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Welcome back, my dear NBA

NSS - New Sport Side

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Dove eravamo rimasti? Eravamo al momento più caldo della stagione, dove tutto (basti pensare al letargo di James dai social network) veniva lasciato fuori dal campo, dove – retoricamente – si lottava senza esclusione di colpi e di colpe, dove i sogni di alcuni venivano infranti e quelli di altri si realizzavano.
Eravamo allora rimasti a Steph Curry con in mano il Larry O’Brien, e un intero Paese ai suoi piedi.

Dopo poco più di 4 mesi si ricomincia, (quasi) ogni notte, (quasi) a cent’allora. Ma se la palla è ferma agli onori della cronaca sale altro. Il mercato certo, con gli importanti – per noi italiani – trasferimenti di Belinelli a Sacramento, di Bargnani da Manhattan a Brooklyn e il ritorno di Datome in Europa. Il draft pure, con la prima scelta Tows che comincia a brillare e Mario Hezonjia che continua la tradizione croata in USA. Sarà probabilmente l’ultima stagione di Kevin Garnett e di Sua Maestà Kobe Bryant.


Ma, forse più di ogni altra cosa, a tenere banco quando non si gioca sono i cambiamenti stilistici che ogni anno l’NBA affronta. Questo che comincia è l’ultimo biennio di matrimonio tra adidas ed NBA, che ritonerà, dalla stagione 2017/2018 a vestire Nike, con la clamorosa novità del baffo presente sulle jersey da gioco di tutte le squadre.

Ma quali sono state le più significative novità nel sistema del fashion NBA? Alcune squadre hanno optato per veri e propri re-branding, altre invece hanno modificato qualche casacca. Ci sono stati importanti accordi tra stelle e marchi di sneakers, alcune polemiche e qualcuno ha rifatto il logo. Andiamo con ordine.

Anno nuovo, vita nuova.

Chi ha cambiato praticamente tutto è stata Milwaukee. La squadra più hipster della lega infatti si presenta alla nuova stagione con nuovo logo, nuove jersey e addirittura nuovo colore sociale. Il colore è il crema che, come ricorda Marco Vettoretti su Ultimo Uomo, "deriva da un particolare tipo di argilla, che dà origine a un tipo di mattone, appunto color crema, con il quale sono stati costruiti alcuni dei più longevi e caratteristici edifici di Milwaukee". I due nuovi loghi sono molto belli e moderni e, insieme con le divise da gioco, contribuiscono notevolmente ad aumentare l’appeal della squadra, che guadagna ogni giorno tifosi sui vari blog cestistici americani e non.


Cambi parziali invece quelli di Toronto, che ha presentato le nuove jersey, di cui una in collaborazione con la OVO Music - l’etichetta di Drake - e di Atlanta, che dopo aver riportato in auge, rimodernandolo, il vecchio logo anni ’70, ha deciso di proiettarsi nel futuro con le nuove divise, con un pattern triangolare che prende spunto dal petto dell’aquila. Come si legge sul sito degli Hawks, "la nostra città ha una posizione unica, epicentro del fashion, della pop culture e dell’hip hop del sud-est". Per farla breve, quest’anno c’hanno tutto ad Atlanta.

 

Meritevoli di menzione anche il ritorno alle stelle molto golden age di Phila (comprese anche nel logo) e l’alternate (la terza maglia) dei Thunder, un arancione molto deciso che insieme al tradizionale blu della maglia da trasferta crea un’ottima tavoletta di colori.  Per la squadra di MJ, i Charlotte Bobcats ci sono una buona e una cattiva notizia. La cattiva è che è stata introdotta una maglia a mezza manica nella versione “Buzz City”, la buona è che verrà indossata solo sei volte. L’incubo della mezza manica perseguiterà anche Houston (che introdurrà anche il nickname Clutch City sulle maglie da gioco), LeBron James a Cleveland (in una salvabile edizione molto scura), NOLA, con una speciale edizione per il martedì grasso, e i Wizards, freschi anch’essi di nuovo logo

Anche i Denver Nuggets di Danilo Gallinari hanno annunciato una nuova alternate: si tratta della Whitegold, è, ovviamente, bianca, ha la mezza manica ma nel complesso il risultato è positivo. Ben visibili anche i due picconi al centro, che simboleggiano lo spirito di Denver, città incastonata nel mezzo delle Montagne Rocciose.

Piccolo momento up e down.

Up assoluto per gli Indiana Pacers, che in occasione di determinate gare indosseranno una maglietta celebrativa per i 30 anni del film Hoosiers.

Down a tratti inspiegabile per i Clippers, che proprio nell’anno in cui hanno più possibilità di vincere l’anello si presenteranno in campo con una nuova maglia (brutta) e un nuovo logo (più che brutto). Dallas inoltre vestirà finalmente (mica tanto) l’alternate disegnata dal tifoso vincitore del concorso di più di un anno fa, che chiedeva ai fan di disegnare la loro maglietta dei sogni. C’è lo skyline texano e pochissimo altro.

 

Due note finali: le divise della Xmas night di quest’anno, dopo tutte le polemiche passate, saranno prima di tutto belle, e poi molto in sintonia con lo spirito natalizio. Per la prima volta poi, i giocatori NBA potranno vestire calzettoni non bianchi o neri, che saranno forniti dalla Stance.

 

Milioni ai piedi 

La notizia dell’estate è stata senz’altro l’accordo tra adidas James Harden. Per strappare il Barba alla concorrenza della Nike, il marchio tedesco è stato disposto ad offrire 200 milioni di dollari di contratto per legarlo per i prossimi 13 anni alle tre strisce. Hanno poi voluto farlo sapere a tutti, girando un video, presto diventato virale, in cui alla villa di Harden viene recapitato un camion pieno zeppo di scarpe. In quella villa, per altro, James Harden ci vive insieme a Khloe Kardashian, sorella minore di Kim, moglie – lo sapete – di Kanye.

L’altro uomo d’oro di adidas ha recentemente sfornato nuovi modelli delle celebri Yeezy, che a qualcuno sono piaciute così tanto da essersi messo in testa di riproporle sul parquet. Questo qualcuno è Jeff Teague, play di Atlanta prossimo alla release della sua prima sneaker firmata, che ha promesso di giocare in Yeezy se Kanye rilascerà un nuovo modello di Boost 750 questo autunno. Un piano che, in verità, aveva già messo in atto lo scorso anno fino a quando, malauguratamente, non si è infortunato proprio a causa delle scarpe.


Prima dell’angolo novità, un piccolo spazio lo dedichiamo a quello della polemica. Steph Marbury, newyorkese purosangue, ex-stella dei NY Knicks e da qualche anno oramai in esilio dorato in Cina ha deciso di prendersela con qualcuno, e siccome il carattere di Starbury è sempre stato particolare, ha deciso di prendersela con Michael Jordan. Lo ha attaccato però non su questioni prettamente sportive (e ci mancherebbe), ma sull’altro territorio in cui His Airness regna incontrastato: quello delle sneaker.

 

A detta di Stephon infatti, le Air Jordan hanno subito nel tempo una sorta di degenerazione feticista, che ha spinto il prezzo delle scarpe oltre i 150 dollari. Prezzi assolutamente impopolari tanto che Marbury è arrivato a tweettare “Jordan sta rubando dalla giungla (hood in inglese, lo slang con cui i sobborghi poveri vengono comunemente chiamati). Ci sono bambini che muoio per le scarpe e l’unica espressione che lui sa fare è 'non mi interessa'. Le cose stanno per cambiare”. Come? Attraverso il ritorno delle Starbury, la linea di Sneakers DIY di Marbury, lanciate per la prima volta nel 2006, e che costeranno solo 15 dollari ma “saranno dello stesso materiale di quelle di 150”.

 Insieme alle tante novità attese per la stagione (e che verranno svelate nel corso di questa) ci sono alcune conferme. La tredicesima uscita delle LeBron ad esempio, in una versione più leggera della precedente – su precisa richiesta del Prescelto – e in una colorazione tutta particolare, la Akronite, che vuole ricordare l’odissea di Bron: da Akron a Miami e ritorno (quasi) trionfale. Stesso discorso vale per Derrick Rose, e per le suo nuove D-Rose 6 Lux, ispirate dalla South Side di Chi-Town.

Segnalazione assai gradita: stando a Complex, parrebbe proprio che siano ritornate in commercio le Air Max di Charles Barkley, in particolare quelle dell’edizione ’96, cioè della transizione da Phoenix a Houston.
Novità piccole ma importanti arrivano anche dal palcoscenico minore del basket USA, quello della NCAA. Nike, che evidentemente ci tiene a far le cose per bene in attesa del grande ritorno, ha confezionato per tre delle più importanti università (Duke, Kentucky e North Carolina) una linea di sneakers “di squadra” che tutti i componenti del roster potranno indossare. Sono basate sul modello Free 5.0 Trainers, quasi in tutte c’entra il blu e sono molto gradevoli.

 

Lavori a casa

Qualcuno ha utilizzato la lunga sosta estiva per dare una tinteggiata a casa. Parliamo dei due roster di New York. I Knicks hanno infatti cambiato il colore del “pitturato”, passando da arancione a blu. I Nets invece hanno omaggiato la NYC subway, modificando il lettering del parquet, che adesso ricorda in pieno le fermate della metro più famosa del mondo. Nuovo parquet anche per Bulls, Bucks, 76ers, Raptors, Nuggets e, verrebbe da dire ovviamente, Hawks e Clippers.