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The White Jesus

The Basketball Disease

The White Jesus  The Basketball Disease

«Do you want something else?»

«No thanks, I'm ok».

«You're here to play basketball on December 24th? bullshit! [ahah]»

«Yes man! And do you know bout basketball courts in this area?»

«Ya gotta go to Jefferson Park, there is were The White Jesus was born».

Quel giorno venni deriso come non mai, e pensare che volevo solo festeggiare il Natale alla mia maniera.

Tra l’East Harlem e la parte alta di Manhattan c’è un piccolo quartiere italiano dove sorge un eccellente ristorante con il nome di “RAO’S”, caratterizzato dalla sua facciata dipinta di rosso, impossibile da non notare. La zona è chiamata "Second Little Italy”, e questa fetta di terreno newyorkese negli anni 60-70 era dominata dalla mafia. È proprio in questo contesto che nasce: Bill Rieser.

Un giorno mentre cercava di tornare a casa viene fermato proprio dietro l’angolo del ristorante da “Johnny”, noto serial killer della zona, che sotto minaccia lo obbliga per duecento dollari ad entrare in un appartamento e prendere delle partite di droga da parte sua. Bill a casa non ci andrà quasi mai, comincerà a drogarsi continuando a fare il "drug dealer” fino a quando non si ritrova una pistola puntata alla testa durante uno scambio iniziato male. All’epoca frequentava una scuola dove lo prendevano parecchio in giro e durante una lite, dopo averne stesi più di un paio, lo fecero inginocchiare, gli aprirono la bocca e gli bucarono ripetutamente la lingua con una bottiglia rotta. Dopo quest’episodio Bill cambiò scuola e finì alla Benjamin Franklin High School dove lui e Matty Cappuccilli rappresentavano solo due dei quattro studenti bianchi presenti in tutto l’istituto su 2.500 alunni.

Nel 1976 ad Harlem girava voce che questo quindicenne riuscisse a reggere il colpo contro le leggende di Rucker Park, tra cui un certo Earl “The Goat” Manigault, uno dei più grandi giocatori della storia del gioco. Il suo nome a NYC lo pronunciano  Earl Mani-Goat, dove GOAT sta per Greatest Of All Time. All’epoca Billy era alto un metro 92 cm ma saltava 111,76 cm e andava su per schiacciare con una tale cattiveria, che il suono dell’affondata rimbombava per tutto il quartiere senza l’uso dei megafoni.

Il problema è che era bianco e giocava sull’asfalto dominato dai neri, e a Joe "The Destroyer” Hammond, altra leggenda del gioco, pare non andasse molto a genio.

Per giocare certe partite su questi playground devi guadagnarti il rispetto con un “REP”, ossia una giocata esuberante o degna di nota che rappresenti il tuo talento: può essere una schiacciata o una stoppata al tabellone o anche un crossover che siede a terra il difensore. La “REP” per Billy arriva quando schiaccia per due volte consecutive mentre proprio Joe cerca di stopparlo. Schiaccia così forte che le sue mani ed il suo polso destro sanguinano per qualche minuto.  Subire una schiacciata in testa era già terribilmente imbarazzante se poi aggiungete il fattore “pelle bianca”, l’imbarazzo è elevato al cubo. Fu allora che tutti lo cominciarono a chiamare “WHITE JESUS” perché sulle mani aveva quelle sorti di cicatrici lasciate dall’impatto col canestro, come una sorta di “stigmate”.

 Al La Guardia House  spesso dopo una schiacciata di Rieser, il pubblico di colore era così arrabbiato che gli gettavano contro le sedie di metallo.  Nel 1978 aveva umiliato il grande Sidney Green suo rivale alla PSAL e aveva schiacciato in reverse in testa all'ex New York Knicks, Dick Barnett, dopo avergli rifilato un “pinning” memorabile, ossia una stoppata con inchiodata al tabellone. 

Sembrava tutto perfetto… Contro la Morris High School del Bronx realizzò 36 punti sotto gli occhi di tutta la nazione, senza errori su azione e dalla lunetta. Lo volevano tutti e tutti volevano offrigli una borsa di studio per il college. Ma un petroliere gli regala una cutlass nuova fiammante e gli mette ogni volta centinaia di dollari sotto lo zerbino della porta per ogni schiacciata eseguita con la maglia del Centenary College. Durante una partita gli salta il ginocchio, si opera ma perde molta fiducia e dopo due anni fallimentari alla Eastern Kentucky, smette di giocare e torna a casa. Non divenne mai un professionista, il sogno della NBA non si concretizzò mai. Le voci sul ginocchio però sono altre: si narra di una caduta dalle scale dopo una serata a bere birra fino al limite di sopportazione umana.

In questo periodo la sua vita diventa un disastro, ritorna il fantasma della droga con l’alcool e la moglie lo pianta su due piedi portandosi con se la figlia.

Quando tutto cade e niente è più come sembra l’umore gioca brutti scherzi ma la Bibbia… già la Bibbia! Lo salva dopo averla letta per giorni in una squallida stanza d’hotel. Qui trova la forza per farsi perdonare dalla moglie e diventa un ministro di Dio.

Il ragazzo  soprannominato il "Gesù dalla pelle bianca” su di un campo da basket viene salvato proprio dalla parola di Dio.