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Stasera torna la NBA: ecco le cose da non perdersi nella stagione 2017/18

NBA Tips Stasera torna la NBA: ecco le cose da non perdersi nella stagione 2017/18

Bene, ormai ci siamo, dite pure addio alle vostre colazioni con Mattino Cinque, perché da domani fino a metà giugno ogni vostro briciolo di lucidità mattutina verrà speso per aprire la app NBA e verificare che Russell Westbrook sia riuscito a fare la solita tripla doppia in 19 minuti, coach Pop fatto piangere con successo Rachel Nichols nell’intervista di fine quarto e Steph Curry segnato il suo classico tiro dal parcheggio dell’Oracle Arena.

Ebbene sì, dopo mesi di astinenza che hanno fatto seguito alla scontata (così dicono i bene informati) vittoria dei Golden State Warriors nelle scorse NBA Finals, con successivo bandwagoning di signori che sono passati dall’odiare Kevin Durant a pensare che sia il legittimo erede al trono dei Sette Regni, la National Basketball Association sta per riaprire i battenti. 

La nuova stagione si prospetta lunga - quando hanno chiesto chi era favorevole a ridurre le 82 partite di Regular Season, noi abbiamo alzato la mano - altalenante, visto che l’ormai consueto riposo programmato di alcune superstar renderà diverse partite molto meno appetibili, ma sicuramente interessante, visto che la free agency ha spostato molti più equilibri e creato molte più nuove incognite di quanto ci si possa immaginare. 

Tutto bello, tutto interessante, ma ovviamente quello che interessa a noi sono lo stile/swag della lega e tutte quelle storie che - al di là del lato tecnico/tattico - ci potranno regalare le 1230 partite di regular season… Più i playoff. Come dicevamo, sarà una lunga stagione. In ogni caso, ecco le cose che potranno rendere l’attesa verso l’ennesima, inevitabile finale tra Cavs e Warriors un po’ più interessante.

 

Joelone

Dopo aver ottenuto il più alto rateo stipendio/minuti giocati dai tempi di Quaresma all’Inter, “The Process” - che quest’anno, se non giocherà in una certa maniera, finirà davvero sotto “process” - ha fatto registrare grandi numeri nella pre-season con i suoi 76ers. Le cifre che ci interessano davvero sono però le seguenti: 927K follower su Twitter e 1,2 milioni su Instagram, piattaforme social su cui Embiid dà davvero il meglio di sé. La pre-season gli è servita per scaldarsi anche da quel punto di vista, visto che è già riuscito a metter su una bella social war con Hassan Whiteside.

 

The Town v The Land

 

È vero che “un bel gioco dura poco”, ma se il gioco in questione include tre dei migliori giocatori di basket del pianeta, possiamo anche portarlo avanti ancora per un po’. La supersfida tra il Team LeBron e il Team Steph si è arricchita di nuove pedine che rendono il tutto ancora più affascinante. Sulla baia in realtà è cambiato poco, anche se il secondo anno del quartetto Curry-Thompson-Durant-Green potrebbe renderli come il Barcellona di Guardiola del 2009: inarrestabili. 

Interessanti invece i cambiamenti avvenuti nell’Ohio, con la partenza di Irving (il tip-off dei Cavs sarà proprio contro i suoi Celtics), l’arrivo di un indemoniato Isaiah Thomas - anche se fermo almeno fino a gennaio - e l’ennesimo tentativo di rinascita di Derrick Rose. Insomma, aspetti tecnico-tattici a parte, la nuova puntata di questa telenovela sarà interessante da seguire anche per le incessanti schermaglie tra i protagonisti. Chi sarà secondo voi ad accendere la miccia su questa eterna sfida? E perché proprio Draymond Green?

 

Nike x NBA

 

Dal punto di vista estetico/stilistico, la più grande novità non può che essere il nuovo accordo di sponsorizzazione tecnica con la lega, passata a Nike dopo i tanti anni di adidas. I primi cambiamenti apportati dallo Swoosh si sono già fatti vedere, per esempio con un nuovo sistema di uniformi per le franchigie, e tanti altri li vedremo sicuramente nei prossimi mesi. Sempre riguardo alle maglie delle squadre, non va dimenticato che questo sarà anche il primo anno con i nuovi sponsor nell’angolo alto a sinistra delle canotte, intaccando per la prima volta la “purezza” delle uniformi NBA. Business is business.

 

All-Star Game

Durante l’estate, man mano che la free agency andava a scombinare tutti gli equilibri della lega, qualche acuto personaggio negli uffici della 5th Avenue deve aver pensato: “Se quest’anno non cambiamo qualcosa, a febbraio LeBron si prende una settimana di vacanza a Malibù”. E visto che un All-Star Game senza King James non è auspicabile (money, money, money), la nuova versione prevede due capitani - i due atleti più votati, vogliamo scommettere che uno arriverà dall’Ohio e uno dalla California? - che avranno la possibilità di scegliere i quattro compagni che formeranno i quintetti titolari. Frecciatine argute a parte, si prospetta finalmente una possibilità di rivitalizzare un format che negli ultimi anni ha regalato davvero poco.

 

Milos

 

Anche a quelli che, come il sottoscritto, non possono essere considerati dei santoni di Eurolega, il nome di Milos Teodosic evoca visioni angeliche di passaggi dietro la schiena nell’angolo, assist visionari che sembrano realizzati con il compasso e l’immancabile espressione assente tipica del volto del cestista serbo. Dopo aver fatto dell’Eurolega la sua p… patria, Milos ha già fatto vedere in pre-season di poter far innamorare tutti i tifosi americani. Noi siamo certi che ci riuscirà sicuramente, infatti abbiamo inaugurato una “rubrif” (neologismo appena inventato che combina “rubrica” e “gif”) sulla nostra pagina Facebook, chiamata #TeodosicThursday. Perché il giovedì è notoriamente una pessima giornata e Milos può dare una mano a migliorarla.

 

Ball Family

Prima di leggere, è necessario che voi sappiate almeno a grandi linee chi/cosa sia la Famiglia Ball. Se così non è, redimetevi qui. Bene, ora possiamo concordare tutti quanti sul fatto che la “L Gang” - Lonzo, LaVar, LaMelo e LiAngelo - sia la versione maschile e baskettara delle Kardashians, tra dichiarazioni sopra le righe, battibecchi con vari personaggi più o meno influenti (sì, anche His Airness), brand di famiglia e un indiscutibile talento per il basket. Proprio quest’ultimo ci fa pensare che Lonzo, al suo anno da rookie con i LA Lakers, sarà in qualche modo in grado di liberarsi del peso mediatico del padre, lasciandoci la libertà di godere delle sparate di Lavar in tutta tranquillità. 

 

NBA v Donald Trump

 

Chiudiamo con uno spunto che di divertente - ahinoi - non ha proprio nulla. Se avete seguito le infinite polemiche tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la NFL, sapete benissimo che questa continua polemica ha toccato da vicino anche la NBA, arrivando probabilmente a fare decadere (almeno per quest’anno) la consueta visita dei campioni in carica alla Casa Bianca. Eventuali giudizi e opinioni necessitano assolutamente di un approfondimento più complesso, ma possiamo dire senza paura di errore che questa diatriba si trascinerà ancora a lungo e che difficilmente sfiorerà l’Association senza renderla - presto o tardi - parte integrante della vicenda. Speriamo senza strascichi peggiori di quelli che già ci sono.