Vedi tutti

The Good, The Bad and The Ugly in NBA Fashion, Ep. 1

Il meglio e il peggio visti ogni settimana sulle passerelle dell'Association

The Good, The Bad and The Ugly in NBA Fashion, Ep. 1 Il meglio e il peggio visti ogni settimana sulle passerelle dell'Association

Oramai si sa che l’NBA dei padri fondatori non è più la stessa, sia per il modo di giocare che per altro. La cosa più interessante, però, è che ormai non si va più al palazzetto per la partita in giacca e cravatta o con l’abito, anzi, per la gioia di Rasheed Wallace negli ultimi anni la strada che porta dal parcheggio allo spogliatoio è diventata una vera è propria passerella.

Che i giocatori abbiano degli sponsor sui vestiti, scarpe o altro ci sta. Molti hanno anche degli stylist personali, ma spesso sull’antipasto della partita c’è un po’ di guacamole in più rispetto allo standard. Tutto è diventato moda, ma a noi piace anche così e infatti in questa rubrica settimanale andiamo a parlare proprio di questo. Eleganza sartoriale dove? Il “dress code” quasi imposto dall’ex presidente della lega David Stern è stato abbattuto da Allen Iverson, che all’inizio prendeva multe su multe, come Jermaine O’Neil, per la lunghezza dei pantaloncini in campo, erano $10.000 quando andavano più a sud di una rotula.

Un aneddoto sul passaggio di testimone tra il vecchio pensiero e quello che è oggi riguarda Jason Terry, che regalò una decina di abiti di lusso a Nate Robinson come benvenuto tra i professionisti. Entrambi sono dei Two-Oh-Six, vi ho parlato già dello slang  “206 My City” legato alla città di Seattle, ma purtroppo sono di diversa mentalità. Infatti Nate non ne hai mai messo uno e al palazzetto ci andava rigorosamente in Nike Air Jordan.

Nota a margine: Rasheed Wallace non amava spendere miliardi di soldi in abiti infatti appendeva un cartello con la scritta “R U SERIOUS?” sui vestiti dei compagni di squadra per deriderli. Questa settimana però oltre oceano è andata più o meno così: 

 

The Good

Più buono di così si muore, il rookie dei Lakers Kyle Kuzma non è la prima volta che si presenta al palazzo con un maglione da perfetto fidanzato della #Givenchy, però non lasciatevi ingannare dalle apparenze, perché alcune stelle sono “bucate” e infatti lui fa intravedere il tatuaggio che ha sul petto sinistro. A proposito di tatuaggi, ci piace anche il ragazzo con quelli che non si vedono mai in campo perché coperti dalla divisa, Kevin Durant con: giacca di Vêtements, shirt di Snoop Dogg e le Off-White x Nike Air Force 1. Poi c’è Brandon Ingram con addosso una Kenzo reversibile, (mi piace e ho controllato, costa 410 euri), pantalone Amiri di cui lui è appassionato e le sneakers adidas, almeno le scarpe poca roba, forse.

 

The Bad

O lo ami o lo odi, sia in campo che fuori dal campo. SwaggyP is in da houseeee! Ossia Nick Young. Già che arrivi al palazzo in orario è un miracolo, però quando ci arriva, arriva così: pantaloni Vanson Leathers x Supreme New York e sneakers Prada e poi in mano un altro paio. Tutto questo prima della partita contro gli Warriors. Come fai a non amarlo?

 

The Ugly

Di solito il “Barba” è sempre elegante, ma in questo caso James Harden effettua letteralmente un airball! Non perché abbia un completo camouflage, ma perché obiettivamente è una tuta inquadrabile! In redazione non vogliamo nemmeno sapere la marca… ma poi il capello nero abbinato alle scarpe blu? Citando di nuovo Sheed: “R U SERIOUS?!?!?”. Poi c’è Russell Westbrook, che tra l’altro era un compagno di squadra del barba e anche lui ci scherza poco sul vestire. Qui si salva solo per aver messo le Levi’s x Air Jordan 4 Denim

Con questo completo passo e chiudo, alla prossima gente.