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I problemi di questa edizione del Mondiale in Qatar

La World Cup delle polemiche

I problemi di questa edizione del Mondiale in Qatar La World Cup delle polemiche

Il Mondiale è iniziato ormai da otto giorni e si sta giocando la parte più consistente del torneo, la fase ai gironi, dove non sono mancate affatto le sorprese. Dall'Arabia Saudita che ha conquistato una incredibile vittoria ai danni di Messi e compagni, una delle selezioni favorite, fino al Giappone che ha schiacciato la corazzata tedesca che ancora non è riuscita a mettere in campo il suo vero valore. Ma non è tutto, le sorprese non finiscono qui, dalla quasi esclusione del Messico fino alle imprese di Marocco ed Iran, tutto sembra ancora aperto ed è difficile ipotizzare chi riuscirà a farsi strada, anche la Francia, data da tutti come principale favorita, non sembra avere quella lucidità che l'ha contraddistinta nell'ultimo mondiale giocato e vinto in Russia. E se in campo le sorprese non mancano anche fuori non è stato da meno, il Mondiale infatti fin dalla sua assegnazione è stato accompagnato dalle polemiche che non smettono di fermarsi tutt'ora, specialmente per gli aspetti logistici. 

Mettendo da parte le grosse violazioni dei diritti umani riservate ai lavoratori che hanno reso possibile questo Mondiale e tutti gli scandali di corruzione legati alla FIFA, dove anche Joseph Blatter ha ammesso che assegnare questa competizione ad una nazione come il Qatar è stato un errore, ci sono stati tanti altri problemi. La principale questione a tenere banco in questi giorni è stata senza dubbio il divieto di indossare fascia da capitano "One Love" per mostrare il supporto alla comunità LGBTQ+. In un paese musulmano queste tipo di azioni infatti non sono possibili, con la FIFA è stata costretta prima a minacciare le nazionali coinvolte e poi a modificare le regole del gioco a poche ore dall'inizio ufficiale, affermando che chiunque l'avesse indossata era passibile di cartellino giallo. E la Germania infatti, una tra le nazioni più attive in questo campo, non è rimasta in silenzio o meglio, durante la consueta foto di gruppo prima della partita tutti i giocatori hanno portato la loro mano davanti la bocca per protesta. Una foto che sicuramente rimarrà nella storia e che verrà ricordata.

Se tutto ciò non bastasse si aggiungono poi le polemiche legate alle presenze negli stadi e agli outfit dei tifosi. Secondo i dati ufficiali degli organizzatori del Mondiale in Qatar, allo stadio Al Thumama di Doha per assistere a Olanda-Senegal erano 41.721 spettatori. Questa è stata una delle partite più discusse perché attraverso i social si sono viste persone entrare allo stadio senza biglietto e dalla tv lo stadio sembrava per vari settori semivuoto. Tutto nella norma o quasi, magari da uno schermo l'impianto può apparire più o meno vuoto o magari molti spettatori hanno lasciato lo stadio a metà gara. A mettere in dubbio la contabilità creativa della FIFA è però la capacità ufficiale dello stadio Al Thumama fissata a 40.000 persone. Stessa situazione che ha caratterizzato la partita d'esordio, dove sono stati annunciato 67.372 in uno stadio - il Al Bayt - che può contenerne circa 60 mila. Dati che fanno pensare che evidentemente l'affluenza non sia quella dichiarata e che soprattutto ci sia aspettava. Un'altro grande problema ad oggi è quello legato agli abiti indossati dai tifosi, che si sono lamentati di non essere stati ammessi all'interno dell'impianti per via del loro outfit, dagli inglesi travestiti da crociati fino a chi indossava vessilli color arcobaleno, come riportato da diverse testate. 

Le altre assurde questioni riguardano poi la querelle con lo sponsor Budweiser e gli alloggi riservati ai riservati tifosi. Gli organizzatori hanno spostando fuori dagli stadi gli stand e le aree dedicate alla vendita e al consumo di birra. La decisione infatti è arrivata, secondo fonti credibili, direttamente dalla famiglia reale qatariota ed ha preso alla sprovvista Budweiser, sponsor ufficiale FIFA, che ha espresso attraverso i propri canali social la sua incredulità per la situazione. Non solamente il divieto di consumare birra (alcolica) dentro gli stadi risulterà in un danno d'immagine incalcolabile per l'azienda statunitense, ma le modalità seguite dall'organizzazione non permetteranno neanche una semplice soluzione logistica. Budweiser ha dichiarato di essere infatti venuta a conoscenza del nuovo piano solo sabato, otto giorni prima della partita d'inaugurazione del torneo. Ma oltre la birra, anche gli alloggi hanno fatto discutere. Le piccole stanze allestite dentro un container spesso con bagni in comune sono state a lungo contestate, non solo per via delle loro funzionalità ma anche per via del loro prezzo, circa €200 a notte. Infatti il paese asiatico non era in grado di ospitare così tante persone e gli hotel messi a disposizione non erano sufficienti, motivo per cui gli alloggi prima destinati ai lavoratori sono stati riassegnati. 

Insomma, nonostante la bellezza di una competizione come il Mondiale, un evento che da sempre è capace di riunire persone da tutte il mondo, sembra davvero difficile che questa edizione verrà ricordata per la gioia del campo. I tanti problemi legati all'organizzazione e logistica, uniti agli scandali degli ultimi anni gettano un'ombra drammatica sull'operato della FIFA. In attesa di capire chi la spunterà speriamo che chi di dovere faccia tesoro degli errori commessi, ripartendo con il piede giusto già dal 2026.