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The Good, The Bad and The Ugly in NBA Fashion, Ep. 2

Il meglio e il peggio visti ogni settimana sulle passerelle dell'Association

The Good, The Bad and The Ugly in NBA Fashion, Ep. 2 Il meglio e il peggio visti ogni settimana sulle passerelle dell'Association

“Chiunque abbia detto che i soldi non fanno la felicità è perché non sapeva dove andare a fare shopping” – Bo Derek

La settimana scorsa vi ho parlato di quanto sia diventato “fashion” il basket NBA. Per ora non siamo ancora ai playoff, però diciamo che molti giocatori stanno già dando il meglio di sé. Nel precedente articolo vi ho parlato di chi iniziò a cambiare un po’ le regole del “dress code” durante l’arrivo al palazzetto per la partita e ormai, si sa, le telecamere arrivano ovunque. Prima però, ne passava una ogni tanto negli spogliatoi sulla rete americana, ma mai da quest’altra parte dell’oceano a causa dei pochi minuti a disposizione sul palinsesto. Un volta beccai Andre Miller, che mi colpì molto con il suo stile. Crescendo a Los Angeles vestiva un po’ “come cazzo je pareva”, tutto molto oversize, con tanta materia Hip-Hop nelle tasche.

 

The Good

Partiamo subito da “THE GUCCIIIII MAAAAN!”. Soprannome datogli dai compagni di squadra, perché dovete sapere che il brand Gucci e Serge Ibaka sono una cosa sola. E comunque ragazzi, un atleta come I-block-a quando ricapita in questo gioco? Appello a Jordan Clarkson: “Posso avere le Kyries?”. Tra le altre cose, è una mia visione o assomiglia ad un giovane J. Cole? Draymond Green torna al liceo, complice la sua bellissima Varsity jacket abbinata alle Off-White AJ1. Al limite poi c’è Ben Simmons con le Atmos x Nike Air Max 95 "Animal Pack 2.0" insieme allo zaino Givenchy e il borsone Louis Vuitton.

 

The Bad

Ora è il turno di DeMarre Carroll. Pausa scenica al suo ingresso. Pausa scenica su ogni indumento. Pausa scenica sul suo stile. Insomma: “Pausa Scenica”. Riguardo a “Sr Swag Daddy” ci sono voci di corridoio che narrano dei suoi 15-20 minuti persi nella scelta delle calzature o degli accessori ogni volta che lascia lo spogliatoio. In questo caso, ha solo 3 collane al collo (le solite) - e non è cono gelato, citando la DPG - e di calze stavolta nemmeno l’ombra. Come potete vedere, ama da impazzire il brand Dolce & Gabbana e tutta la moda “Made In Italy”, ma la domanda resta la stessa: “Il marsupio??”. Un marsupio da 820 dollari! Persino “the real PJ Tucker” commenta le sue foto cercando di portarlo sulla retta via, anche perché il berretto costa 240, la giacca leopardata 1.955, la maglia 345, jeans 895 e le scarpe 648 sempre in dollari! Chiudiamo “carucci” ma aggressivi al punto giusto, con Tim Frazier e la giacca fatta con pelle di serpente.

 

The Ugly

Andre Iguodala con il suo doppio capotto… Iggy, Iggy, IGGY!!! Ma dai! Ho capito che a Minneapolis fa freddo, però! Il “dad goal” di J.R. Smith. Okay che con Supreme New York siamo “pappa e ciccia” però ogni tanto ci sono dei limiti. Ma avete ragione, perché il ragazzo con il tattoo “Through the Fire”, di limiti ne ha mai visti. Sul look di Carmelo Anthony ci sono varie scuole di pensiero. Per me spacca, per mia madre e la mia tipa assolutamente e categoricamente No. Voi che ne pensate?