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Tutto il calcio minuto per minuto

La storia del programma più longevo della radiofonia italiana

Tutto il calcio minuto per minuto  La storia del programma più longevo della radiofonia italiana

«…la trasmissione radiofonica che, nel mare procelloso dei diritti, ha saputo tenere alta e tesa la bandiera dei doveri» 

Con queste parole, Alfredo Provenzali, aprì la puntata del 31 agosto 2008 della trasmissione più longeva della storia della radiofonia italiana, "Tutto il calcio minuto per minuto"

A casa di mio nonno a Napoli, dopo il pranzo infinito della domenica, c'era un appuntamento fisso che consisteva nell'ascoltare con la radiolina "Tutto il calcio minuto per minuto"Lui con gli occhiali neri e doppi poggiati sul naso, con il capo chino sulla sua schedina e io che lo imitavo. Quanto mi piaceva ascoltare le voci dei radiocronisti della Rai, erano e lo sono ancora, rassicuranti, professionali e per niente invasive, anche adesso, se sono in macchina durante le partite, ascolto "Tutto il calcio" e subito mi avvolge un senso di serenità, di sicurezza. 

 

Il programma nacque durante la stagione 1959-60, da un'idea di Guglielmo Moretti (all'epoca capo della redazione sportiva della Rai), che prese spunto da una trasmissione radiofonica francese ("Sports et Musique"), nella quale cronisti-inviati commentavano in diretta dai campi di gioco le partite del campionato locale di rugby a 15. Moretti non fece tutto da solo ma fu coadiuvato da altri due "giganti" del giornalismo italiano, Roberto Bortoluzzi (che divenne il primo conduttore della trasmissione) e Sergio Zavoli (al tempo capo della Redazione radiocronache). Le trasmissioni iniziarono in via sperimentale nel 1959, mentre il debutto ufficiale avvenne domenica 10 gennaio 1960 alle 15:15 su Radio Rai 1. La trasmissione nacque in realtà come sperimentazione della trasmissione multipla a microfono aperto di diversi eventi in contemporanea, in preparazione dei Giochi Olimpici di Roma del 1960, evento globale trasmesso televisivamente e radiofonicamente dalla Rai.
"Tutto il calcio" quindi non nasce come prospettiva di una trasmissione che avrebbe segnato la storia dell'informazione sportiva italiana, bensì come banco di prova per l'evento più importante di quell'anno, le Olimpiadi. Se l'esperimento fosse fallito la Rai probabilmente avrebbe dovuto rivedere i suoi ambiziosi progetti di trasmissione simultanea degli eventi, una vera e propria sfida ai tempi.
Quel 10 gennaio chi si fosse sintonizzato sulle frequenze della Rai avrebbe provato una nuova e stimolante esperienza, riuscire a "vedere" il calcio. Superare la barriera della mancanza di immagini e soltanto grazie all'utilizzo della voce dei radiocronisti cercare di raccontare come mai era stato fatto prima, una partita, anzi tutte le partite. 
Il programma inizialmente proponeva solo le radiocronache dei secondi tempi: a partire dalla stagione 1987-88 fu introdotta la copertura dell'intera partita. La struttura di base, rimasta inalterata nel corso dei decenni, prevede infatti tuttora collegamenti a turno dai vari stadi con segnalazioni immediate per eventi di particolare rilievo (gol, rigori, etc.).

 

La prima puntata ufficiale vide collegati da Milano Nicolò Carosio per Milan-Juventus, da Bologna Enrico Ameri per Bologna-Napoli e da Alessandria Andrea Boscione per Alessandria-Padova. Lo studio centrale del programma si trovava originariamente nella sede Rai di Milano, in corso Sempione 27 e la conduzione fu affidata a Roberto Bortoluzzi, che rimase in carica per ben ventotto anni, fino al suo pensionamento nel 1987. I radiocronisti furono esclusivamente di sesso maschile fino al 1988, quando debuttò Nicoletta Grifoni. Dopo Bortoluzzi il programma fu condotto prima da Massimo De Luca (dalla stagione 1987-88 fino al suo passaggio a Mediaset), quindi da Alfredo Provenzali e infine da Filippo Corsini. Nella stagione 2000-01 la trasmissione fu trasferita negli studi del Centro Rai di Saxa Rubra, a Roma. In 59 anni di storia, il programma è stato condotto da soli 4 giornalisti fino ad ora. 

Negli anni precedenti le partite trasmesse in diretta in televisione, il successo della trasmissione era tale che la domenica, nei parchi pubblici di tutte le città italiane, durante le ore di trasmissione, era spesso possibile ascoltare il programma, semplicemente passeggiando, date le innumerevoli radioline portatili del tempo che gran parte degli uomini aveva con sé, spesso appoggiate all'orecchio, mentre facevano la loro passeggiatina famigliare della domenica.
Undici le voci della trasmissione che, nel corso degli anni, hanno avuto la possibilità di annunciare in diretta uno scudetto: sono quelle di Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Beppe Viola, Everardo Dalla Noce, Carlo Nesti, Riccardo Cucchi, Bruno Gentili, Livio Forma, Francesco Repice, Emanuele Dotto e Giovanni Scaramuzzino.
Una delle voci più famose e iconiche dell'informazione sportiva italiana è sicuramente quella bassa e roca dell'indimenticato Sandro Ciotti, il quale nella sua ultima radiocronaca, un Cagliari-Parma del 1996, con la voce ormai stanca concluse così il suo meraviglioso e impeccabile lavoro: 

"Quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca. Un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori. Mi mancherete"

All'inizio la trasmissione non aveva una sigla vera e propria ma era introdotta dall'annuncio pubblicitario di una nota marca di liquori di Trieste. Dal 24 ottobre 1976 fino al 23 ottobre 1983, venne utilizzato un frammento di Caravan nella versione di Eumir Deodato, per poi passare, dal 30 ottobre 1983 al 19 giugno 1988, alla canzone "A taste of honey" di Herp Albert & the Tijuana Brass. Il 9 ottobre 1988  fu sostituita con un motivo composto appositamente da Mauro Lusini. In seguito e fino ai giorni nostri, è stata riutilizzata l'iconica sigla che tutti noi abbiamo ascoltato almeno o una volta nella vita e che senza bisogno di rifletterci su, associamo immediatamente a "Tutto il calcio minuto per minuto", "A taste of honey". 

In un'epoca dove il calcio è diventato prerogativa delle televisioni, "Tutto il calcio minuto per minuto", resta un baluardo del racconto romantico capace di non farci mai dimenticare che, per usare le parole di Riccardo Cucchi, personalmente la voce radiofonica a cui sono più legato in assoluto: 

"...una voce che cerchi di emergere sul boato del pubblico per gridare «Rete!» continuerà a essere, per ogni appassionato, l’essenza vera del gioco del calcio."