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Seattle è stata il centro del mondo

Puoi togliere i Sonics a Seattle ma non toglierai mai da Seattle l'amore per i Sonics

Seattle è stata il centro del mondo Puoi togliere i Sonics a Seattle ma non toglierai mai da Seattle l'amore per i Sonics

10 anni. Un tempo lunghissimo o brevissimo, dipende dalla prospettiva. Quella dei tifosi di una delle squadre più iconiche della NBA, i Seattle SuperSonics è sicuramente diversa da quella di chiunque altro. 10 anni fa infatti sono stati "scippati" della loro squadra di basket che per motivi principalmente economici venne trasferita in un'altra città, Oklahoma City, diventando gli Oklahoma City Thunder. I tifosi dei Sonics non hanno mai smesso però di tifare per la loro squadra, una squadra che non esiste, anche perché chi lo ha detto che la lontananza azzoppi o addirittura azzeri una bellissima storia d'amore? Quella tra la città di Seattle e la sua squadra di basket non è finita 10 anni fa e non finirà mai. I tifosi sono convinti e sperano che un giorno i Sonics torneranno, sì perché le emozioni non cambiano città e infatti è nato un progetto meraviglioso Bring 'Em Backche racconta la storia collettiva di coloro che sono ancora, e lo saranno per sempre, innamorati dei Sonics che hanno voglia di condividere i ricordi, le sensazioni e le speranze per il futuro, non vogliono più contare i giorni senza basket in città, hanno voglia di iniziare un conto alla rovescia, è tempo di riportare indietro i Seattle Supersonics. Ma non tutti sanno come e dove nasce questo amore viscerale, proviamo a farvi fare un piccolo viaggio nel tempo e nella storia per farvelo capire.

 

I gemelli O'Brien. Due dei più grandi atleti della storia americana. Sì perché dovremmo partire da loro per raccontarvi la storia del basket e dello sport in generale a Seattle. I ragazzi furono capaci di segnare al Madison Square Garden (ovviamente non quello di adesso) ben 62 punti sui 102 totali nella vittoria contro New York University e riuscirono in un'altra incredibile impresa, battere gli Harlem Globe Trotters. La data è quella del 21 gennaio del 1952 e Seattle University vince contro la squadra creata per non perdere mai 84 a 41, un punteggio assurdo per l'epoca. I ragazzi però non si limitavano soltanto al giuoco della pallacanestro no, giocavano anche nella squadra di baseball dell'università di Seattle. Questi i record delle due squadre nei tre anni in cui i gemelli hanno fatto parte delle due varsity: 

Basketball team: 92 vinte e 17 perse
Baseball team: 62 vinte e 14 perse 

Dopo la loro incredibile e irripetibile carriera al college, per motivi molto americani scelgono la carriera professionistica nel baseball, il gioco originario degli americani, The Grand Game, con i Pittsburgh Pirates.
Ogni parola ulteriore è semplicemente superflua.  

Agli inizi degli anni 50' in tutto lo stato di Washington D.C. le High School che davano la possibilità ai ragazzi di colore di sedersi sui banchi di scuola erano cinque. Una di queste, la Springram High School vantava tra le sue fila quello che sarebbe diventato uno dei giocatori più incredibili nella storia del gioco e Hall of Famer. Di cognome fa Baylor e porta il nome della principale azienda di orologi dell'epoca, Elgin. Trova posto in un piccolo college dell'Idaho e l'allenatore della squadra di football lo vede e vista la mole del ragazzone gli chiede in che ruolo giocasse. Elgin Baylor però è un baskettaro e quindi il coach vuole rispedirlo a casa. Ma prima chiede di allenarsi con la squadra di basket. Dieci minuti di allenamento bastano per far capire a tutti che uno così passa davvero una volta sola e quindi resta in Idaho. Va oltre i 31 punti a partita e piazza il record di rimbalzi presi per College of Idaho.

Un giorno lo vede giocare un concessionario di auto di Seattle, lo "rapisce" lo mette su un cesna e lo porta a Seattle dove giocherà per Seattle University. I suoi due anni all'università della città del caffè sono, numeri alla mano, i migliori della storia del college basket di tutti i tempi, al primo anno è il miglior rimbalzista della NCAA con oltre 20 di media mentre al secondo anno segna più di 32 punti a sera. Elgin aveva portato il gioco dei playground dell'est ad ovest, e gli avversari contro i quali giocava non avevano mai visto quello che era in grado di fare: contropiede, palleggio di destro, palla dietro la schiena e schiacciata in faccia al malcapitato difensore di turno che nel migliore dei casi assomigliava in tutto e per tutto a Ricky Cunningham di Happy Days. Uno così non l'avevano mai visto, un giocatore così non c'era mai stato. Dobbiamo a lui l'hang timeovvero la capacità di restare sospeso in aria per poi produrre artisticamente punti mentre era in volo, concetto che verrà fatto proprio da Julius Erving e portato ai massimi livelli da Michael Jordan e tutti gli altri. Arriverà in NBA, ai Lakers dove in una stagione metterà a referto 38.2 punti e 18.6 rimbalzi di media a partita, sì ma mentre era nell'esercito. Elgin fino al venerdì sera era in caserma, poi partiva contro il fuso orario verso Los Angeles o dove i Lakers dovevano giocare, ne metteva più di 30 e poi di nuovo in caserma perché doveva rientrare entro domenica sera altrimenti l'esercito non gli avrebbe dato più il permesso di giocare. Avete bisogno di altro per capire che giocatore era Elgin Baylor?

Arriviamo agli anni 60' e 70', la città sta diventando importante per gli Stati Uniti sotto tanti aspetti e una serie di allineamenti astrali porta una piccola scuola privata della città, la Lakeside School, a far incontrare e conoscere due personaggi che hanno cambiato la vita di tutti su questo pianeta, Paul Allen (scomparso una settimana, era tra l'altro proprietario dei Portland Trailblazers) e Bill Gates, fondatori di Microsoft. Nella seconda metà degli anni 70' c'è una squadra che si impone in maniera decisiva in NBA, i Seattle SuperSonics, vinceranno il titolo nel 1978-79. La squadra è semplicemente pazzesca. Gus Williams, uno dei più incredibili giocatori con la palla in mano della lega, Dennis Johnson, John Johnson, Jack Sikma quello del Sikma Move (movimento che tutt'ora porta il suo nome) e Lonny Shelton. Quella squadra la allena Lenny Wilkins che aveva preso il posto, nientepopodimenoche, di Bill Russel.

Prima di quel titolo però la città aveva un padrone solo, si rasava completamente i capelli e portava la fascia in testa. Il suo nome è Donald Earl Watts ma tutti lo conoscono come "Slick" Watts. Idolo dei bambini e dei grandi, giocatore irripetibile, riusciva a colorare la partita in modo assolutamente unico. È stato primo in NBA per assist e recuperi ed era talmente popolare in città che prestampava gli autografi che poi distribuiva prima e dopo la partita. Per tre anni la pelata con la fascia ha dominato Seattle e ha lasciato una legacy unica. Avete presente tutti i giocatori di Seattle e non pelati con la fascia? Tutti figli suoi. Lui è stato il primo.

Negli anni 90' la città subisce un'accelerazione degna delle 88 miglia orarie della Delorean trasformata in macchina del tempo da Doc Emmett Brown e con la quale Marty McFly viaggia nel tempo in Back To The Future. Infatti la città fa un discreto balzo nel futuro dando vita ad un paio di fenomeni che segneranno il mondo ancora una volta, parlo della coffe culture e del grunge. La prima è un fenomeno diventato ormai globale grazie al colosso del settore, Starbucks (di un mese fa l'apertura del primo punto vendita anche in Italia, qui a Milano) che ha conquistato il mondo grazie ad una formula semplice fatta di sorrisi e buon caffè. Negli Stati Uniti Starbucks è considerata una "third home" dove rilassarsi, bere un caffè e leggere il giornale. L'azienda nasce nel 1971 ma è nel 1987 che tutto cambia. Howard Schultz, imprenditore newyorchese (sarà anche proprietario dei Seattle Supersonics dal 2001 al 2006) intuisce le potenzialità del business dietro la allora piccola torrefazione di Seattle e per capirne di più viene in Italia, proprio a Milano, per "studiare" i bar milanesi. Una volta tornato negli Stati Uniti prova a convincere i dirigenti di Starbucks a trasformare i loro punti vendita in caffetterie di stampo italiano, fallendo clamorosamente. Allora decide di farlo da solo. Fonda "Il Giornale", una sua caffetteria con l'imprinting da lui tanto desiderato, quello dei bar italiani. Dopo soli due anni di attività (1987) "Il Giornale" acquisisce le caffetterie Starbucks per 3,8 milioni di dollari e Shultz ne diventa amministratore portando l'azienda a diventare quello che è oggi. 

In maniera diversa ma non per questo meno potente, l'arrivo sulla scena musicale di Eddie Vedder e Kurt Cobain da una spallata molto potente al mondo musicale e non solo con un nuovo genere nato proprio a Seattle grazie ai due geni sopracitati, il grunge. I Pearl Jam e i Nirvana cambiano per sempre la musica, la moda e l'approccio alle cose di milioni di giovani in tutto il mondo, gli anni 90' nel pieno della loro forma.

A metà dei 90' i Seattle Supersonics diventano una squadra clamorosa. Arrivano due giocatori che cambiano totalmente il paesaggio, i migliori Sonics di sempre con Shawn Kemp e Gary Payton. Nel 1996 arrivano in finale dove però incontrano gli "Unstop-A-Bulls" di Michael Jordan che, tornato dalla parentesi non felicissima nel baseball, vinse quella serie 4-2 facendo capire al mondo che per il momento non ce n'era per nessuno, nemmeno per "The Reign Mam" e "The Glove".  

Ho parlato di viaggio nel tempo e non posso evitare di concludere con le parole di Doc che chiudono la trilogia di Back To The Future, quelle parole profumano di ottimismo e di speranza, proprio quelle emozioni che spingono i tifosi e l'intera città di Seattle a continuare imperterriti a tifare per una squadra che non esiste più ma che un giorno, speriamo, tornerà. 

Il vostro futuro non è ancora stato scritto, quello di nessuno. Il vostro futuro è come ve lo creerete, perciò createvelo buono