Vedi tutti

Come David Beckham ha ispirato Dolce&Gabbana

Tra pezzi d'archivio e nuovi disegni, la sfilata milanese di D&G conferma il ruolo centrale del calciatore inglese nel definire l'estetica Y2K

Come David Beckham ha ispirato Dolce&Gabbana Tra pezzi d'archivio e nuovi disegni, la sfilata milanese di D&G conferma il ruolo centrale del calciatore inglese nel definire l'estetica Y2K

Anche durante questa Fashion Week milanese, il calcio si conferma essere uno dei maggiori serbatoi di ispirazione per il mondo della moda. In particolare durante la sfilata della collezione di Dolce&Gabbana, che attraverso un viaggio nel loro archivio hanno unito capi storici della loro trentennale carriera ad altri disegnati per l'occasione. E in questa collezione Re-edition non poteva mancare un omaggio, come loro stessi lo hanno definito, a David Beckham, l’icona dell’uomo D&G ad inizio millennio. Il calciatore del Manchester United infatti ha definito la figura dell’uomo metrosexual anche nell’immaginario sportivo, solitamente molto distante da tale estetica, imponendosi come il primo giocatore nel mondo della moda. Ma non solo, il suo impatto ha radicalmente modificato la moda stessa avvicinandola a corpi performanti e muscolosi diversi dai modelli usati in precedenza. 

Era il 2003 quando Dolce&Gabbana fecero sfilare una legione di sosia di Beckham in passerella per la loro collezione primavera/estate, tutti vestiti con una maglia rossa dallo scollo a V e con il numero 7 e il nome David stampati sul petto e una serie di pantaloni baggy e strappati. Un riferimento piuttosto diretto al giocatore inglese, l’ultimo di una lunga serie di ali destre a vestire il numero di George Best, ed al suo stile fuori dal campo. Ma il rapporto tra Beckham e la casa di moda italiana non si è certo fermato alle passerelle, anzi il calciatore è diventato l’ambasciatore di Dolce&Gabbana nel mondo contribuendo in larga parte alla fortuna del duo siciliano ad inizio degli anni 00.

Insieme alla moglie Victoria ha formato la coppia più influente e invidiata a forza di canotte, crop top, tank, mutande logate e cerchietti per i capelli. Dai billboard in jeans con petto nudo e addominali e rosario in bella vista ai completi total white, Beckham ha riscritto il codice dell’estetica maschile introducendo il concetto di metrosexual attraverso un photoshoot su Vogue Sport nel 2004 che ribaltava gli stereotipi applicati al pallone. Ritratti dalla lente di Steven Klein, i “The Beckhams” tutti vestiti D&G diventarono la nuova coppia reale inglese, un trend che ora torna prepotentemente di moda all’interno del revival Y2K celebrato anche nella sfilata di Milano. Tra citazioni dirette, come appunto la maglia con il numero 7, e suggestioni che hanno attraversato l’intera collezione fortemente influenzata dal calcio, compreso un tank top che lo cita letteralmente, anche a distanza di vent’anni Beckham si conferma un’icona della moda maschile intramontabile. 

Lo hanno ammesso gli stessi Dolce&Gabbana, che a margine della sfilata hanno dichiarato quale sia stata l’ispirazione dei loro disegni. "Sicuramente David Beckham, lui ha sdoganato il glamour da uomo con tuxedo e jeans distrutti, con cerchietti per capelli e rosari. Gli abbiamo reso omaggio, l’abbiamo incontrato recentemente e gli abbiamo raccontato che ci siamo ispirati a lui. Ha introdotto il vero glamour nell'abbigliamento maschile, è stato un momento chiave della moda che ha cambiato la conversazione sul modo di vestire degli uomini”.