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Cosa andava di moda l'ultima volta che l'Argentina ha vinto il Mondiale?

36 sono gli anni che separano Maradona da Messi

Cosa andava di moda l'ultima volta che l'Argentina ha vinto il Mondiale? 36 sono gli anni che separano Maradona da Messi

Nelle strade e nei vicoli di Buenos Aires e dell’Argentina continua risuonare forte, gioioso e rumoroso l’eco della vittoria dei Mondiali da parte della Seleccion. L’euforia del popolo Albiceleste dopo 36 anni di attesa in Coppa del Mondo è esplosa roboante e pare non avere mai fine. La festa va avanti da giorni anche in casa degli eroi dell’Argentina protagonisti del leggendario successo in Qatar, culminato con la vittoria in finale contro gli ormai ex campioni in carica della Francia. La foto pubblicata da Lionel Messi con in mano il trofeo è diventata in pochissime ore il post con più like nella storia di Instagram, con i numeri che sembrano non volersi fermare. Mondo social, e quello del web, che non era neanche immaginabile all’epoca dell’ultimo successo Mondiale dell’Argentina nel 1986, quando ad alzare la coppa al cielo fu Diego Armando Maradona. E allora, cos’era che andava di moda 36 anni fa? 

Top Gun e i Ray-Ban Aviator

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Nel 1986 esce nelle sale cinematografiche di tutto il mondo la pellicola “Top Gun” con protagonista Tom Cruise nei panni del pilota dell’aviazione americana Maverick. Nel film, l’attore indossa un paio di occhiali destinati a diventare un’icona nel suo genere: i Ray-Ban Aviator RB 3025. Lenti verdi, montatura a goccia e telaio dorato per degli occhiali da sole che vanno tuttora ancora di moda. Furono proprio i piloti della US Air Force a chiedere all’azienda di creare e brevettare un modello che potesse garantire loro comfort e protezione anche con il casco allacciato. Non è un caso che quest'anno sia uscito il sequel "Top Gun: Maverick" raccogliendo incassi record.

I “Paninari” di Milano

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Quelli erano anche gli anni, a Milano, dei “Paninari”; ragazzi cresciuti col mito americano che, dopo aver lasciato il bar “Al Panino” di Via San Paolo a inizio 1980, cominciarono a frequentare il Burghy di Piazza San Babila. La loro moda era una mix della cultura degli USA e il gusto tamarro dell’Italia di quel periodo. Erano più che altro ragazzi dei licei milanesi, portavano in spalla gli zaini Invicta, indossavano il bomber, il giubbotto di jeans foderato con il pelo o il Moncler. Ai piedi erano le Timberland a farla da padrone, con calzini a quadri ben in vista che spuntavano dai Levi’s 501 con tanto di risvoltino sopra la caviglia. Le borse delle ragazze, invece, erano rigorosamente firmate Naj Oleari, dalle fantasie più disperate, con file chilometriche il sabato pomeriggio fuori alle vetrine dei grandi magazzini. Questa moda però non è invece sopravvissuta al trionfo dell'Argentina, con il celebre McDonald di Via Babila che ha chiuso proprio durante i giorni del Mondiale in Qatar.

I “Tozzi” di Roma

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A contrapporsi ai “Paninari” di Milano c’erano poi i “Tozzi” di Roma, nati anche loro dal radunarsi nei pressi del “Burgher” di Piazza Barberini. La loro moda era perlopiù la medesima dei cugini del Nord, ma aveva alcune sostanziali differenze. I Levi’s 501 si indossavano calati anziché col risvoltino alle caviglie, le scarpe erano le Clark marroni, tortora o verde bottiglia e come giubboni si indossava il piumino Ciesse oppure giubbotto di pelle, modello aviatore, della Schott. 

I primi cellulari e la musica portatile

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Da un Motorola DynaTac, un telefono grande quanto una scatola di scarpe, viene fatta nel 1973 a New York la prima storica chiamata da un cellulare. L’azienda riuscì poi a staccarlo dalla ingombrante macchina che bisognava portarsi dietro e nel 1986 c’era chi poteva vantarsi di andare in giro col modello 8000X: ovvero il primo dispositivo a poter essere considerato portatile. Venne soprannominato “brick phone”, ovvero di telefono-mattone per la sua forma lunga e squadrata e con una ricarica di 10 ore permetteva circa 60 minuti di conversazione. 

Per portarsi dietro la musica in quegli anni, invece, a spopolare era il walkman il lettore di musicassette creato da Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Ōsone, e prodotto dalla Sony. A suonare nelle cuffie dei giovani del tempo i Duran Duran, Madonna con la sua freschissima “La Isla Bonita” e il vincitore di quel Festival di Sanremo Eros Ramazzotti.