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Foot Locker & NBA a Londra per il #HottestMonth

I nostri due giorni a Londra per scoprire i trend della prossima stagione

Foot Locker & NBA a Londra per il #HottestMonth I nostri due giorni a Londra per scoprire i trend della prossima stagione

Le Nike Air Max TN sono un must di questa stagione. È la prima cosa che ti viene in mente entrando nel garage segreto alle spalle del Nike Lab di Shoreditch, Londra, che Foot Locker ha allestito a vetrina della nuova collezione.

L’Hottest Month, febbraio, è quello in cui verranno rilasciate una valanga di nuove sneaker. Nike, adidas, converse, Jordan, tutte rigorosamente approvate da Foot Locker. Approved e Hottest Month sono anche gli hashtag che ci viene chiesto di utilizzare per le nostre condivisioni sui Social, mentre un piccolo fiume di sneakershead raggruppati in team di nazionalità diversa comincia a comporre foto da migliaia di like su Instagram.

Un intero spazio è dedicato alle TN: è fatto di cubi bianchi, su ognuno dei quali viene riposto un modello. Ci sono quelle arancioni, alcune quasi argentate e, ovviamente, colorazioni simili alle squalo. Ci sono poi le nuove Adicolor, in netto miglioramento rispetto alla versione di Pharrell, e poi i colori pastellati "for her".

Beviamo qualche birra, MistaJam – host della BBC Radio 1 in prestito a Foot Locker – passa qualche disco di sottofondo dopo averci mostrato le sue adidas Stars War ancora incellophanate. Si dichiara uno sneakershead medio, ma l’impressione che sia modesto c’è. Brad Hall, uno che si è fatto un nome molto importante (finendo anche sulle pagine di Sports Illustrated) tra gli sneakershead con le sue recensioni video, viene intervistato. È molto simpatico e brillante, e comincia il suo discorso con «voi probabilmente non avete la più pallida idea di chi io sia» che in parte potrebbe essere vero. 

Dopo il minuzioso giro tra le varie collezioni e qualche chiacchiera con alcuni dei più ricercati sneakershead d’Europa, ci si rilassa. Assistiamo a un' esibizione live di Bonkaz, tuta e cappellino tirato giù alla Skepta, e quindi in perfetto stile UK. Oramai gli obblighi sono finiti, chi continua a parlare lo fa per piacere. Altri cercano la posa giusta rispetto alla scatola di Foot Locker, che la fotografa trasformerà in gif.

L’intero ambiente, per quanto caldo (molto caldo) mette tutti a proprio agio. La campagna di Foot Locker che comincerà a breve promette tante piccole rivoluzioni. La parola chiave è leggerezza. Le nuove Air Force peseranno il 40% in meno in quelle vecchie, grazie ad una suola resa ultra leggera dalle scanalature che vi sono state applicate. Pesa tutto poco, e la direzione poteva anche essere intuita da anni a questa parte. Adidas ha invece rinforzato le ultra boost, Nike aggiunto altri modelli per gli appasionati di basket. A proposito, tra qualche ora comincerà la partita e l’intervallo temporale è quello necessario perché il traffico londinese ci permetta di raggiungere la O2 Arena.

L’NBA torna a Londra, in una città che a tratti sembra amarla poco. Il palazzetto invece è praticamente pieno, forse non sold out, ma piuttosto interessato a quel che succede in campo. Ci sono gli Orlando Magic e i Toronto Raptors, due squadre che oggi andrebbero ai playoff, quindi facenti parte di una certa nobiltà dell’NBA. La partita ne risente, nel senso che il pubblico europeo (per la prima volta) assiste a una vera partita NBA. Pareggio nei regolamentari, supplementari, con Oladipo – che aveva mandato la partita all’overtime – che sbaglia l’ultimo tiro. C’è poi tutto il resto. 

Tutti sono ipnotizzati dalle telecamere, che generano isteria in chi viene inquadrato. C’è chi fa lra dab dance, chi banalmente saluta, chi impazzisce di gioia e chi si vergogna. Nel frattempo, le mascotte rendono prettamente americana l’atmosfera. Quella dei Raptors prova a infastidire un addetto alla sicurezza (è una vecchia gag NBA) mentre il mostriciattolo di Magic (che qualcuno nel nostro team Italia paragona – a ragione – a Prezzemolo di Gardaland) abbraccia persone a caso tra la folla.

È l’NBA, e non c’è NBA senza stelle a bordocampo. Michael B. Jordan (nome appena impegnativo anche solo per guardarla, una partita d’NBA) in camicia sportiva si conferma uno degli uomini del momento, Didier Drogba invece partecipa a una gara di tiri liberi segnandone ¾. La folla inglese apprezza molto l’inquadratura di Gordon Ramsay, vero e proprio idolo locale, mentre pare essere assente uno dei personaggi più attesi: Lewis Hamilton.

Con il senno di poi avremmo dovuto attenderci anche l’ospite dell’After Party ufficiale, nel quale entriamo grazie a Foot Locker. L’02 è così grande da contenere anche un meraviglioso club, sul soffitto (basso) del quale scorrono, per tutta la durata della festa, le immagini della corrente e passata stagione NBA.

Se balli e alzi la testa vedendo schiacciare (in scala ampliata) LeBron James l’effetto è certamente piacevole. Il DJ, che è l’ospite di cui sopra, è Idris Elba, (per alcuni) leggendario attore di The Wire e Luther, con una certa reputazione anche come selezionatore musicale. Ha una coppola e una cravatta. Al di fuori del set l’ho sempre visto vestito così. Suona Hotline Bling, qualche vecchio classico Anni ’80 sempre buono. Non ci si annoia e ad ora tarda ma non tardissima si torna a casa.

Il mattino seguente prima dell’aeroporto di Gatwick si fa tappa al Foot Locker di Oxford Street per il VIP Shopping. Tra i commessi ci sono tanti italiani, con cui si parla di sneaker ma anche della partita di ieri. «È stata bella tirata, vero?» domanda quello che sembra lo store manager. «Sì, abbastanza. Finalmente una bella partita» gli risponde il mio amico D. - il più profondo conoscitore di basket nel gruppo.

Ci fanno dei regali, io con i Cavs perdo contro D. che sceglie i Golden State Warriors. Chissà che non sia un presagio in vista delle Finals. Prima però c’è l’All Star Game, che cade guarda caso (ma manco troppo) a febbraio, il mese più caldo.