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Il fascino discreto della fascia da capitano

Non solo Papu Gomez, una piccola raccolta delle fascette più incredibili

Il fascino discreto della fascia da capitano Non solo Papu Gomez, una piccola raccolta delle fascette più incredibili

Fin dal primo incontro di calcio internazionale, Inghilterra - Scozia del 1872, esistono i capitani. Non fosse altro che per scegliere testa o croce nel lancio della monetina, decidere chi batte il calcio d’inizio o dare un punto di riferimento all’arbitro. Il ruolo del capitano è accompagnato anche da alcune leggende, prima di tutte quella della presunta possibilità del capitano di lamentarsi con l’arbitro (una volta e per tutte: leggenda falsa). Ma se è possibile distinguere i capitani, è solo grazie alle meravigliose fascette più o meno colorate che indossano (solitamente) sul braccio sinistro. Nel tempo le fasce da capitano solo diventate un vero e proprio oggetto di culto. 



Sabato scorso, prima del match con il Milan, Papu Gomez ha mostrato la sua nuova fascia da capitano, rappresentante una playstation 1 e la formazione di partenza della Master League di Winning Eleven, quella con Castolo e Miranda, per intenderci. Il Papu non è nuovo a sorprese del genere: le sue particolari fascette vengono disegnate direttamente dalla moglie Linda, e l’elenco delle “stranezze” è lungo. Da Holly e Benji passando per una particolare edizione di Halloween, fino ad arrivare ai casi più estremi di Spiderman e Papa Francesco. 




Ma Gomez non l’unico a indossare fasce personalizzate. Da sempre, Francesco Totti indossa una fascetta raffigurante il Colosseo, portata al contrario per scaramanzia. Quest’anno invece - il suo ultimo in attività - Il Capitano (con la C maiuscola) ha optato per una fascia commemorativa con incise tutte le sue annate in giallorosso. Un’usanza a dir il vero molto comune in Serie A: ne aveva avuta una anche Zanetti (con i nomi di tutti i capitani dell’Inter) e Buffon (per le 500 presenze).

A volte, poi, quella semplice fascetta può assumere significati più profondi e importanti. È il caso di Roberto Baggio, che specialmente nell’ultima parte della sua carriera, a Brescia, era solito indossare la famosa “fascia Soka Gakkai”, il Vincere Sempre buddhista, che ha poi accompagnato la sua conversione. 

Anche la fascia del Barcellona è molto difficile da non notare. Riporta i colori della Catalogna, la regione di cui Barcellona è roccaforte socio-culturale. Sulla fascia c’è anche la scritta Capitá, traduzione catalana della parola “capitano”. Recentemente la fascia è stata addirittura divisa in 4, tra Messi, Sergio Busquests, Xavi e Iniesta. 
 
Tuttavia, una delle fascette più belle della storia del calcio è senz’ombra di dubbio quella dell’Ajax, che riprende i simboli della bandiera cittadina, rendendo la fascia al braccio dei suoi capitani immediatamente riconoscibile e incredibilmente affascinante.