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Piccola guida agli anelli NBA

Dall'ossessione per i diamanti ai pezzi di palloni incastonati

Piccola guida agli anelli NBA Dall'ossessione per i diamanti ai pezzi di palloni incastonati

AGGIORNAMENTO: Come ogni opening night che si rispetti, ieri notte sono stati consegnati gli anelli alla squadra campione, i Golden State Warriors e ovviamente c'è anche la foto di rito dove i giocatori mostrano il brillocco con una certa spavalderia.

Se siete appassionati di NBA, sapete benissimo che nella lega di pallacanestro più importante del mondo, e in generale in tutta la cultura sportiva americana, vincere è considerato il passo definitivo e imprescindibile per entrare nell’Olimpo degli sportivi professionisti. Il rispetto per lo sconfitto è molto più marcato e sincero, ma resta il fatto che tutte le grandi promesse della palla a spicchi hanno dovuto affrontare la prova del fuoco, la vittoria di un titolo NBA. Una volta compiuto questo piccolo miracolo, lo si può sbandierare ai quattro venti, mostrandolo in pubblico ogni volta che si desidera. Letteralmente.

Nello sport americano, infatti, dalla NBA alla NFL passando per la MLB, c’è la tradizione di forgiare degli anelli che vengono consegnati a giocatori, allenatori e staff della squadra campione. E ovviamente, tanto per non smentirsi mai, i suddetti gioielli sono un insieme indistinguibile (o quasi) di oro, diamanti e gemme varie, arricchite in più da immagini fortemente simboliche, personalizzazioni di ogni tipo e… l’abbiamo già detto diamanti?

Questa particolare tradizione rende le opening night delle stagioni NBA ancora più emozionanti, visto che i campioni in carica possono finalmente mettere le mani sul simbolo della loro vittoria. Non hanno fatto eccezione i Cleveland Cavaliers, freschi vincitori in rimonta delle Finals 2016, che nella partita inaugurale contro i Knicks di martedì notte hanno ricevuto il loro anello. Il momento è stato particolarmente toccante per LeBron James, leader tecnico ed emotivo della squadra, che benché ne avesse già ricevuti due in passato per le vittorie con i Miami Heat, ha finalmente realizzato il peso dell’impresa compiuta a giugno: portare un titolo nella sua Cleveland, città a secco di vittorie da più di 50 anni. Un titolo raggiunto dopo aver ribaltato il 3-1 con cui si era aperta la serie finale, un'impresa che hanno voluto ricordare incidendo diamanti di colore diverso sul retro dell'anello.

Una foto pubblicata da LeBron James (@kingjames) in data:

Quello ricevuto dai Cavs è stato non solo il primo anello nella storia della franchigia, ma anche il primo per molti giocatori. Qualcuno, come Tristan Thompson, è corso a farlo vedere alla propria fidanzata, probabilmente per scoprire che, essendo la suddetta signorina Chloe Kardashian, ne ha già diversi e con molti più diamanti del suo. Altri, come JR Smith, hanno voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Una foto pubblicata da JR Smith (@teamswish) in data:

Ma i Cavs sono stati solo gli ultimi in ordine di tempo a infilarsi l’anello al dito e negli anni si sono viste delle vere e proprie chicche, non solo dal punto di vista estetico. Nel 2010, per esempio, in occasione del loro sedicesimo titolo vinto in back-to-back, i Los Angeles Lakers fecero inserire un piccolo pezzetto del pallone di gara 7 all’interno dell’anello.


L’anello del titolo NBA del 2011 dei Dallas Mavericks, invece, è un’opera d’arte vera e propria, ricca di significati simbolici. Attorno al logo centrale dei Mavs ci sono 31 princess-cut diamonds, uno per ogni stagione passata nella lega. La “M” Msul lato del anello è composta da 15 diamanti, a rappresentare i 15 giocatori del roster campione NBA. In totale, il gioiello ha più di 250 diamanti di vario taglio e si dice che Mark Cuban abbia speso 1,4 milioni di dollari per farli forgiare.

Un bel passo avanti da quando, negli anni Settanta, gli anelli NBA erano dei “semplici” simboli della vittoria e non un modo per pubblicizzare il brand della franchigia. Basti vedere l’anello del titolo dei Boston Celtics del 1969, che in totale conteneva diamanti per 0,5 carati. Tanto per dare un idea, quello dei Mavs sopracitato ne aveva all’incirca 10.

Per noi comunque, il più bello resta quello dei Chicago Bulls del 1993, quello del primo three-peat e del primo di ritiro di Michael Jordan in seguito all’uccisione del padre. Magari passerà un po’ prima che i tifosi della Windy City possano vederne un altro. Ma in fondo, è a questo che servono gli anelli NBA, a ricordare i giorni gloriosi del passato, sognando di vederne di nuovi in futuro.