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Il nuovo country club di Michael Jordan

Grove XXIII è un'oasi di sport che incontra il lusso e hi-tech

Il nuovo country club di Michael Jordan Grove XXIII è un'oasi di sport che incontra il lusso e hi-tech

Michael Jordan e il golf sono due cose inseparabili, forse anche più della pallacanestro. Se da un lato MJ ha saputo dire basta al basket, non riesce a fare lo stesso con l'ossessione per il golf, sport che non ha mai praticato professionalmente. Da oggi, però, potrebbe farlo in uno degli impianti più sofisticati al mondo. Ha aperto i battenti il Grove XXIII, una struttura voluta e costruita da Michael Jordan con il coinvolgimento di 25 investitori selezionati. Il nome dell'impianto - che comprende un campo da 18 buche, una club house principale, una gatehouse, un campo d'allenamento, una struttura didattica, diversi punti d'appoggio lungo il campo, spogliatoi, aree lounge e un negozio professionale di golf - deriva dal frutteto di agrumi che rende famosa la zona di Hobe Sound, nel sud della Florida. 


Il progetto appartiene allo studio di architettura NBWW e l'architetto Bobby Weed, insieme al suo socio Chris Monti, hanno deciso di creare un campo ad immagine e somiglianza del club di Shinnecock Hills di Long Island, NY, uno dei più antichi degli Stati Uniti nonché sede degli US Open nel 2018. 226 acri di verde, di bunker, ma anche di design contemporaneo che rendono soprattutto la club house principale un gioiello.

 

Secondo TCPalm.com, il costo totale della struttura si aggira intorno ai 20 milioni di dollari, una cifra apparentemente astronomica ma non spropositata se si calcolano i lussi tecnologici che possono usufruire gli appena 100 membri ammessi all'interno di questa oasi sportiva. In rete, infatti, circolano diversi video di giocatori che, su richiesta, ricevono snack durante le gare attraverso un drone che li raggiunge e sgancia quanto ordinato

Una delle caratteristiche che fa capire chi è davvero il proprietario sta nelle struttura dei campi. Come spiegato da Weed, è possibile giocare continuamente i vari circuiti senza mai tornare verso la club house, aumentando così la possibilità di finali di partita più tirati, buche extra e una dose ulteriore di competitività