questo da ora non esisterà più. La nuova Champions League, che prenderà il posto del formato che conosciamo ora, infatti non prevederà più la mano umana ma verrà sostituita da un computer che selezionerà le otto squadre che si affronteranno all'interno del girone singolo da 36 squadre. Il sistema infatti, secondo chi lo ha elaborato, dovrebbe garantire più big match tra squadre di alto livello e una maggiore imprevedibilità fino ai secondi finali dell'ultimo turno. Un processo estremamente sofisticato che dovrà gestire un sorteggio molto più complicato di quello attuale, che evidentemente non sarebbe stato possibile gestire tra ex-calciatori e delegati UEFA come succede ora. 

Infatti rispetto all'attuale sorteggio, dove le squadre venivano divise in fasce e successivamente selezionate una ad una prima nei gruppi e in seguito nelle griglie delle sfide dirette, ora ognuna delle 36 squadre dovrà essere accoppiata a due squadre del suo nuovo gruppo più due avversarie di altri due gironi. Inoltre, a complicare le cose, le squadre dello stesso paese non si potranno incontrare tra di loro, e ogni partita sarà giocata o in casa o in trasferta, niente più andata e ritorno, così da moltiplicare i possibili incroci. Una bella complicazione, anche solamente per il numero di combinazioni disponibili, e per il numero di palline che dovrebbe essere maneggiato per ogni estrazione. Così, dopo che le prime prove di sorteggio hanno preso dalle 3 alle 4 ore, è entrato in scena il supercomputer che dovrebbe calcolare un numero spaventoso di combinazioni e poi - alla Dr. Strange - selezionare quella migliore. 

Non mancano ovviamente già i primi critici, tra tradizionalisti e complottisti, che temono come senza la mano umana si possa perdere il fascino dell'urna ed allo stesso tempo dar adito alle solite cospirazioni legate all'uso della tecnologia. D'altronde i sorteggi delle competizioni calcistiche non sono mai state esentate da ipotesi di combine, macchinazioni sotterranee realizzate per pilotare determinate sfide e accoppiamenti. Qualche anno fa lo stesso Michael Platini suggerì che il sorteggio della Coppa del Mondo 1998 fu in qualche modo aggiustato affinché Francia e Brasile si affrontassero nella Finalissima, accuse ovviamente poi mai provate ufficialmente. Si parla ovviamente di un'altra competizione, ma la sensazione che ci sia sempre una mano invisibile a muovere le palline, o a riscaldarle secondo una delle ipotesi di complotto più frequente, aleggia come uno spettro ancor più dopo al decisione di passare al sorteggio virtuale. 

Per questo l'UEFA ha scelto di affidarsi alla società di revisione contabile Ernst and Young, una delle più rispettate al mondo, per certificare ogni passaggio del sorteggio mentre il computer scelto verrà programmato da un'azienda dell'Hertfordshire. Precauzioni necessarie per tutelare il corretto funzionamento di un processo che sarà difficile da spiegare anche ai tifosi, non abituati a questo tabellone stile tennistico che complicherà di molto anche i calcoli per la classifica. Mancherà quella tranquilla cerimonia, la gestualità da fine impero negli uffici di Nyon, che accoppiava le squadre dando vita a esultanze e psicodrammi, con incroci che negli anni hanno creato una tradizione. Basti pensare agli ultimi incroci sorteggiati questa mattina, Bayern Monaco e Arsenal a sette anni di distanza dall'ultimo doloroso confronto per i Gunners, o la finale anticipata tra Real Madrid e Manchester City. Il regalo finale di un meccanismo che, nel bene o nel male, ha segnato un epoca.