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La UEFA ha vietato anche gli scarpini personalizzati

Dopo tutti i problemi con le maglie l'attenzione adesso è rivolta agli scarpini personalizzati

La UEFA ha vietato anche gli scarpini personalizzati Dopo tutti i problemi con le maglie l'attenzione adesso è rivolta agli scarpini personalizzati

Il presidente Aleksander Čeferin e tutti i membri UEFA dopo aver bannato le maglie di Ajax, Inter e Barcellona, stanno pensando ad una nuova stretta che riguarderà gli scarpini. Stando a quanto riportato nell'UEFA Equipment Regulations, l'organo di governo del calcio europeo vieterà tutti i messaggi provocatori a tema politico e religioso, ma non solo, saranno vietate anche le comunicazioni promozionali di brand differenti. Ecco perché pochi mesi fa Neymar non ha potuto indossare le sue PUMA Future personalizzate a tema Fortnite per la gara di Champions League contro il Manchester City. Tuttavia ci sono delle eccezioni alla regola, la UEFA non vuole del tutto vietare ai giocatori di personalizzare i loro scarpini, motivo per cui consentirà comunque ai giocatori di inserire messaggi come "Black Lives Matter", purché appunto non ledano l'integrità e la moralità di organi politici, calciatori o persone.

Dopo le maglie la UEFA si appresta ad inserire un altro diritto di veto, possiamo definirlo così, che limiterà maggiormente la creatività dei brand e dei calciatori stessi. Una regola che è possibile trovare qui, al punto numero 41, e che vista l'assenza di gravi precedenti pare francamente inutile. Probabilmente la nuova regola è stata aggiunta per tenere quanto più distanti possibile calcio e politica, visti i problemi avuti quest'estate ad EURO2020. La UEFA infatti si è sempre autoproclamata "neutrale a livello politico e religioso" ma allo stesso tempo ha sempre tenuto conto delle vicende politiche che negli hanno tenuto banco, a cominciare da quella di quest'estate  in Ungheria - dove con una legge approvata che vieta ai minorenni di accedere a "contenuti che promuovono la deviazione dall'identità di genere, il cambiamento di genere e l'omosessualità" - senza aver tenuto conto dell'altro risvolto ungherese, ben più grave soprattutto se si considerano anche le denunce dei calciatori francesi contro i cori razzisti ricevuti durante le prime due partite. A fronte quindi di un regolamento che parla chiaro, sorge spontanea  la domanda: nell’ottica sempre di favorire lo spettacolo ma tenendo conto delle complesse ed importanti logiche sociali, politiche e televisive, perché non rivedere queste regole ormai completamente obsolete?.