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Un passo in più: intervista a Nicoló Pirlo

Abbiamo deciso di seguire il viaggio di Nicolò che ci ha svelato in anteprima "Ventidue", il nome del suo brand

Un passo in più: intervista a Nicoló Pirlo Abbiamo deciso di seguire il viaggio di Nicolò che ci ha svelato in anteprima Ventidue, il nome del suo brand

È indubbio come negli ultimi anni il mondo del calcio e quello della moda si siano avvicinati lentamente stagione dopo stagione, come due continenti in procinto di collidere l'uno contro l'altro. L'impatto, in realtà, non è stato così catastrofico anzi è riuscito a dar vita a un movimento che in pochi anni è passato dai campetti di quartiere alle passerelle delle Fashion Week. Due opposti che sono riusciti a contaminarsi fino a diventare quasi l'uno parte dell'altro, come ci dimostrano le ultime sfilate, dove da Milano a Parigi fino a Londra e New York abbiamo visto almeno un capo o un accessorio d'ispirazione calcistica in passerella. 

Due mondi che Nicoló Pirlo ci ha confessato è intenzionato a far incontrare ulteriormente con "Ventidue", il suo nuovo brand di abbigliamento streetwear, che annunciamo ufficialmente su nss sports. Qualche giorno fa ci ha invitato a Torino a scoprire insieme a lui il suo viaggio annunciato via social, che ha deciso di intraprendere. Un viaggio di certo non facile o scontato, nemmeno per un figlio d'arte come lui, ma quasi inevitabile per lui che ha sempre vissuto con il calcio in famiglia. "Ho pensato di poterci provare, con grande passione e impegno. Da qui, l’idea di reinterpretare in chiave streetwear alcuni capi iconici e caratteristici del mondo del calcio, nella prospettiva di portare nell’armadio di appassionati e non alcuni pezzi d’ispirazione calcistica e sportiva. Sto parlando di richiami nitidi alla cultura calcistica, e non necessariamente una mera ripresa dell’estetica da gioco applicata su capi streetwear."

Prima di aprire il suo brand, "Ventidue", un progetto ambizioso tanto quanto le giocate del padre, Pirlo ha studiato e approfondito il mondo della moda e i suoi legami sempre più stretti e diretti con il calcio, per consegnare al pubblico qualcosa che riuscisse ad unire le sue più grandi passioni. "L’idea nasce dal fatto che mio padre, nel professionismo, ha indossato la maglia numero 21. Avendo vissuto da primo tifoso la sua carriera nello sport, mi piacerebbe raccogliere la sua eredità calcistica scendendo in campo in un settore diverso, quello della moda, nella ricerca di un connubio tra il calcio e lo streetwear. Un passo in più rispetto al suo percorso, io sono il 22."

Il calcio, com'era prevedibile, ha ricoperto un ruolo centrale nella sua vita fin da subito. Si potrebbe dire che è una parte del suo DNA, come lui stesso ci dice poco prima di concedersi all'obiettivo di Laurent Bentil, ma nonostante ciò non ha mai voluto intraprendere la carriera professionistica. "Credo che ognuno, poi, debba essere consapevole dei propri mezzi e, pur sapendo di disattendere qualche fantasiosa aspettativa, il calcio giocato non è la mia strada. Sono contento di poter coltivare la mia passione per la moda, contando sul mio impegno, sull’affetto della mia famiglia e di chi mi segue." Il calcio però non è solamente quello giocato in campo, ma soprattutto è definito da una serie di gesti, rituali e dettagli che poi definiscono la prestazione nei novanta minuti. "Fin da piccolo, più che altro, mi ha sempre affascinato la cornice del professionismo, l’attenzione alla comunicazione e all’immagine che distingue un atleta da un’icona. Da lì, mi sono appassionato alla moda. Molti calciatori sono rimasti nella storia perché, con il loro stile e la loro comunicazione, si sono fatti promotori di un’immagine: basti pensare a giocatori come David Beckham o, più recentemente, a Bellerin." 

Ma oltre alle icone del passato Ventidue ha in serbo molte grandi sorprese che per ovvie ragioni ancora Nicoló non ci può ancora svelare, anche se non esclude partecipazioni importanti per il suo progetto. Il brand infatti oltre ad essere supportato da giocatori del calibro di Chiesa, Zaniolo, Kean e Kulusevski, giovani talenti che ben rappresentano lo stile che Nicoló vorrebbe raccontare, non si limiterà però a coinvolgere solo calciatori. Pirlo ci ha confermato che ci saranno anche atleti impegnati in altre discipline, "sono convinto che, per esportare fuori dal campo una cultura come quella del calcio, sia opportuno coinvolgere tutti gli appassionati".

Ma oltre ai calciatori da coinvolgere, insieme a Nicoló abbiamo parlato anche dei progetti futuri. Abbiamo discusso della nuova estetica della Serie A, definita dalle collaborazioni con brand di moda e delle maglie inedite diventati casi di culto. E chissà che un giorno anche lui non si cimenti, attraverso il suo brand, nella creazione di una maglia per un club. Nonostante il progetto Ventidue sia slegato dal calcio giocato, Nicoló ci dice che sta seguendo attentamente anche quella strada, perché il design dei kit tecnici nel calcio è diventata una grande vetrina per molti brand di streetwear. Ci dice che ne sta seguendo i suoi sviluppi, anzi "sarei contento di cogliere l’opportunità di disegnare una maglia, se mi si dovesse presentare, ancorché oggi il percorso che sto cercando di percorrere sia fuori dal campo da gioco."

Infatti la maglia da calcio è diventata un oggetto di culto che non è più solamente riferita al campo di gioco, ma dai tifosi fino alla moda, ha vissuto uno stravolgimento di significato. Ora non è più considerabile come mero materiale da performance e Nicoló lo sa bene. Infatti ci dice che anche secondo lui la maglia del futuro incontrerà sempre di più la possibilità di essere indossata in circostanze lontane dallo stadio: "sono stato a Marsiglia e lì sono stati fatti enormi passi verso questa direzione, anche se molto è dovuto all’attaccamento della popolazione francese al calcio come cultura nazionale. Il PSG poi, più di tutti, sta cercando di entrare nella moda attraverso la porta principale, forte anche dei testimonial di cui può disporre, i quali sono ormai icone oltre che calciatori. Per estrosità e anticonformismo, mi sento più vicino alla terza maglia dell’Inter: ha uno smalto particolare e inedito. So che l’idea è nata da Moab, un’artista italiano molto talentuoso che seguo da tempo, essendo anche un grande appassionato di musica."

In attesa di capire cosa Ventidue ci riserverà nel prossimo futuro, Nicoló ci ha già lasciato già qualche indizio: "l’idea che ho più apprezzato, in realtà, è stata la collezione “Football, mon amour” di Nike x Off White, firmata Virgil Abloh. È senza dubbio il tentativo che più si avvicina alla mia idea. Sul campo da gioco, invece, la collaborazione sicuramente più riuscita è stata Adidas x Pharrell “Human Race Jersey Collection”."

D'altronde "Football Mon Amour" è stata una delle collezioni che ha spianato la strada al calcio nel mondo della moda e che si è inserita nel flusso di rivalutazione delle maglie da calcio all’interno dell’estetica streetwear, partita da Patta e Palace per poi arrivare fino alle passerelle, sulle quali Virgil è salito con il solito profilo onnivoro e iconoclasta. Dopo le ultime foto e gli ultimi indizi, la nostra chiacchierata finisce in un campetto ibrido a metà tra calcio e basket, un luogo metaforicamente perfetto per Nicoló che è ormai pronto a fare quel passo in più e lasciarsi alle spalle il resto, guidato solo ed esclusivamente dalle sue passioni.

Ph: Laurent Bentil