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Gli atleti Nike celebrano Kobe Bryant

All hail the Mamba Day

Gli atleti Nike celebrano Kobe Bryant All hail the Mamba Day

Cinque giorni. Pareva lontanissimo e invece il giorno dell’ultima partita di Kobe Bryant in NBA è lontano solo cinque giorni. Il 13 aprile, con i Lakers che giocheranno contro gli Utah Jazz Kobe dirà basta, il Farewell Tour si concluderà e l’NBA dovrà abituarsi a un’altra normalità, una senza il 24 gialloviola.

I tifosi dovranno abituarsi, gli avversari, lui, certo. Dovrà farlo anche Nike, che osserverà il suo campione defilarsi, anche se la collaborazione continuerà: Kobe sarà ancora ambasciatore della compagnia dell’Oregon, continuerà a disegnare sneaker – come avevamo già raccontato in occasione dell’annuncio della Fade to Black, la campagna celebrativa delle signature del campione di Philadelphia.

L’ultima scarpa che Kobe indosserà sarà una Kobe 11, bassa, modellata secondo le ultime tecnologie Nike, ultraleggera, ma soprattutto nera e dorata. Il nero del suo nickname, Black Mamba, associato all’oro dei suoi anelli, ma anche metafora di una carriera che si conclude dopo essersi coronata d’oro. La prima release della campagna che accompagnerà Kobe fino all’addio è stata bianca (mantenendo sempre gli inserti neri e dorati), rilasciata il 22 marzo e indossata per primo dal leggendario golfista Rory McIlroy.

A partire da oggi più di 200 atleti Nike renderanno omaggio a Bryant indossando le Kobe 11 in diverse sfumature di bianco e nero, che diventeranno sempre più scure, fino ad arrivare alla Black Mamba, la sneaker del 13 aprile destinata a diventare leggenda.

Non un personaggio semplice, Kobe. Tante volte ha giocato a fare la parte del cattivo, di quello antipatico. La forte atleta americana Sanya Richards-Ross ha detto «credo che traesse forza dall’idea di essere un villain (un cattivo)». Kevin Durant, il futuro della compagnia in NBA ha invece dichiarato «certe volte riusciva davvero a farmi incazzare».

Amarlo o odiarlo, quindi? Entrambi, secondo Nike, che ha organizzato per il 13 aprile un mega evento mondiale: il Mamba Day. L’ultima recita di un personaggio talmente fuori da ogni logica da risultare per forza di cose polarizzante.

Già da prima di approdare in NBA Kobe provocò qualche alzata di sopracciglio deludendo tutti (in primis il padre) compiendo il grande salto che dall’high school portava all’NBA, senza passare per l’università. Quell’HS era Lower Marion, che Nike ha voluto ricordare con una particolare colorazione delle Kobe 11 in grigio e rosso, colori sociali della franchigia. La scorsa settimana poi è arrivata anche la consacrazione di Tinker Hatfield, che ha ritoccato le Kobe 11 aggiungendoci una colorazione ispirata al “black cement” delle Air Jordan III, forse la sua più grande creazione.

Già, l’ossessione per Jordan, quella in nome di cui Kobe ha in tutti i modi cercato di vincere il titolo del 2010, contro i Boston Celtics, riuscendoci al termine di una leggendaria battaglia. Doc Rivers, allora allenatore dei verdi ha recentemente detto: «non posso non dirmi quasi sollevato dal suo ritiro, mi ha fatto soffrire davvero tanto in diverse occasioni», si riferiva ovviamente a quella finale. In un video realizzato da Nike per il Mamba Day alcuni dei grandi volti Nike, come Paul George o il campione di football Odell Beckham Jr hanno ricordato come la visione kobeiana dello sport sia in fin dei conti quella di un vincente.

Quel vincente adesso si ritira, e a tutti noi non resterà altro che la possibilità di celebrare quel ricordo, tenerlo vivo il più possibile. Everyday should be a Mamba Day, direbbero dall’altra parte dell’Oceano. Per adesso ci accontenteremo del 13 aprile, quando Kobe, mano nella mano con Nike, metterà l’ultimo punto.