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La storia di Reebok nel calcio

Da Ryan Giggs a Thierry Henry, viaggio attraverso la tradizione calcistica dell'azienda di Bolton in attesa del suo ritorno

La storia di Reebok nel calcio  Da Ryan Giggs a Thierry Henry, viaggio attraverso la tradizione calcistica dell'azienda di Bolton in attesa del suo ritorno

Nell'ampio panorama di marchi sportivi che forniscono il materiale tecnico alle squadre di calcio, dalle divise gara agli abiti di rappresentanza, è pronta a inserirsi un’altra azienda che fino ai primi anni Dieci del 2000 è stata grande protagonista nel mondo calcistico internazionale. Stiamo parlando di Reebok, che sarebbe pronto a tornare alla carica sui prati verdi dopo averli abbandonati a seguito dell’acquisizione del brand da parte di adidas. Il marchio inglese fondato a Bolton dai Fratelli Foster nel 1958, fu infatti acquistato dall’azienda tedesca nel 2006 per 3,8 miliardi rivelandosi però, man mano nel corso degli anni, un brand poco redditizio tanto da portare la multinazionale a farlo scomparire dal rettangolo verde del calcio focalizzandolo su altri ambiti sportivi, su tutti il running, il CrossFit e le arti marziali. Nel 2021 è poi arrivato Authentic Brands Group che ha ufficializzato l’acquisizione di Reebok versando 2,5 miliardi di dollari nelle casse di adidas. 

L’azienda con sede a New York possiede varie realtà del mondo dei media, del benessere, del lusso e delle attività all’aperto e con il marchio inglese ha consolidato il suo legame con il panorama dello sportswear. “Reebok non solo occupa un posto speciale nella mente e nel cuore dei consumatori di tutto il mondo, ma gode anche di un’ampia distribuzione a livello globale”, ha dichiarato il presidente e fondatore di ABG Jamie Salter. E proprio grazie al rapporto tra il CEO della società americana e John Textor, azionista di maggioranza del calcio del Botafogo, Reebok sarebbe vicino al grande ritorno nel calcio. Il club brasiliano ha infatti cancellato l’accordo con Volt Sport, lo sponsor tecnico che avrebbe dovuto produrre le divise per la prossima stagione, puntando tutto sul brand di Bolton per la produzione e la creazione delle nuove maglie tanto da scendere in campo fino a fine stagione con una maglia vintage senza la presenza di alcun fornitore. E proprio in Brasile, la società dei Fratelli Foster ha avuto diverse partnership nella sua avventura nel gioco del pallone, come quelle con il Vasco da Gama, il San Paolo e l’Internacional. Ma dalla seconda metà degli anni ’90 a primi anni Duemila, Reebok ha vestito molte squadre realizzando dei kit iconici rimasti nella storia di questo sport. 

Giggs, l’iconico volto di Reebok

Il primo grande volto calcistico che ha legato il suo nome a quello di Reebok è stato Ryan Giggs. Il gallese, che nei primi anni ’90 si affacciava per la prima volta sui grande palcoscenici europei, è stato l’uomo di punta dell’azienda inglese per tutta la sua carriera nel Manchester United. Un volta firmato il contratto di collaborazione, Reebok lanciò un paio di scarpe da calcio destinata a fare la storia: le Reebok SprintFit. Un paio di scarpini, originariamente bianchi con il logo rosso, che hanno accompagnato Giggs per tutta la durata della sua gloriosa e vincente carriera in maglia Red Devils.

Nel corso degli anni, sono poi state create delle edizioni speciali in base ai risultati ottenuti dal gallese. Come le Reebok Sprintfit Pro del 2008, personalizzate con il ricamo “Moscow 2008 759” sulla linguetta anteriore, in occasione della finale di Champions League di quell’anno in cui il ragazzo raggiunse anche il record di presenze con i Red Devils. O anche le Reebok RG800 interamente in color oro, rilasciate nel 2010 per commemorare l’800esima presenza da professionista dell’ala mancina. Nel 2014 poi, una volta abbandonato il campo per sedersi in panchina, Giggs ha invece deciso di passare a Nike, anche perché Reebok nel frattempo stava scomparendo dai campi di calcio. 

Henry, Casillas e tanti altri

Ma oltre a Ryan Giggs, Reebok riuscì a far indossare il proprio marchio a tanti altri campioni del mondo del calcio. Da Jay-Jay Okocha ad Andy Cole, da Dennis Bergkamp fino a Shevchenko e Casillas, con quest’ultimo che ha indossato anche dei guanti prodotti dall’azienda inglese. Ma nel 2006 la società dei fratelli Foster mise a segno un vero e proprio colpo di mercato, portando nella loro scuderia Thierry Henry strappandolo a Nike. Far indossare i propri scarpini a uno dei più grandi talenti del tempo fu una mossa votata al rilancio del brand nel calcio e ritrovare una posizione di spessore dopo alcuni anni di difficoltà. Nel 2009, Titì e Giggs, i due volti di punta di Reebok, presentano le nuove scarpe “Instante Pro”, ma nonostante questi tentativi di marketing associati a due grandi campioni, il marchio non riuscirà a rifiorire. 

HenryGiggsCasillas e Shevchenko furono anche protagonisti della campagna dell’azienda Play Responsibly. In uno di questi spot, che ha come ambientazione una Barcellona postapocalittica, si vede il francese buttar giù palazzi e spazzar via automobili abbandonate solo calciando un pallone con il suo destro. L’ex stella transalpina inoltre fu il volto, insieme a un giovanissimo Lewis Hamilton, anche delle Reebok ZIGTECH, le rivoluzionarie scarpe da training che assorbivano l’impatto con il suolo grazie a una speciale suola in schiuma. Anche Iker Casillas fu protagonista di una pubblicità, nella quale dimostrava l’efficacia dei guanti da portiere firmati Reebok sui quali il pallone si incollava per rendere facile qualsiasi tipo di parata. 

Argentina, Cile, Liverpool e non solo

Ma nel corso della sua esperienza calcistica Reebok ha regalato agli amanti del pallone alcune divise leggendarie rimaste nel cuore dei tifosi. Come quella dell’Argentina nell’annata 2000-2001, un autentico cimelio indossato da Batistuta, con numero e logo al centro e i classici colori Albicelesti ma inseriti in un design inedito per la Seleccion. Restando nel panorama delle Nazionali, anche la nostra Italia ricorda il marchio inglese, questa volta però con una nota d'amarezza. Era il Mondiale di Francia ’98 e gli Azzurri esordivano con un 2-2 contro un Cile targato Reebok. In quell’occasione fu una doppietta di Marcelo Salas a fermare la selezione di Cesare Maldini, ma quella divisa della Roja ebbe un impatto incredibile nell’immaginario collettivo dei tifosi. Era ovviamente il rosso a farla da padrone, ma a spiccare era il grosso logo dell’azienda che dalle spalle arrivava fino al petto dei calciatori. 

Dal 1996 al 2006, per ben dieci anni, il marchio inglese è stato anche il produttore delle divise del Liverpool, realizzando kit puliti e sobri e che proprio per questo erano amatissime dai sostenitori dei Reds. Un particolare interessante, invece, era una sorta di sfondo presente al di sotto dello scudetto del club. Anche il Bolton, squadra della città d’origine dell’azienda, non potè che legare il proprio nome a quello del brand tanto da arrivare nel 1997 a intitolare lo stadio di casa “Reebok Stadium”. Anche in Italia ci fu una breve parentesi legata alla società dei fratelli Foster, che realizzarono le maglie da gioco per Fiorentina e Cagliari. Storica la divisa viola della stagione 1996-1997 con cui la squadra poi vinse la Supercoppa italiana con colletto con i colori di Firenze, patch della Coppa Italia l’anno precedente e sponsor Sammontana. Un vero pezzo da collezione per gli amanti del genere.