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La storia di Gilbert Arenas e delle 4 pistole scariche

"Agent Zero"

La storia di Gilbert Arenas e delle 4 pistole scariche Agent Zero

Inizia tutto quando, Gilbert Arenas, lasciata la Grant High School di Los Angeles, passa al college. Ma non un college qualsiasi, parliamo di University of Arizona dove giocano i Wildcatsuna delle squadre più importanti dell'intera NCAA. 
Qui è costretto ad abbandonare il numero a cui era legato e che aveva indossato fino a quel momento, il 25, questo perché quello stesso numero era stato ritirato in onore di un altro giocatore che in NBA qualcosa ha vinto e che lo aveva portato prima di lui in Arizona, dandogli anche un certo lustro. Il giocatore in questione è il 5 volte campione NBA (3 con i Chicago Bulls e 2 con i San Antonio Spurs) e attuale allenatore dei Golden State Warriors, Steve Kerr

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Per usare un eufemismo diciamo che non gli veniva dato molto credito arrivato nel college basket, molti credevano che non avrebbe giocato un minuto sia con i Wildcats che, se fosse riuscito a fare il salto, nella NBA.

"Pensavano valessi zero"

Gilbert colse la palla al balzo e alla faccia di tutti quelli che dubitavano di lui scelse proprio lo 0 come suo nuovo numero di maglia. Questa scelta racconta molto della personalità di Arenas, un uomo solo contro tutti che sin da ragazzino era pronto a sfidare, quasi con irriverenza, chiunque si frapponesse tra lui e i suoi obiettivi.
Nasceva "Agent Zero".

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Infatti già dalle prime partite Arenas mostra tutto il suo talento cristallino e al suo secondo anno i Wildcats approdano alle Final Four giocando una stagione straordinaria. In semifinale contro Michigan State Gilbert si fa male in un bruttissimo scontro con Zach Randolph ed è costretto ad abbandonare il campo ma la vittoria arriva lo stesso, i Wildcats sono in finale NCAA. Nonostante l'infortunio Arenas gioca lo stesso, ovviamente, ma i Blue Devils di Duke sono troppo forti e Arizona è costretta a masticare amaro nonostante un'annata irripetibile. 

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Arriva il momento decisivo, quello del grande salto in NBA. Arenas si rende eleggibile al draft del 2001 ma le cose non vanno proprio come sperava il numero 0. Le chiamate avanzano e il nome di Gilbert non si sente, non era considerato un giocatore che potesse avere un impatto nella lega, (l'abbiamo già sentita questa?), e tutte le squadre che avevano diritto di chiamata nel primo giro, lo snobbano. Finalmente alla 30 i Golden State Warriors lo scelgono ma per le prime 40 partite non mette piede in campo, letteralmente. Poi però le cose cambiano. Troppo piccolo per essere una shooting guard e poca visione di gioco per essere una buona point guard viene schierato playmaker e il rookie da Arizona sfrutta al massimo questa opportunità. 11 punti di media e un buon minutaggio acquisito lo portano al secondo anno in NBA da titolare dei Warriors dove vince il titolo di giocatore più migliorato della lega (Most Improved Player) e l'MVP del Rookie Challenge disputato durante l'All-Star Weekend del 2003. Alla fine della sua seconda stagione nella lega, Arenas è uno dei free agent più richiesti. 

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I Washington Wizards non se lo lasciano scappare, Arenas firma un contratto di 6 anni a 60 milioni di dollari. La prima stagione è un mezzo disastro causa infortunio mentre la seconda lo consacra con la prima chiamata all'All-Star Game. In quella stagione pazzesca Gilbert e il suo compagno di backcourt, Larry Hughes, formano la coppia più prolifica dell'intera lega. Ai playoff di quell'anno Arenas mostra a tutta la NBA che è arrivato un nuovo "sceriffo" in città e che quando c'è da prendersi i tiri importanti, quelli che decidono le partite che contano, lui non si tira indietro, anzi. 

 

Il 17 dicembre 2006 Gilbert fissa il suo nuovo career high: 60 punti per la vittoria in overtime sui Los Angeles Lakers di Kobe Bryant allo Staples Center. In quell'occasione Arenas diventa il giocatore dei Washington Wizards ad aver segnato più punti in singola partita.
Ma è nel 2007 che Arenas si costruisce la reputazione da "clutch player"
Il 10 gennaio, manda a bersaglio un tiro da tre allo scadere che regala la vittoria ai Wizards sui Milwaukee Bucks per il 108 a 105 finale. Due settimane dopo, nel Martin Luther King Day, Gilbert segna la tripla decisiva sulla sirena per la vittoria thriller (114-111) contro gli Utah Jazz, voltandosi ed esultando ancora prima che la palla finisse dentro. E ancora il 22 marzo con pochi secondi sul cronometro mette a segno un layup che vale la vittoria dei Wizards sui Seattle SuperSonics.

 
Qui però dobbiamo fermarci, perché se fino ad adesso abbiamo raccontato di un giocatore su cui nessuno avrebbe puntato un dollaro e che invece ha dimostrato di essere uno dei più forti della lega, ora è arrivato il momento di parlare del lato oscuro della personalità del numero 0.

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Un modo di stare al mondo tutto suo, anticonvenzionale, anche negli spogliatoi. Era solito fare scherzi ai compagni, anche e sopratutto di cattivo gusto, come per esempio quando lasciò i suoi escrementi nelle scarpe del suo compagno di squadra Andray Blatche, per tre volte. Oppure un altro suo capolavoro era, quando la squadra andava in trasferta lunga, rubava le chiavi delle macchine dei suoi compagni e le faceva duplicare. Poi le mandava tramite Federal Express ad un suo complice a Washington così da riuscire a portare via le macchine dal parcheggio degli Wizards. Per inciso, le macchine venivano restituite soltanto svariati giorni dopo. Era anche un trash talker di livello chiaramente e proprio questa sua "dote" portò al fattaccio che lo allontanò in maniera formale dalla NBA.

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Sugli aerei che portano i giocatori da una parte all'altra dell'America, spesso e volentieri i giocatori passano il tempo a giocare a carte, puntando molto forte potendoselo permettere. Durante una di queste partite a Bourrè, o Boo-ray, gioco francese introdotto negli Stati Uniti dai coloni d’oltralpe in Louisiana nel 1800, una sorta di crossover tra poker e briscola, Gilbert iniziò a prendere in giro il suo compagno di squadra ai Wizards, Javaris Crittenton, che stava perdendo e tanto. La cosa andò avanti per tutto il viaggio e una volta a terra Arenas, non contento, e sentendo Crittenton protestare e lamentarsi in modo insistente, sfoderò la provocazione definitiva: 

"Javaris, darò fuoco alla tua macchina, CON TE DENTRO. Poi prenderò un estintore e verrò a spegnerti le fiamme da sotto il c.."

e lui rispose:

"Ed io ti sparerò, dopo"

Arenas chiuse la conversazione così:

"Bene, le pistole allora le porto io"

Tre giorni dopo, Gilbert decise che era arrivato il momento di affrontare Javaris e dargli la lezione che meritava.
Portò negli spogliatoi quattro pistole scariche e le appoggiò in fila, una dietro l'altra, sul tavolo al centro della stanza e disse: 

"Hey, figlio di p… scegline una. Ti sparerò dritto nel c… con una di queste"

Javaris Crittenton si voltò lentamente verso Arenas, dicendo di non aver bisogno delle sue pistole estraendo la sua, carica e puntandogliela in faccia. Non fu sparato nessun colpo ma la NBA squalificò per un anno entrambi i giocatori. 
Crittenton avrebbe smesso di giocare di lì a pochi mesi. Escluso dalla NBA, nel 2011 fu incriminato ed in seguito condannato a 23 anni di carcere per l’omicidio della 22enne Jullian Jones. 
Tra il 2010 e il 2012, Arenas giocò pochissimo con le maglie di Orlando e Memphis, senza mai riuscire a raggiungere i livelli toccati a Washington e nel mese di novembre del 2012 firmò un contratto di una stagione con opzione per la successiva con gli Shanghai Sharks, squadra del massimo campionato cinese. Con gli Sharks tornò a vestire il numero che lo aveva reso famoso e che meglio lo aveva rappresentato, lo zero.